A QUANTO PARE, LE MASCHERINE NON DANNO GRANCHÉ FASTIDIO (di Matteo Fais)
Qui c’è poco da gridare al complotto o alla dittatura! Entrate in un market. Quanti sono quelli senza mascherina? Eppure, l’obbligo è caduto. Come volevasi dimostrare, in Italia, non c’è stata alcuna violazione della volontà popolare, almeno di quella della maggioranza. Poi, certo, una democrazia liberale dovrebbe tutelare anche i diritti di tutte le categorie e le frange minoritarie…
Cionondimeno, è indubitabile che la gente vuole e ha voluto la mascherina. Nessuna coercizione. Spiace dirlo, ma è così. E la maggior parte vorrebbe anche che noi quelli che, ancora oggi, la rifiutiamo dal profondo del nostro essere, la indossassimo. Poche balle!
Siamo scesi in piazza per mesi, del resto, ma eravamo sempre gruppetti sparsi – a questo punto, potrei pure dire 4 sfigati, comprendendomi nel novero. Gridavamo “libertà”, ma avevamo appena l’intuizione che quanto chiedevamo a gran voce era esattamente ciò che i nostri stessi connazionali, più che i politici, volevano negarci.
E sì, perché il problema, durante questa pandemia, non è stata la politica, ma gli altri, quelli come noi. Loro hanno scelto il lockdown – qualcuno ha tutto sommato gradito qualche giorno di vacanza da un lavoro che odia. Loro non sono usciti. Loro hanno indossato le maschere anche nella strada deserta. Loro sono corsi a mettersi in fila, a ogni ora del giorno e della notte, per ricevere la dose. Davvero, vogliamo dire che la colpa è di Conte, Draghi o Speranza?!
Ovviamente, la politica ha fatto il suo, ma basta parlare di propaganda. Lo strombazzamento mediatico può funzionare, anche su i più ignoranti, per un periodo di tempo limitato. Oltre, conta solo la scemenza della massa – non ci sono scuse. E, davvero, finiamola con le cazzate tipo che questo è il risultato di anni di televisione commerciale, di trasmissioni come Amici e via sproloquiando. Abbiamo stuoli di laureati che avrebbero avuto tutti gli strumenti per capire e ribellarsi – e, se non ne sono in possesso, la colpa è comunque loro.
Inutile, siamo fottuti. Siamo circondati dagli zombi. Continuare a tirar su la cresta è inutile. Siamo minoranza, siamo gli sconfitti. È andata così. Bisogna saper perdere e avere il coraggio di ammetterlo. La democrazia è anche riconoscere che la maggioranza desidera qualcosa che io aborro.
L’unica lotta davvero sensata che ci resti è batterci con le unghie e con i denti per vedere riconosciuto il nostro diritto a non venir schiacciati, a non essere sottoposti a trattamenti sanitari verso i quali non ci sentiamo sicuri. Saremo soli nel farlo, questo è bene averlo presente fin da subito. Potrebbero esserci dei rischi. Ora dobbiamo solo scegliere se sia il caso di correrli. Ma no, continuare a dire che c’è una dittatura è una stronzata colossale, complottismo da psicopatici.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Condivido ogni parola, la sensazione è di assoluto sconcerto, un Don chisciotte!
La maggioranza di chi la mette ancora è rappresentata da conformisti, timorosi delle truci occhiate di chi la indossa e di eventuali kapò (dato che nei luoghi affollati è ancora consigliata). Il conformismo deriva appunto da quel livellamento culturale così ben operato dalla televisione nel secondo dopoguerra. In sostanza un articolo la cui analisi mi trova in profondo disaccordo.
Credo che purtroppo l’articolo centri parecchie verità, anche perché dopo più di due anni se una persona si mette ancora la mascherina significa che è pienamente d’accordo con tutte le decisioni prese dal governo. La dittatura è quando la maggioranza è in disaccordo con le decisioni governative, ma quando è solo una minoranza si chiama dissidenza e purtroppo deve solo sopravvivere.
Concetto base ad usum delphini… uomini altro non son (siamo) che… bipedi idioti… di lì tutto il resto…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Si chiamano utili idioti, ovvero coloro che si fanno usare senza neppure rendersene conto, o addirittura credendo di fare qualcosa di giusto.
tutto quello che dico da un pezzo. Se questi non crepano in fretta, salvo miracoli inspettati siamo fottuti