LA PRESIDE, IL SESSO E LA SOCIETÀ DEL CONTROLLO (di Matteo Fais)
La donna e l’uomo nascono eroticamente poliformi e liberi, ma ovunque si ritrovano in catene. Anche il femminismo e la liberazione sessuale, contrariamente a quanto si potrebbe credere, non fanno altro che imbrigliare la sessualità entro una serie di vincoli e restrizioni che la mortificano e la intristiscono, fondamentalmente riproponendo – quando non inasprendo -, in chiave laica, la vigilanza che fu dell’ordinamento religioso.
In questo nostro universo che vorrebbe apparentemente abolire il limite, ci troviamo in realtà più limitati che mai. Questo gesto è molestia, quello è tossico, quell’altro è lesivo della “sua dignità di donna”, ed eccone un altro ancora da proibire in quanto inammissibile entro un “rapporto paritario”. Oramai, una scopata è divenuta un percorso a ostacoli dove è praticamente impossibile non fare una mossa sbagliata, da condannare immediatamente e mettere all’Indice social.
L’ultimo caso, in ordine temporale, quello della Preside, Sabrina Quaresima, e del diciannovenne del liceo romano, è in tal senso paradigmatica di una società sempre più oppressiva e costrittiva, che ci controlla dai pensieri più reconditi ai moti genitali celati dall’intimo che indossiamo.
Certo, qualcuno dirà che, al netto della libertà di interazione sessuale tra due esseri adulti e consenzienti, non possono essere ammessi determinati comportamenti che potrebbero andare a turbare un ordine basato su una gerarchia netta, posta a garanzia di un’assoluta imparzialità di giudizio nella valutazione del percorso scolastico degli studenti. Tutto giusto, per carità, ma che palle!
E se al ragazzo piacesse giocare alla subordinazione, se non addirittura sentirsi mentalmente vittima di una donna più grande, farsi guidare all’interno di un circuito perverso? È un suo diritto? Più di tutto, a ogni modo, l’erotismo è, sempre e in buona parte, una trasgressione. Ogni proibizione è un erotico richiamo al suo superamento.
Si vocifera che i due si siano ritrovati in macchina, in un luogo appartato. Si può facilmente immaginare la scena, se si ha un po’ di esperienza di vita. La donna più grande, quel suo fare materno che comunque non riesce a farne venire meno la sensualità. Lui è un adolescente, ha sete di nuove esperienze, possibilmente proibite. Nessuno li vede e nessuno si duole. Le mani non riescono a trattenersi. I loro corpi così diversi e proprio perciò calamitati da una strana forza che fa quasi paura, ma ha il sapore dell’irresistibile. Lui vuole sapere com’è il sesso con una donna, quando per il momento ha conosciuto biblicamente solo ragazze. Lei ha unicamente un vago ricordo dell’erezione furiosa che può avere un giovane uomo ancora quasi imberbe…
Per carità, poi, questa è letteratura, un’ipotesi campata per aria. Chi può dirlo cosa sia successo realmente. Il problema è semmai: possiamo ancora permetterci di vivere una gioia liberatoria, senza stare sempre lì a domandarci se sia giusta o sbagliata, socialmente ammessa o meno, tossica o approvata dalla gerarchia scolastica? O, forse, ci vuole un nullaosta con tanto di timbro e controfirma del Grande Fratello? Perché il punto è questo: è rimasto uno spazio, in questo mondo, in cui non si viene ripresi e controllati, in cui non si deve rendere conto, a una burocrazia asfissiante, almeno dei propri trastulli genitali? In fondo, il sovraintendere del Potere sulla dimensione sessuale è speculare all’igienismo oggi dominante, dal vaccino alla mascherina, in cui ogni gesto deve essere tenuto sotto osservazione per evitare il contatto, l’interazione e la sporcizia delle relazioni.
Sì, poi, meglio ripeterlo, è sbagliato che professori e allievi abbiano interazioni sessuali, anche se non è sempre stato così, come insegna il mondo greco e come è naturale che sia, visto che spesso si inizia con uno scambio intellettuale per poi approdare a uno di liquidi. Succede. Siamo esseri sessuali e, come insegna Sartre, non siamo tali perché abbiamo degli organi genitali, ma siamo casomai degli esseri sessuali a cui capita di avere dei genitali. Il sesso, insomma, è ciò a cui tutto tende e ogni interazione è in fondo erotica. Oltre, vi è solo la morte. Prima di allora, però, lasciateci il piacere di qualche sordido momento di libertà.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Imbrigliati in pippe mentali sin da primordi… tipico di noi bipedi idioti…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/