Il Detonatore

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SUSANNA TAMARO VA DOVE LA PORTA IL CUORE, MA LA LOTTA NON LE RIESCE PROPRIO (di Clara Carluccio)

Susanna Tamaro sarà anche brava ad andare dove la porta il cuore ma, per scrivere sul “Corriere della Sera”, si è dimostrata abile anche nel difendere dalle intemperie il suo avveduto posteriore – che si è parata abbondantemente nella stesura della lettera al nostro stimatissimo Presidente del Consiglio. 

Non mi aspettavo certo una presa di posizione audace e pasionaria ma, in quelle parole così ben calibrate, che girano vagamente a vuoto, l’inconsistenza è tangibile. 

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La Tamaro si è accorta, alla seconda medaglia vaccinale, che anche il suo lasciapassare ha una scadenza. Da ciò ne sono conseguiti certi piccoli disguidi quotidiani che i tanto disistimati cittadini di serie b – quei fascisti dei no green pass – vanno denunciando e farneticando da tempo. Non può entrare al bar, in posta, o nella sua baita preferita. Pertanto, ha ritenuto i tempi sufficientemente maturi per esprimere qualche perplessità sul green pass. Alla buon ora! A me sinceramente, delle sue riflessioni, come di chiunque altro abbia taciuto fino adesso, non importa niente. 

È veramente troppo tardi per indignarsi, avanzare pensieri tiepidi e diplomatici. È da Agosto 2021 che la gente si raduna in piazza per sensibilizzare sull’argomento e già prima denunciava la deriva dittatoriale e illegale che prendeva piede. Qualcuno è stato percosso per difendere la libertà, mentre veniva tacciato di terrorismo da tutte le testate giornalistiche, tra cui, ovviamente, quella per cui lavora la scrittrice del cuore oltre l’ostacolo. Ma non si è mai accorta dei titoli offensivi del quotidiano della serva? 

La Tamaro è solo un esempio ma, gente simile – un pò di qua e un pò di là -, che per quieto vivere si astiene da ogni presa di posizione esplicita, pensa di fare del bene alla comunità, mantenendo un clima disteso, amichevole. Non vogliono rogne, loro. Vanno d’accordo con tutti. Mi casa es tu casa. Purtroppo, però, il silenzio è complice, sempre. Soprattutto in questo periodo.

Ma, come se non bastasse, a dare inizio alla lettera è una reverenzialità stucchevole, un’implicita convinzione che il Primo Ministro accoglierà tra le sue braccia amorevoli le perplessità di una romanziera che si è accorta delle storture del suo Governo: “Gentile presidente Draghi, mi dispiace rubarle un po’ del suo tempo prezioso e se lo faccio è perché credo che, a questo punto, il nostro Paese abbia bisogno di una riflessione seria e non partigiana su quello che sta ancora succedendo”. Sì, credici che a Draghi importi qualcosa dei tuoi toni cordiali, dei problemi delle persone comuni. Parliamo dello stesso amabile signore che ha condannato la Grecia al massacro economico e sta portando al fallimento le piccole e medie imprese italiane. Non sia mai che venga negato il meritato rispetto ad un’alta carica dello Stato. 

Mi sono domandata se la Tamaro, più che scrivere, non faccia l’aiuto cameriera, quella che deve rivolgersi prima alla governante capo e poi, eventualmente, al padrone di casa. Il Paese sta vivendo un dramma sociale che avrà esiti tragici e le avvisaglie c’erano tutte, fin dall’inizio. Dopo una lunga analisi delle incongruenze nella gestione della pandemia e delle limitazioni, Susanna Tamaro la butta sul piano materno e rievocativo: “Caro Presidente, credo che anche lei durante l’infanzia abbia giocato a nascondino, si ricorda di quel momento magico in cui si urlava “tana libera tutti”? Forse il nostro Paese ha bisogno proprio di questo.” 

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Ma certo, dopo la lettera petalosa, portiamo il signor Draghi anche al Luna Park, mettiamolo sul cavallo a dondolo e offriamogli dello zucchero filato per aiutarlo a fare pace con il fanciullo che è in lui. Servirà a recuperare un pò di pietà per il popolo oppresso? Non credo proprio. Ma, soprattutto, il popolo italiano, se solo non fosse composto principalmente da bestiame da cortile, non avrebbe mai permesso che si arrivasse ad un simile scempio umano e sociale. Se solo fossimo coesi non avremmo nemmeno bisogno di qualcuno che ci “liberi dalla tana”, perché non ci saremmo mai fatti rinchiudere in un cunicolo per conigli. 

Susanna, fai così, gira i tacchi e torna a scrivere libri da allegare al “Corriere della sera”. Lascia la lotta a chi la penna la usa come spada e non come lecca lecca per Draghi.

Clara Carluccio

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