L’INGENUO SCIENTISTA (di Davide Cavaliere)
Piero Angela era l’esponente superato di una stagione perenta, quella tecnofila e ingenua degli anni Cinquanta e Sessanta, meravigliata dai viaggi nello spazio e dai progressi della cibernetica. I suoi programmi, i vari «Quark» e «SuperQuark», sebbene ottimamente confezionati, risentivano dei tic scientisti del loro ideatore, animati com’erano dalla candida convinzione che la scienza sia in grado di dare una risposta a tutti i problemi.
Il «piacere della scoperta» di Angela era riservato solo all’universo dei fenomeni, raramente a quello dei significati. Ogni novità in campo tecnologico e scientifico era raccontata con entusiasmo, eludendo le domande circa il senso della ricerca. Ma forse, non era un difetto di quei programmi, che ambivano solo alla descrizione dei fatti.
Nonostante l’aplomb sabaudo, anche il nonno della divulgazione scientifica è incappato in qualche incidente di percorso – oltre all’aver sostenuto il green pass -, per esempio quando, insieme con l’endocrinologo Emmanuele Jannini, presentò il cambiamento di sesso come qualcosa di assolutamente normale, dando per acquisito l’assunto secondo cui la sessualità sia socialmente determinata e, di conseguenza, plasmabile a piacimento.
In un suo libro scrisse: «la biologia ci dimostra che siamo delle macchine chimiche completamente condizionate dai cromosomi e dall’ambiente che ci circonda». Sono affermazioni che non intendono essere marginali e metaforiche, ma ambiscono a fornirci informazioni «esatte» sulla nostra realtà. Scrivendo cose simili si era costruito l’immagine di grande divulgatore, ma dubito che nel suo foro interiore si reputasse «una macchina» senza volontà, ossia si disumanizzasse. Ecco la schizofrenia della cultura incarnata da Angela: da giornalisti scientifici è possibile dire che «siamo delle macchine», ma se lo si dice di sé stessi si diventa casi psichiatrici.
Ci lascia in eredità il CICAP e tutto il suo codazzo di «debunker», nerd e «fact-checker», impegnati a trasformare l’agone politico in uno scontro tra «scienza» e «pseudoscienza». Angela, in compagnia di Polidoro, membro fondatore del suddetto Comitato, ha sostenuto la tesi assurda secondo la quale le «fake news» sarebbero state responsabili della vittoria di Donald Trump e della Brexit. Roba che fa accapponare la pelle a ogni politologo serio.
La fondazione del CICAP, il suo lascito peggiore, lo ha apparentato agli ospiti del grande ospizio scientista, Odifreddi, Burioni, Augias, Hack e Mainardi, prestandosi così alle strumentalizzazioni dei progressisti. Di Angela mi ha sempre sorpreso il suo accanimento nel voler sbugiardare Gustavo Rol e nel voler svelare i «trucchi» di maghi e cartomanti. Ma non aveva letto Leopardi? Non sapeva che «il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni»?
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.