IN CAUSA CONTRO LA “BENEDIZIONE” PER I BAMBINI, FUSI VINCE A MANI BASSE (di Matteo Fais)
Quando non manipolano le cose e non fanno qualcuna delle loro solite porcherie, grazie a una magistratura compiacente, la verità viene sempre a galla. Anche se cercano in ogni modo di boicottare, sviare, e fare gli interessi di chi li paga, c’è ogni volta, grazie al cielo, il medico che non si piega, come il giudice che non accetta se non di attenersi al Diritto.
L’antefatto è molto semplice. Pistoia. Una coppia separata. La madre vorrebbe far inoculare i figli neanche dodicenni. Il padre dice no. Lei lo porta in tribunale. Per sua fortuna, l’uomo è difeso da Emanuele Fusi, un avvocato che della battaglia free vax ha fatto una ragione di vita, lavorando notte e giorno, contro tutto e contro tutti. Una specie di guerriero spartano armato solo del Codice.
Contro ogni pronostico, con una sentenza storica, il giudice Lucia Leoncini ha dato ragione al padre e al suo difensore, riconoscendo che il vaccino anti SAR-COV-2 non è raccomandato per gli under 12 e, nel caso di Nuvaxovid, addirittura, l’uso è sconsigliato a chi non sia almeno diciottenne. Tutte le istanze principali delle piazze sono insomma state riconosciute, come la scarsissima mortalità tra gli infanti contagiati e la non necessità di conseguenza del vaccino per questi, così come l’altissimo rischio di effetti avversi.
Un successo imprevisto, ma ben motivato, che ha regalato un sollievo al padre dei ragazzi e una colossale soddisfazione a Fusi che ha finalmente potuto portare a casa il frutto di una battaglia oramai senza più fronti. Combattere sul filo del Diritto e avvalendosi dei dati scientifici non è operazione semplice. Bisogna crederci, perderci ore e giorni, sacrificare anche le domeniche, vegliando al lume di un principio più alto.
Ma l’aspetto più rinfrancante è il pensiero che, pur in una situazione evidentemente manovrata da volontà più alte e malgrado l’influenza di queste, si può ragionevolmente ancora pensare di far valere le proprie ragioni come dovrebbe avvenire in una democrazia. Insomma, non è vero, come molti sostengono, che resistere non serve a niente, che bisogna contagiarsi o fare carte false per ottenere un pass da un medico compiacente, piegandosi comunque al diktat del Sistema.
No, lottare si può e si deve. Bisogna protestare in piazza e, quando questo non sia bastevole, ricorrere alle vie legali, senza comunque perdere la speranza. Tante persone, malgrado la promessa di abolizione dell’infame tessera verde, continuano a farlo ogni settimana. Non bisogna mai dimenticare che, ogni cedimento a questi pazzi che ci impongono la follia, dà loro motivo per insistere e aggiungere di volta in volta una nuova assurda richiesta che presto diverrà normalità presso le masse.
Siamo qui per farci valere, per affermare i nostri diritti e le nostre libertà. L’impegno delle persone come Fusi, dei tanti medici che pur avendo ceduto al ricatto non hanno mandato il cervello all’ammasso, sta a dimostrarlo. Dunque, denunciate, se potete. Non accettate il compromesso, non diventate corresponsabili dell’abiezione. Vivere senza mai lottare per un qualcosa che vada oltre la nuda esistenza è peggio che morire, è indegno verso il proprio essere uomini.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.