SOLO ZEMMOUR PUÒ SALVARE LA FRANCIA (di Davide Cavaliere)
«Se io non sarò eletto, nel 2050 vedo una Francia africana, dove la popolazione originaria europea sarà stata sostituita. Se sarò presidente, vedo invece una Francia che sarà rimasta la Francia, europea e cristiana».
Così ha dichiarato il cavaliere templare Éric Zemmour al Corriere della Sera. L’ebreo che difende le radici cristiane della Francia, proprio come Marcel Proust nel 1904, quando denunciò la «morte delle cattedrali» su Le Figaro.
Zemmour è l’unico che si batte per i monumenti cristiani «sradicati da giudici, laici obsoleti e cancel culture», che «vogliono scristianizzare lo spazio pubblico per servire il multiculturalismo, cancellare le nostre radici e imporre un’uguaglianza di culture».
Dopo il rogo della cattedrale di Notre Dame, quasi in lacrime, ha affermato che «la Francia sta riscoprendo di essere un paese cristiano» e «che è lei il paese della bellezza». E ancora: «la Francia è una donna» e «la demolizione dell’identità francese è iniziata con il saccheggio della sua bellezza», quindi bisogna «difendere e salvaguardare le tracce della bellezza francese è difendere e salvaguardare l’identità francese».
Dalla difesa della piccola e cristiana Armenia alla denuncia dell’africanizzazione della Francia, Zemmour è l’ultimo di una serie d’intellettuali, perlopiù ebrei, in lotta contro quella che Douglas Murray ha chiamato «la strana morte dell’Europa».
Il giornalista francese rappresenta, davvero, l’ultima speranza per la patria di Hugo e Chateaubriand ma, difficilmente, riuscirà a insediarsi all’Eliseo, a causa di quello scellerato «patto repubblicano» contro le forze politiche ingiustamente accusate di essere «fasciste».
La Francia è destinata a pagare il fio del fallimento della sua religione laica fondata sulla trinità della fraternità, dell’eguaglianza e della libertà. Si tratta del fallimento dell’idea illuminista di una «società dell’umanità» multiculturale e armoniosa; un’utopia che sta deragliando in modo spaventoso e inaspettatamente rapido.
Paga lo scotto del suo declino nazionalista, della rescissione delle sue radici cristiane, del suo arretramento di fronte al razzismo tribale degli adepti dell’Umma e della Sharia. La Francia, la figlia prediletta della Chiesa Cattolica, la nazione con la più grande comunità ebraica d’Europa, si appresta a diventare un deserto clanico. Non più Francia, ma nemmeno Africa, probabilmente un ibrido «multiculti» violento e informe.
Non ci resta che sperare, ostinatamente, nella vittoria di Zemmour, ossia dell’ultimo difensore della civiltà francese ed europea, che unisce Charles Péguy e la Torah.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.
Curioso come siano preoccupati per una Francia africana ma allo stesso tempo molto occupati a (ri)creare un’Africa francese con aziende francesi che divorano ricchezze Africane e azioni militari volte a destabilizzare le nazioni non allineate con i loro interessi…poveri francesi , vorrebbero depredare l’africa solo delle sue risorse non delle inutili bocche da sfamare e dell’inutile cultura africana. Applausi.
Così ha dichiarato il cavaliere templare Éric Zemmour al Corriere della Sera. L’ebreo che difende le radici cristiane della Francia, proprio come Marcel Proust nel 1904, quando denunciò la «morte delle cattedrali» su Le Figaro.
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.