I SALVATORI VEGETARIANI E LA PANDEMIA (di Matteo Fais)
Strano mondo il nostro: siamo sovrappopolati, ma abbiamo paura di una pandemia dalla mortalità infinitesimale. Consumiamo quello che una popolazione evoluta dovrebbe consumare, ma sono tutti preoccupati se muore qualcosa come meno dell’un percento tra noi.
Più contronatura di così non si potrebbe. Eppure, il “Corriere della sera” auspica il cambiamento delle nostre abitudini alimentari – da onnivori a vegetariani – per ridurre l’emissione di gas e il riscaldamento globale.
Ma che ragionamento è? Siamo in sovrannumero, come dicono tutti, consumiamo troppo, e ci lamentiamo se una pandemia, come è sempre stato dall’inizio dei tempi, si porta via i soggetti più fragili. Insomma, dobbiamo sopravvivere tutti, a lungo, e dovremmo farlo come pacifiche mucche in un bucolico pascolo verdeggiante.
Che follia! Che idiozia, poi, che tutta la colpa venga data al nostro consumo alimentare. Abbiamo cellulari che non durano una sega perché, a furia di aggiornamenti, pur svolgendo le medesime funzioni, divengono obsoleti in tempi record. I nostri computer non ne parliamo. Ogni oggetto che possediamo risulta sorpassato entro pochi anni, senza che ciò sia necessario, eppure, la colpa è della bistecca e del prosciutto.
Pare tutta una gigantesca pazzia, in questa folle rincorsa verso un progresso che non ha mai fine e che non si capisce bene a cosa debba condurre. Non abbiamo neppure un’idea di cosa ci stiamo a fare qui.
Questo pianeta esiste perché noi lo si consumi o perché lo si preservi? Se non si capisce questa domanda dal sapore metafisico, si rischia di trovarsi come quello che conserva la scatola di cioccolatini per anni, attendendo “il momento opportuno”, fino a morire lui o a trovarla ormai rancida e ammuffita.
Certo, il sospetto più grande è che tutte queste ramanzine siano propaganda da Istituto Luce 5.0, un modo come un altro per farci accettare l’idea di tornare alla vecchia dieta dei miserabili – minestrone dal lunedì al sabato –, per lasciare le prelibatezze solo ai ricchi. Premesso che le cose vanno già così, su per giù – tu mangi l’hamburger dell’Eurospin, le cozze cilene sottovuoto, mentre loro solo tagli scelti e roba appena pescata –, bisogna sempre stare attenti ala fregatura. Pensare che il “Corriere” e gli altri giornali famosi nelle varie nazioni abbiano a cuore le sorti del popolo è di un’ingenuità imbarazzante.
Ogni volta che sentite un ricco parlare del futuro dell’umanità, sappiate che lui consuma il miglior cibo al mondo e si fa arrivare una pietanza da Ovest e l’altra da Est. Che vada a fare in culo, se permettete! A noi, vuole lasciare gli insetti – RICCHI DI PROTEINE –, ma lui si riserva il filetto.
Purtroppo, la gente ci casca. Crede a Greta e a Bill, mentre cerca la scatoletta di tonno in offerta al MD. Praticamente, è come se uno venisse a dirti che troppi rapporti sessuali rischiano di portare il cancro all’utero delle donne, dunque lui se ne deve chiavare 5 per ridurre l’impatto e tu ti devi fare le seghe. Fantastico, e le persone se la bevono. Se siete intelligenti, dovete fottere a questi figli di puttana tutte le bistecche e mangiarvele alla faccia dei coglioni.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
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