GIORGIA SOLERI, LA RAGAZZA DI DAMIANO, HA SCRITTO UN LIBRO DI SPIETATA CRUDELTÀ NEI CONFRONTI DEI LETTORI (di Matteo Fais)
Alla fine, le ho sottolineate tutte queste poesie. Non ce n’è una che non faccia sciogliere anche le peggiori occlusioni intestinali come acido muriatico pompato su e giù con l’aria compressa. A paragone, il Guttalax è truffa omeopatica.
Lei è la ragazza di Damiano – chi? Su, quello dei Maneskin -, altrimenti non l’avrebbe pubblicata neppure il tipografo sotto casa. Se pensavate che Flavia Vento o Nichi Vendola, con le loro raccolte, avessero oltraggiato abbastanza la poesia nazionale, aspettate di leggere La Signorina Nessuno (Antonio Vallardi Editore) di Giorgia Soleri – chi? Cazzo, ho detto che è la ragazza di Damiano.
Si tratta di un testo di spietata crudeltà nei confronti del lettore. Roba da processo per crimini contro l’umanità. Se Carmelo Bene diceva a Raboni di non aver buttato le sue Canzonette mortali nella spazzatura per non sporcarla, il vostro cesto della differenziata, invece, vi chiederà i danni morali e il netturbino, ritrovando questo volume, deciderà di suicidarsi per disperazione.
Duecento pagine di nulla. Le poesie sono così tante che neppure l’opera omnia di Amelia Rosselli o Emily Dickinson. Davvero troppo, per non valere una cippa, per scrivere versi non immortali ma mortali, veri e propri tentati omicidi letterari. Sentite qui: “Mi infastidisci/ come un granello di sabbia/ nella scarpa./ Eppure sei ricordo di mare/ profumo di salsedine/ spensieratezza/ adesso però/ esci dalla mia scarpa,/ sparisci”. Non una poesia semplice e senza fronzoli, tagliente come un haiku, ma elementare, da scuole elementari.
E sono tutte così. Come dice lei stessa “i miei stupidi scritti/ sanno di ostilità/ allora, forse,/ è questo che significa/ fallimento/ nella vita di un poeta”. Peccato che a una così grande intuizione e capacità autocritica non dia seguito, come sarebbe suo dovere, spezzando la penna, bruciando il taccuino e domandando l’indulgenza per questi peccati di gioventù.
Davvero, La Signorina Nessuno è un perfetto manuale su ciò che un poeta non dovrebbe mai scrivere. Manca tutto e ciò che vi è grida all’abominio poetico, all’inquinamento lirico. In compenso, non può che suscitare involontaria ilarità. Tant’è che, quando scrive versi come “La caduta/ mi spaventa al punto/ che pur di non rischiare/ mi lancio/ di getto/ sul fondo del precipizio”, verrebbe da dire “ma fallo, santo cielo!”. E, se non fosse che c’è un limite all’essere sgradevoli, a passi come “Leggo libri di altri poeti/ e mi stupisco dell’infinita produzione/ che riescono ad avere/ io/ ogni parola che scrivo/ – dono –/ mi avvicino alla morte” ci sarebbe da replicare con “è certamente il nostro auspicio”.
No, proprio non ci siamo. Lo sa anche la poeta – poeta, perché poetessa sarebbe troppo, meglio andare al risparmio. Infatti, lo mette nero su bianco: “Vorrei scrivere poesie/ in queste notti chiare/ in cui non ho niente da dire” e poi lo ribadisce pochi capoversi dopo “nel bel mezzo di questa notte chiara/ in cui non ho niente da dire”. Non si capisce perché insista, visto che è palese a lei stessa come a noi. Non c’è altra spiegazione, se non un maniacale desiderio di vendetta verso il genere umano.
Comunque, essendo la compagna del metrosessuale più desiderato al momento, la Soleri non può astenersi, in puro stile selfie dei Ferragnez, dal mettere giù in forma di rime la sua vita erotica. Del resto, già in copertina, figura un uomo di schiena che si sta facendo una tizia all’impiedi. Ma sentite qua: “Ci sono volte in cui,/ mentre facciamo l’amore, desidero/ separarmi da me stessa/ – come intonaco dalle pareti –/ e osservarti/ entrarmi dentro;/ come un trapano”. Si può essere certi che persino Rocco Siffredi non si sarebbe mai avvalso di una similitudine tanto abusata, quale quella del trapano, triviale come un tatuaggio sulla figa e dall’impatto di un cazzotto in piena faccia. C’è più afflato lirico nel sorriso drogato di Gianna Michaels che, con il seme dell’attore ancora in faccia, guardando in camera, dice “Non sono una troia, semplicemente succhio cazzi per vivere”. E, se non altro, almeno con lei c’è qualcosa da vedere – le tette –, mentre qui ci si può solo coprire gli occhi, con le mani, dallo sgomento.
Ma, del resto, che cosa ci si poteva aspettare da una che non prova imbarazzo a scrivere frasi quali “Le poesie le prendo dalla tua erezione”. Ma meglio prendere l’erezione, cara Giorgia, dammi retta! E, se queste poesie provengono dal uccello di lui, che Dio lo aiuti e lo perdoni, quel Dio di cui tu dici “A cosa assomiglia Dio,/ chiederanno./ Al sesso,/ risponderò” – io credo che, nel tuo caso, ti sia confusa con un Dio minore, forse addirittura con un santino spiegazzato di quelli che le vecchie di paese tengono nel portafogli.
Eppure, a un certo punto, pareva intravedersi una ripresa: “Senza pietà/ piovevi sui miei seni”. E già uno si aspettava una voyeuristica consolazione: se manca la poesia, almeno scorgerò qualcosa; se non mi fa godere letterariamente, quantomeno ci scapperà la sega. Speranza mal riposta, perché non si trattava di una bella spagnoletta con epica conclusione, bensì “In silenzio, come fiori/ sbocciano/ addosso a me/ le tue calde lacrime”. Che mestizia! Se questi due fanno sesso come lei fa poesia e lui musica, davvero Rocco Siffredi è Vincenzo Cardarelli e Sasha Grey è allieva di Patrizia Cavalli.
Meglio arrendersi. Questo La Signorina Nessuno è un testo che tutti dovrebbero evitare e nessuno leggere, se in cerca di poesia. Poi, insomma, c’è sempre la possibilità di un errore di valutazione: magari non si tratta di poesia, ma di barzellette e io non me ne sono reso conto. In quel caso, si può dire che la sua portata è monumentale.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Lo dico io, che Basaglia ha sbagliato a fare le due battaglie…
Avanti così Giorgina, questi detonatori sono proprio dei guastafeste ! Appena posso me lo scarico illegalmente dal deep web.
Ma si dai è un libro di barzellette, dev’esserlo per forza. Altro non mi spiego. Grazie Matteo, grazie