NON È LUI – OPPOSITORI CIECHI DEL MAINSTREAM E FOLLI SOSTENITORI DELLA CONROINFORMAZIONE (di Davide Cavaliere)
Milioni di utenti hanno condiviso la foto di un ragazzo ispanico in abiti femminili, attribuendogli la paternità della strage di bambini avvenuta in una scuola di Uvalde, in Texas. L’infanticida americano, freddato dalla polizia, non si agghindavacome una liceale nipponica, almeno per quello che ne sappiamo.
Questa compulsione, che accomuna innumerevoli fruitori della rete, a condividere qualunque contenuto – video, immagine, post – senza peritarsi affatto di verificarne l’autenticità, è ben più bizzarra del crossdressing del presunto stragista.
Non si tratta di un discorso elitario, bensì di mera ragionevolezza. La capacità di distinguere il vero dal falso, infatti, attiene alla nostra ragione, la cui funzione è indipendente dal titolo di studio. Se una notizia appare bislacca, o quantomeno dubbia, è bene non condividerla, evitando così di generare quel caos in cui prosperano imbonitori di ogni sorta.
Non solo, sarebbe anche corretto astenersi dal dover commentare o diffondere informazioni, spesso di equivoca origine, su temi e argomenti che si padroneggiano poco o nulla. Insomma, prima di condividere le tesi complottiste sugli attentati dell’Undici settembre, bisognerebbe conoscere i risultati del rapporto tecnico del National Institute of Standards and Technology.
Ora, è indubbiamente vero che la cosiddetta stampa «ufficiale» è terribilmente carente e faziosa, ma questo non è un buon motivo per appaltare il proprio senso critico a «controinformatori» di dubbia professionalità. L’agorà italiana si divide in due categorie: i sostenitori ciechi della narrazione mainstream e i suoi altrettanto fideistici oppositori.
A ben vedere, cospirazionisti e tifosi di Frau Gruber, amici di Lorenzo Tosa e amici di Maurizio Blondet, neorazzisti e nuovi antirazzisti, Chomsky e Schwab, sono tutti espressione dell’insipienza contemporanea, caratterizzata da interpretazioni grossolane, semplici suggestioni, intuizioni non comprovate, sentimentalismo, ragionamenti capziosi e superficiali.
Sono tempi difficili, in cui rimane poco spazio per la ragione, l’equilibrio e la vigilanza intellettuale e morale. Ma come ricordava il dott. Freud: La voce dell’intelletto è fioca, è vero, ma non ha pace finché non ottiene udienza».
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.