IL LIBRO DI GRETA THUNBERG E DEL DALAI LAMA? CHE PACCO! (di Clara Carluccio)
Un libro scritto dal Dalai Lama e Greta Thunberg in persona? Più che altro dalle loro badanti intellettuali, di cui se ne svelano le generalità solo alla fine, per non vanificare la taroccata.
Ambiguamente spacciato come un testo “a quattro mani”, i capitoli sono, invero, semi monopolizzati dalla foto di Greta – sempre la stessa – e dalle sue dichiarazioni pubbliche. Infinitesimale, invece, la presenza scenica del coautore che è stato parcheggiato al bocciodromo per trascorrere il pomeriggio con i coetanei.
Il Best Seller ricorda la profezia maya sulla fine del mondo 2012, definita poi “un errore di battitura”. Forse, l’esperto aveva sorseggiato troppa tequila durante la siesta.
La storia si ripete, ma anche lo svarione: non più asteroidi o ere glaciali, l’anello mancante sulla fine del mondo, questa volta, è il riscaldamento globale. Che In verità in verità ci dicono, ora, si pronuncia Global Warming. Come fanno quelli del fraidei for fiuciar.
Il libro di Greta e del Venerabile nonno straborda di termini altisonanti per farci cacare sotto: estinzione di massa, distruzione, catastrofe, minaccia imminente. Non c’è più tempo – tik tak, tik tak – ed è, ovviamente, tutta colpa nostra: “la maggior parte dei problemi ambientali che siamo costretti ad affrontare li abbiamo creati noi stessi”. Siamo avidi scrocconi di risorse naturali, ignoranti, pigri, nullafacenti, compulsivi della doccia e drogati del bidè. Tutti, indistintamente. Gentaglia che “non ha fatto nulla di buono per la difesa dell’ambiente”. Tranne Greta e le sue entità celesti: “una generazione più consapevole, illuminata e coraggiosa”. Praticamente, il Cristo moltiplicato su un intera fascia anagrafica. La Buddità fatta instagram e lezioni di corsivo.
Ma, noi altri, cognitivamente deficitari, cosa possiamo fare? Che ne sarà di noi? Risponde uno dei veri autori, non si sa quale: “A essere sincero, non credo che la mia generazione possa offrire un contributo significativo”. In sostanza, un invito al suicidio – il più possibile a impatto zero, thank you!
Ma, il senso di colpa, non è mai abbastanza per crescere bimbi sani e belli: “le comunità che soffrono maggiormente le conseguenze del riscaldamento globale sono quelle che meno contribuiscono al fenomeno, generalmente quelle del sud del mondo”. Ecco che, in caso di migrazioni di massa non stop, dobbiamo solo tacere. Accusiamoci pure di genocidio e il curriculum formato europeo è completo.
Pagina dopo pagina si percepisce la stessa recrudescenza che Greta soffre durante i suoi convegni, quando si arrabbia e le si deforma la faccia. Si fa presto a passare alle minacce: “Non la passerete liscia. Qui e ora, noi diciamo basta. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento arriverà, che vi piaccia o meno”.
Per non esacerbare troppo gli animi, e scongiurare una crisi isterica della giovinetta, interviene il Venerabile nonno Lama: “la situazione è perciò molto grave. A causa del costante aumento della popolazione mondiale“. In sostanza: siamo in troppi e cominciamo a rompere le palle. Poi, nella sua venerabile saggezza ed esperienza, sceglie la formula mantrica del “dovremmo, anzi, dobbiamo” a metà tra la funzione religiosa e l’ipnopedia: “dovremmo, anzi dobbiamo dedicare tutta la nostra attenzione e tutti i nostri sforzi alla protezione delle foreste”; “Dovremmo, anzi dobbiamo impegnarci attivamente”; “dovremmo, anzi dobbiamo rinunciare ai combustibili fossili e fare affidamento su un’energia pulita e sostenibile”.
Conclusa la lunga ed estenuante lista di recriminazioni i due vip sulla copertina del libro propongono una serie di consigli che dovremmo, anzi, dobbiamo mettere in atto per salvare noi stessi e il pianeta: praticare la contemplazione, la meditazione, la compassione, la connessione ma, soprattutto, la resilienza. Parlare con gli altri: “familiari e amici, capi religiosi, leader della comunità, imprenditori, insegnanti e consigli scolastici”. Inoltre: “mangiare integrale e utilizzare mezzi di trasporti con una bassa impronta di carbonio. Ridurre i viaggi aerei, usare veicoli elettrici o ibridi”.
Avanti, allora, uniamoci tutti, parassiti delle vecchie generazioni e post millennials evoluti. Chiediamo udienza al sindaco di Val Prugna, al comandante dei vigili urbani, al bagnino della piscina comunale. Iniziamo da loro e ricordiamo che, un giorno, anche noi stringeremo la mano a tutti i grandi della Terra. Buttiamo la Panda e procuriamoci una barca a vela dei Casiraghi – quella che utilizzò Greta nel 2019 per arrivare a New York senza inquinare – e non prendiamo l’aereo per andare a fare la spesa. Troviamo un posto di lavoro vicino a casa da raggiungere a piedi. Compriamo il monopattino con il bonus del PD, ma senza prendere fuoco o uccidere i pedoni.
Ricordate, il cambiamento è in atto e bisogna fare la differenza – non solo la differenziata. A meno che non vi siate già suicidati a causa della totale inutilità della vostra generazione e le troppe docce o lavaggi di mutande che gravano sulla vostra coscienza.
Clara Carluccio