IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME E LA LEGGE MORALE NEL CUORE, OVVERO TORNIAMO CON I PIEDI PER TERRA (di Matteo Fais)
“Il silenzio eterno di quegli spazi infiniti mi angoscia”, scriveva Pascal, lo scienziato convertito alla filosofia e alla Fede, meditando sulle ultime scoperte astronomiche del suo tempo. Questo pensiero echeggia ancora inquietante e spaventoso nel nostro animo di uomini del nuovo millennio ultratecnologico che riesce a costruire un telescopio in grado di vedere luci in viaggio da 13 miliardi di anni.
È in dubbio e non resta che prenderne atto, siamo ben poca cosa nell’universo e in un tempo che, in ultimo, cancellerà ogni cosa. Cionondimeno, ci siamo. Se c’è una galassia o più di una là su, un’altra altrettanto infinita ci si staglia innanzi, minacciosa e ancora in larga parte incompresa dalle potenzialità di questa cosa che, un po’ pomposamente, chiamiamo “ragione”.
Se quel cielo che si perde all’infinito, e che probabilmente nessuno di noi mai vedrà, dà un senso di sgomento, il mondo abitato dall’uomo non è meno traumatico da abbracciare con la forza del pensiero, o da comprendere nelle sue dinamiche. Guerre e orrore, una battaglia infernale tra lame, bombe e incomprensioni che ci coinvolge dalla notte dei tempi.
Che fare a questo punto? Cedere all’angoscia per lo spazio privo di confini o decidere di ripiombare con un tonfo sordo tra questa polvere ed essere semplicemente uomini, con tutto il fardello che ciò comporta? La scelta è senza scampo, è una chiamata alle armi che non ammette diserzioni. Siamo qui, terresti, umani troppo umani alla ricerca di un senso. Probabilmente, lì in alto non c’è niente, se non un vorticare di massi infuocati inutilmente luminosi.
Cosa ci resta? Il cielo stia pure dove sta e il tempo compia il suo inesorabile corso, ma noi dobbiamo vivere, esercitare la nostra libertà, ovvero scegliere una struttura morale da dare a tutto ciò che è – quantomeno a ciò che è intorno a noi, tanto per non essere eccessivamente metafisici. Dobbiamo imporla su noi stessi e sulle cose per porre un argine alla forza entropica della natura umana.
La morale, a questo punto del nostro sviluppo come genere umano, è l’asteroide che ci ha colpiti in petto, costringendoci a reinventarci quotidianamente, a cercare di tendere verso quel qualcosa che, di volta in volta, pensiamo essere meglio. Se Dio non esiste e se tutto quello spazio scuro non è altro che un’ingiustificata estensione, non tutto risulta comunque perduto.
Ogni uomo, anche il peggior ateo, è chiamato dalla sua condanna ontologica a essere libero ad assumere su di sé la responsabilità di tutto il mondo. Ciò che si sceglie di fare o non fare, di considerare o dimenticare, sono tutte azioni che ci definiscono senza scampo. Se uccido, affermo implicitamente come giusto che anche gli altri facciano come me. Se salvo vite, chiedo a tutti, anche qualora ciò avvenga in anonimato, di seguire il mio esempio.
Persino sotto la peggiore minaccia di un cielo prossimo a collassare su di noi, il valore dei miei atti non viene meno. Anzi, ipoteticamente parlando, la fine del mondo rivelerebbe unicamente quanto ognuno abbia avuto a cuore realmente sé stesso e il resto dell’umanità. Anche se la volta celeste fosse in fiamme, ciò non sarebbe un giustificazione per gettare qualcuno dentro queste.
Dunque, guardate pure a tutti i milioni di anni luce che preferite, ma è principalmente intorno a voi che dovreste fissare lo sguardo cercando sempre è solo di salvaguardare l’integrità di ciò che vi sta accanto. All’angoscia dello spazio infinito, non resta che rispondere con un solo unico tormento che non deve mai smettere di animarvi, da mattina a sera, quello di fare il Bene.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.