È MORTO PERCHÉ ERA IL PEGGIORE DEI GOVERNI POSSIBILI (di Davide Cavaliere)
Attribuire la fine del governo Draghi, come stanno facendo giornali e televisioni, a un complotto ordito dalle forze populiste e filorusse non corrisponde al vero. Nonostante esistessero degli interessi pro-Cremlino interessati a sfiduciare il presidente in carica e a indebolire la posizione rigorosamente atlantista dell’Italia, la fine del Governo è stata una scelta di Draghi stesso.
Quello che doveva essere il «Migliore» si è decapitato da solo con una serie di mosse da principiante: prima frustrando le aspettative del centrodestra per un anno intero, difendendo l’inefficiente ministro Lamorgese; poi, irritando i 5 stelle con tutta una serie di provocazioni. Data la recente situazione, Letta e Speranza erano quasi riusciti a convincere Conte a ritirare i ministri per l’appoggio esterno, causando le ire di un centrodestra che si sarebbe visto precluso la possibilità di pesare maggiormente in seno all’esecutivo.
Insomma, un vero e proprio capolavoro d’incapacità politica. Tutta la sua carriera si è svolta all’ombra della politica dalla quale, però, non ha imparato nulla. Voleva essere un Ciampi bis, ma ha mancato l’obiettivo. Draghi non è stato capace di fare niente, alla pari di Conte, salvo perseguitare i non vaccinati e manganellare i portuali di Trieste.
Ha raccontato che, con lui, nel 2021, il Pil è cresciuto del 6,6%, peccato sia merito delle misure adottate dall finanziaria varata dal governo precedente e dalla naturale ripresa economica post-Covid. Ha parlato, poi, di una presunta «ritrovata credibilità internazionale» mai realizzatasi e di un ruolo guida dell’Italia nella UE che esiste solo nella sua testa e presso la redazione del “Corriere della Sera”.
Dunque, che se ne vada pure, Draghi, lui e il parlamento dei lockdown e del «green pass». Questo rugoso e abulico banchiere ci ha già rubato troppo tempo, troppa libertà, troppo denaro, troppa dignità. Lo Ricorderemo per la più grande violazione delle libertà e dei diritti civili mai avvenuta in Italia dai tempi del fascismo. Il «draghismo» è il solo uno dei volti dell’autoritarismo. I «liberali per Draghi» sono degli illusi.
Non è possibile, infatti, essere tali e appoggiare l’ex banchiere centrale, data la sua autoritaria politica sanitaria, ricalcata sul modello cinese, fatta di ricatti e persecuzioni verso i cittadini; così come la riforma fiscale che stava preparando, che avrebbe «sfarinato» ciò che rimane della classe media italiana.
Muore, finalmente, il peggior parlamento di sempre, guidato dal più sopravvalutato dei Presidenti del Consiglio.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.