IL FINTO SCONTRO DI CIVILTÀ (di Manuel Berardinucci)
Si copre di ridicolo chiunque voglia scorgere nel conflitto russo-ucraino, gli albori di un più vasto Scontro di Civiltà. In primo luogo perché non è interesse dell’autocrate russo scatenare una guerra totale, così come non conviene all’Occidente, in particolare all’Europa, innalzare una nuova cortina di ferro. Ma soprattutto perché entrambe le narrazioni contrapposte, fautrici dello “scontro”, sono fasulle e facilmente decostruibili.
Da un lato, vi è chi contrappone la libertà e la democrazia del mondo occidentale all’autoritarismo russo. Verrebbe da chiedersi quale libertà e quale democrazia. Quella democrazia in cui il “popolo sovrano” è talmente sprovvisto di strumenti intellettuali atti a consentirgli una naturale comprensione dei fenomeni su cui è chiamato ad esprimersi, da rendersi mera marionetta esposta alle intemperie della propaganda promossa da lobby, colossi social, scuole di partito, logge massoniche, pubblica istruzione, mezzi di comunicazione? Quella democrazia in cui i governi, per agire liberamente, devono rispondere ad una serie di consessi sovranazionali, oltre che a istituzioni statali e para-statali impermeabili al processo democratico, come la magistratura?
Ma ancora, e soprattutto, quale libertà? Quella libertà che censura parole, canzoni, film, articoli non aderenti al canone ideologicamente progressista? Quella libertà che, in nome della cancel culture, pretende di abolire persino il passato se difforme rispetto ai valori del presente? Quella libertà che ha concesso ai governi di recludere in casa i cittadini sotto pretesto sanitario, di sospendere la libera iniziativa economica e finanche di discriminare gli esseri umani sulla base di scelte individuali inerenti la propria salute, negandogli diritti naturali e fondanti dell’essere umano? Quella libertà che scaccia con gli idranti i pacifici portuali di Trieste? Quella libertà che, dall’altra parte dell’Oceano, consente a migliaia di inferociti anti-razzisti la distruzione di strade, case, negozi e chiese?
Mi si risponderà, probabilmente che la libertà da difendere è quella che io stesso sto esercitando nella scrittura di questo articolo. Ma la domanda davvero dirimente è: in televisione, in radio, su di un giornale di rilevanza nazionale, sarei libero di esprimere questi pensieri senza subirne ripercussioni sociali, economiche, lavorative e forse giudiziarie? Se poi la libertà che difendiamo, è quella di uno spazio omogeneo esclusivamente nel garantire diritti degenerati ad ogni forma di perversione, allora depongo la penna e mi inchino. Mi chiedo però che se ne facciano di “questa” libertà i tanti conservatori, o presunti tali, che approvano e propugnano l’idea di uno Scontro di Civiltà.
Dall’altra parte però non c’è il katéchon, non c’è la Terza Roma, non c’è la Grande Madre Russia e non c’è la gloriosa Chiesa Ortodossa che rimpiazzerà la decadente Chiesa Cattolica.
La Chiesa Ortodossa, per cominciare, è una realtà scismatica ed eretica, suddivisa in svariati rivoli per questioni più politiche che teologiche, che sul piano morale ammette le seconde nozze, sebbene adornate di carattere penitenziale – alla faccia dell’intransigenza morale che le si attribuisce -, e in taluni casi anche le terze. Inoltre la Chiesa scismatica russa non sembra riuscire a vitalizzare particolarmente i propri fedeli, almeno non tanto di più della Chiesa Cattolica a guida modernista. Infatti se circa l’80% dei russi si definisce Ortodosso, secondo la Fondazione FOM, soltanto il 3% frequenta regolarmente la messa e assume impegni sociali in quanto cristiano. Sempre secondo i dati della stessa fondazione, in Russia il rapporto sacerdote-credenti è pari al valore medio di un sacerdote per 6.050 credenti. Ad esempio, invece, nella più vitale delle Nazioni Cattoliche, la Polonia, il rapporto è di un sacerdote per 1.103 credenti.
A livello sociale, inoltre, non sembra sussistere il modello tradizionale che in troppi attribuiscono alla Nazione guidata da Vladimir Putin. Infatti nella Federazione Russa avvengono in media 600.000 aborti procurati annui e un simile numero di divorzi (nel 2021 se ne sono conteggiati 644.207 e la cifra sembra in costante ascesa). Per non parlare, poi, della continuità storica che la Russia contemporanea continua a rivendicare con la tragica parentesi sovietica, particolarmente sul piano simbolico e storiografico, con parate a tema e censura di istituti di ricerca concentrati sulle vittime del comunismo russo, come Memorial Internazionale.
Insomma l’Occidente liberale a guida statunitense e il Gigante Russo “ortodosso” sono due versioni della Modernità, intesa come fenomeno assiologico, che lottano, non per imporre presunti valori di cui sarebbero depositari, ma per meri interessi di potenza regionale ed influenza. In attesa dunque che il Vero Bene ritrovi i suoi vessilli, e ciò non può che avvenire da Roma, l’unica esistente, quella Cattolica e Papale, si può soltanto auspicare un reciproco contenimento di questi due Mali, poiché la totale sopraffazione di uno solo sull’altro potrebbe risultare fatale.
Manuel Berardinucci
Infatti a volte mi viene da pensare che Putin stia sostanzialmente facendo la sua parte, far fallire l’Europa per dare modo alla cricca di Davos di implementare il NWO il prima possibile proprio partendo dal vecchio continente.
Del resto il bene e il male non stanno mai completamente da una parte, anche se in questo momento USA ed EU mi sembrano incarnare il male assoluto. Ma forse se vivessi in Russia vedrei le cose da una prospettiva ancora diversa.
Sì sì, tutti falsi scontri, siete veri voi con le vostre fisime da segaioli Incel.
Da Roma popolata da presunto papa… no potrà venire in tempi brevi altro che fuffa telecomamdata…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/