“HA STATO” SALVINI, QUESTA VOLTA PER DAVVERO – STORIA DI UNA SCONFITTA ANNUNCIATA (di Davide Cavaliere)
Fino a due anni fa era impossibile criticare Matteo Salvini, si correva il rischio di essere linciati dalle sue attempate sostenitrici come Orfeo dalle Baccanti. Da quando la Lega ha deciso di appoggiare Draghi, cioè una specie di governo Conte ter cementato dal rifiuto grillino di tornare alle urne, le groupie di Salvini e i salviniani di ferro si sono nebulizzati. L’onanismo sui discorsi di Molinari e i video di Bagnai non si pratica più.
Ora che siamo al riparo dagli artigli smaltati delle militanti leghiste con la nostalgia del banchetto domenicale, possiamo, anzi dobbiamo, ricapitolare tutti gli errori commessi dal «capitano». Giusto per ricordare a coloro che ci leggono di che pasta sono fatti i «leader» di quel rottame chiamato «Lega».
Molti si sorprenderanno di questo astio, dopotutto Draghi e Speranza hanno fatto e stanno facendo di peggio, ma a ben vedere, se l’Italia è diventata una prigione sanitaria popolata da individui marchiati con un codice a barre, robot anti-assembramento, richiami vaccinali infiniti e l’antiterrorismo che, di notte, come il KGB, piomba in casa di coloro che hanno osato sollevare dubbi sulla filantropia della Pfizer, la colpa è di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Grazie alla vigliaccheria dei sopraccitati leader del sovranismo italico, qualsiasi resistenza degna di nota è morta sul nascere. I due non solo non hanno mai organizzato manifestazioni di protesta, ma non hanno nemmeno appoggiato quelle organizzate dalla società civile e dai lavoratori, a cominciare dai portuali di Trieste. La Lega, ormai declassata a sciuscià di Draghi, le ha persino avversate attraverso la voce dei suoi governatori.
Salvini e Meloni avrebbero potuto organizzare proteste imponenti contro il mostruoso certificato vaccinale, fare ostruzionismo in parlamento, raccogliere fondi per pagare le multe a quanti si sono opposti alla tessera verde, coordinare un vasto movimento di disobbedienza civile, pianificare delle azioni collettive legali contro i provvedimenti del Governo, ma hanno preferito la strada, suicida, della moderazione e della collaborazione.
L’inarrestabile declino della Destra a trazione leghista è iniziato nell’estate del 2019, quando un Salvini galvanizzato dai sondaggi decise di staccare la spina al primo governo Conte, sottovalutando il timore del voto dei cinquestelle. Quest’ultimi, infatti, terrorizzati dall’idea di dover tornare a vendere ciabatte di gomma al mercato rionale, si sono alleati col Partito Democratico, dal quale sono stati fagocitati in breve tempo. Le Lega si è trovata estromessa dai ruoli di governo e con l’arrivo del COVID-19, i tradizionali «cavalli di battaglia» dei salviniani, gli spacciatori magrebini e il made in Italy, sono passati in secondo piano, determinando un crollo nei sondaggi.
Con il sopraggiungere di Draghi, la Lega ha appoggiato il banchiere nel tentativo, fallito, di portare le istanze della Destra in un governo sbilanciato a Sinistra. Salvini non ha ottenuto niente dall’ex presidente della BCE, nemmeno la rimozione del disastroso Ministro degli Interni. Ma la disfatta della Lega salviniana si è consumata in questi giorni, con le votazioni per scegliere il Presidente della Repubblica. Impossibilitata a far eleggere uno qualunque dei suoi candidati, la Lega ha accettato la rielezione di Mattarella.
Nel 2023, con un parlamento rinnovato, nel quale i sovranisti saranno ampiamente ridimensionati, Mattarella si dimetterà e Draghi sarà «incoronato» al Quirinale. Alla presidenza della Repubblica ci sarà un nuovo custode dell’ortodossia progressista ed europeista. Il partito trasversale delle chiusure e del controllo avrà vinto. Ottenere un risultato così disastroso era difficile. Matteo Salvini ci è riuscito. Dobbiamo riconoscerglielo. Come perde lui, mai nessuno nella storia.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-israele Today”