FINALMENTE, UN MANUALE PER COMPRENDERE IL FEMMINISMO (di Matteo Fais)
Sapete perché il femminismo e la cancel culture non vengono ancora ritenuti pericolosi dall’uomo medio? Nel vortice faticoso e snervante del quotidiano, le notizie spesso ci colpiscono senza lasciarci traccia. Una guerra di là, una dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti d’America, un maremoto in un isola del Pacifico, il PIL in discesa o in salita. Come in un pasto troppo breve e pieno di portate delle più diverse, i sapori si mescolano e si accavallano fino a neutralizzarsi, mandando in sovraccarico le papille gustative.
Il problema fondamentale, insomma, è che quasi nessuno, salvo chi ha deciso di votare la propria esistenza a studiare determinati fenomeni antropologici e sociali, ha cognizione di tutti i fatti e gli eventi che si sono succeduti. La mente delle persone comuni, diciamo quelle ancora intellettualmente sane, peraltro, essendo già abbastanza provata, tende a mettere da parte, con una risata, certe idiozie.
Sbagliatissimo! Bisogna restare lucidi per guadagnare una visione d’insieme chiara, né tendente al paranoico né appiattita sulla narrazione dominante. Su una delle peggiori piaghe del nostro tempo, in tal senso, niente potrà essere d’aiuto come Femminismo da non credere – Un’ideologia d’odio che discrimina i maschi minando i rapporti tra uomini e donne (Susil Edizioni) di Bruno Etzi. Si tratta di un vero e proprio manuale per orientarsi contro la minaccia vaginocentrica che opprime oramai tutto l’universo occidentale. L’autore ha mirabilmente portato avanti una ricognizione senza precedenti che racchiude ogni folle dichiarazione, manifesto e testo riconducibile al femminismo degli ultimi cinquant’anni.
Una precisione analitica e mai isterica attraversa questo volume invero non troppo lungo – neppure 250 pagine –, ma solido come un muro che neppure le cannonate di tutte queste esaltate potrebbe abbattere. Etzi, che non per niente è laureato in Filosofia, sembra aver letto tutto il possibile – dallo SCUM, o Manifesto per l’eliminazione del maschio di Valerie Solanas, alle cazzate di Cazzulo sul “Corriere” – e visto ogni trasmissione diretta da una qualche femminista radical chic – ci scusi Lilly Gruber se le fischiano le orecchie. Roba che a scorrerlo ci si ritrova ubriachi dalla sequenza di dichiarazioni farneticanti e, pur ricordandone tante, viene da chiedersi se davvero le femministe siano già riuscite a recitare un simile rosario di sciocchezze. Ebbene, sì, è tutto vero e documentato.
Naturalmente, il prezioso tomo, dati anche gli interessi dell’autore, è tutt’altro che un mero elenco di fatti. Al suo studio, Etzi accompagna una riflessione, che spazia dal filosofico al sociologico, per comprendere l’universo del nuovo femminismo (“Come ogni ideologia il femminismo desidera modellare la realtà in base all’idea, e non l’idea in base alla realtà. Vuol vedere ciò che pensa invece di pensare ciò che vede”; “Come ha insegnato Aristotele, più il termine è generico e minore è la comprensione. Utilizzare parole astratte e vaghe è un’efficace tecnica per ridurre la capacità di capire e distinguere. L’espressione violenza di genere può indicare un numero indefinito di azioni, dall’insulto alle urla, alla minaccia, alla percossa sino all’omicidio. Un grande e confuso amalgama per giustificare leggi che mettono le donne contro gli uomini”).
L’autore ha ben compreso che “la donna occidentale ha raggiunto da decenni la completa parità dei diritti ma ciò, anziché condurre allo scioglimento dei movimenti femministi, ha visto sorgere in questi ultimi una rinnovata sete di sangue. Con la scusa di colpire un fantomatico patriarcato, è iniziato un infinito processo che […] mira a distruggere le ultime vestigia della famiglia, degradare il valore della maternità e azzerare ogni principio etico della tradizione cristiana”.
Perché il punto del discorso lo conosciamo bene tutti – almeno tra coloro che prestano un minimo di attenzione al mondo intorno a sé. Il femminismo ha un fine ben preciso, di cui la tanto menzionata parità e la difesa dei diritti femminili è solo la dimensione manifesta che cela un ben più diabolico piano.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Manuale inutile… ci ha già pensato Sigmund Freud…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/