Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA SOBRIETÀ DI ASIA ARGENTO FA VENIRE VOGLIA DI SBRONZARSI (di Matteo Fais)

“Quanta inutile buona educazione” dice un verso di Pasolini. Sì, tanti buoni sentimenti politicamente corretti ed esempi edificanti – come se, al fottuto Libro cuore, Edmondo De Amicis continuasse ad aggiungere un episodio al giorno.

Vasco Rossi che passa dalla vita spericolata a quella mascherinata. Asia Argento che dalla dipendenza raggiunge la sobrietà e abbraccia per di più questo cazzo di buddismo new age per sfigati occidentali all’ultimo stadio.

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No, non è tollerabile. Troppi santi e santini in questo mondo. Ogni angolo ha il suo redento che dispensa consigli per una vita in grazia di nostro Signore. Poi, la sobrietà non si può proprio sentire. Chi non beve – che so, a una cena, o semplicemente in compagnia – è un rompicazzo, un grillo parlante che fa sempre due palle così agli altri, rovinando il seducente tintinnare dei cubetti di ghiaccio nel bicchiere.

Diciamocelo chiaro e tondo: solo gli stronzi sono sempre sobri. Si tratta di gentaglia, di quella che il medico sano di mente sbertuccia con un “Dunque, lei ci tiene proprio a morire sano, vero?”. Ogni persona, che non viva ossessionata dalla paranoia e che non indossi la mascherina anche durante il sesso, sa benissimo che non c’è niente di più sadicamente gratificante dell’idea di lasciare ai vermi una carcassa che faccia fare la peggiore indigestione della loro vita a quei miserabili esserini striscianti.

Dunque, dannazione, che odio per la Argento quando scrive “Mi auguro che questo coming-out possa aiutare ed incoraggiare altri dipendenti che soffrono ancora. C’è una soluzione, se ne può uscire! Provo una gratitudine immensa, e ringrazio gli amici che percorrono con me la strada che porta verso la luce”. Sofferenza?! Io soffrirei a stare una giornata con lei, non certo a farmi un drink e detesto questi coming-out che sembrano preghiere laiche di vecchie beghine dalla fica mummificata. Io non voglio l’aiuto di nessuno, casomai mandatemi il cameriere come si chiama in tutta fretta il confessore al capezzale del moribondo.

Il post di Asia Argento

Ma ci pensate che non c’è mai stato uno scrittore astemio?! Sarà un caso? Neanche per sogno! Bukowski beveva, Hemingway idem con Martini, e Carver, grazie a Dio, ha mollato solo perché aveva un cancro al cervello. È evidente che, se è pur vero che non ogni ubriacone è un grande scrittore, è altresì impossibile scrivere le Storie di ordinaria follia, Il vecchio e il mare, o Principianti senza farsi qualche goccetto nel mentre. È matematico e la matematica non è un’opinione, visto che serve a misurare anche il quartino e il mezzolitro, la pinta e via sbevazzando allegramente.

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Poi, però, ci sono “chi mi conosce, chi ha letto il mio libro”… E niente, ho di nuovo voglia di bere al pensiero dei poveracci che hanno comprato e letto le sue fatiche letterarie. Meglio andare al bar e dialogare, seduti al bancone, con il tipo che passa il canovaccio sporco tra i bicchieri ancora caldi di lavastoviglie. Spesso i libri mai scritti sono meglio di quelli pubblicati, è proprio il caso di dirlo.

Buona fortuna, comunque, ad Asia che ha trovato in sé “il desiderio di smettere di farmi del male, di espandere la mia coscienza” e “Con l’aiuto del programma di recupero di AA ho trovato la serenità, dei nuovi scopi ed obiettivi, un giorno alla volta”. Preferisco infierire sul mio fegato come un serial killer sul suo ostaggio, evitare le analisi del sangue, darci sotto come un forsennato e, in una visione ebbra, scorgere Bukowski al mio fianco che sorride al nulla. Risparmiatemi i buoni esempi analcolici al sapore di menta e santità. Sono così ridicoli. Io, invece, sempre per dirla con Pasolini, “io non sono mai stato ridicolo in tutta la vita./ Ho sempre avuto negli occhi un velo d’ironia” e un bicchiere in mano per sopportare tutti quelli come Asia Argento.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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