Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

ABORTO – UNA FACCENDA PIÙ COMPLESSA DI UN SÌ O DI UN NO (di Matteo Fais)

La prima cosa è evitare i talebani dell’una e dell’altra posizione. Troppo invasamento, sicurezza di essere detentori di una presunta verità e volontà illiberale di sterminare dell’avversario. Come al solito, a trionfare non è la dialettica, meno che mai la filosofia, ma solo un clangore di scudi e spade nel bel mezzo di una battaglia. Chi dà all’altro del medievale e quello che replica al racconto della propria esperienza, fatto dall’attrice Gaia Nanni, vandalizzandole la macchina. Sull’aborto, insomma, non si discute, si lotta. Manca la lucidità.

La prospettiva di femministe e di coloro che rivendicano maggiori diritti per il genere maschile sono entrambe giuste, ma andrebbero coniugate, dopo averle ripulite dai loro residui tossici. Gli uomini hanno ragione a sostenere che sia assurdo non sentire mai la controparte in caso di interruzione di gravidanza, soprattutto considerato che il maschio si deve comunque mantenere il figlio, anche qualora sia stato incastrato. Le femministe non hanno tutti i torti a dire che, in ultimo, l’utero è delle donne, la gravidanza il loro fardello – eh sì, mettiamoci l’anima in pace, è proprio così.

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Il punto è che ci sono mille problemi a monte che nessuno vuole considerare. Ragionevolmente, cancellare la possibilità di abortire sarebbe, oggi come oggi, una follia. Poter scegliere è sempre meglio del non poterlo fare, anche se, come sempre capita in periodi di profonda decadenza, molti sognano un Potere che sollevi l’essere umano dalla propria responsabilità individuale, sulla falsa riga, seppur rovesciata, del regime cinese che proibiva più di un figlio a famiglia.

Malgrado tutto, a ogni modo, ognuno di noi ha diritto di esistere senza desiderare di perpetrarsi in un’altra vita. Ma siamo veramente nella condizione di farlo? Più o meno. Sì, ci sono mille metodi anticoncezionali, ma sono ancora di difficile accesso. I preservativi, perfino se simili a copertoni da camion, non sono esattamente gratuiti per i poveri. Le visite ginecologiche non ne parliamo – provate a essere una disoccupata che vive con la famiglia e una modesta pensione. Trascuriamo, poi, l’ignoranza di tante persone ancora persuase che la pillola, dopo sessant’anni dalla sua creazione, faccia male o causi danni permanenti alla fertilità.

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La verità è che, per diminuire i casi di aborto, bisognerebbe rendere gratuiti gli anticoncezionali. Siccome imporre l’astinenza è realisticamente un’idea da manicomio e gli interventi di rimozione del feto, a voler essere venali, ci costano l’ira di Dio, tanto varrebbe garantire a ogni donna il diritto di fare tutto il sesso che le pare senza doverle poi pagare un’operazione chirurgica, ma limitandoci a una scatola di pillole, cerotti o preservativi. Ci risparmieremmo anche l’inutile battaglia, riducendo naturalmente i casi critici.

Alla fine, anche se si è uomini, a meno di non avere gravi disagi, è difficile sentirsela di negare alle donne un loro diritto – anche un reazionario vive, in ultimo, nel suo tempo. Tanto più che, cosa fa questa società per chi decide di portare avanti una gravidanza? Un accidenti di niente! Con quali soldi dovrebbe mantenerlo? Con un reddito di cittadinanza che non esiste, con lavori sottopagati, lasciandolo tutto il giorno presso asili comunali inesistenti? La vita, o la si difende dal principio fino alla fine, o meglio lasciare che le cose vadano come sono sempre andate.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su “ABORTO – UNA FACCENDA PIÙ COMPLESSA DI UN SÌ O DI UN NO (di Matteo Fais)

  1. Essere contro l’ aborto è umano e comprensibile ( personalmente tendo ad esserlo)ma non del tutto naturale. Intendo che è previsto, molti mammiferi( come i gatti) uccidono i cuccioli appena nati se non ci sono risorse sufficienti, altri li abbandonano se si accorgono che sono deboli eccetera. Detta brutalmente la natura se ne frega e noi ne facciamo parte a pieno titolo, almeno fino alla prossima discesa di un qualche tipo di Spirito Santo. Un saluto

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