IL VERO LIMITE ALLA RIVOLUZIONE SEI TU E DEVI SENTIRTI IN COLPA (di Matteo Fais)
“Il grosso problema è che le persone non credono che una rivoluzione sia possibile e non è possibile perché non credono che sia possibile” (Theodore John Kaczynski)
È proprio vero che volere è potere, almeno se si parla di un piano collettivo d’azione. Altrettanto vero è che, se si ha da incolpare qualcuno per un determinato stato di cose negativo, la massa spesso non avrebbe che da guardare, da prima, allo specchio e, successivamente, a chi gli è immediatamente prossimo.
Oltre il discorso astratto, tutta la situazione che stiamo vivendo, tra i nuovi crediti sociali – il green pass –, i vaccini obbligatori senza l’obbligo e via elencando, è fondamentalmente colpa nostra. Noi siamo più o meno, per usare degli esempi terra terra, come la classe che permette al bulletto di vessare i più deboli; o la donna che decide di restare con l’uomo che da amante si è tramutato in aguzzino. In buona sostanza, ce lo meritiamo quel che ci sta capitando.
Del resto, a fronte anche di un discreto malcontento montante nel web, il grosso delle piazze anti green pass – fatte salve alcune nobili eccezioni al Nord, come Milano e Torino – restano semideserte o, comunque, scarsamente frequentate. Ogni città ha conosciuto la sua giornata di gloria, con una folla imponente, ma quasi mai una simile risposta si è ripetuta.
Tutti gli sparuti frequentatori abituali hanno cercato di muovere parenti e amici con chiamate alle armi, ma i risultati sono stati piuttosto deludenti. Chi ancora a distanza di sei mesi sta pensando se sia il caso di scendere in strada; chi il giorno è stanco e deve riposare; chi la sera ha una cena a casa di amici; chi questo e chi quello. In Italia, lo sappiamo c’è sempre una scusa per non fare un cazzo ed evitare di impegnarsi. Oltre lo sforzo sociale dell’aperitivo – al cui appuntamento, comunque, nessuno si presenta mai puntuale –, la coscienza etica dell’uomo medio si sfalda come un vecchio tessuto ammuffito.
Forse, molte persone si sono erroneamente convinte che basti commentare su Facebook insultando Mentana e il resto dell’accozzaglia, più o meno come credono che avere un rapporto sia scambiarsi fotine dei proprio genitali, su Messanger, con una ragazza, anche senza incontrarla mai. Insomma, persino la rivoluzione è diventata virtuale, una combinazione di 0 e 1, un codice binario di rabbia, per cui la piazza, la folla, la gente, le urla, la rissa e la carica della polizia sono forse qualcosa di troppo vintage per questi nuovi abitanti del mondo social.
È geniale come il Sistema sia riuscito a fornirci un muro del pianto sul quale dare sfogo al nostro dissenso, senza che questo esca mai fuori dall’etere per coinvolgerci a livello muscolare e fisico. Ciò che dovrebbe essere propulsivo, la piattaforma, e trampolino di lancio verso l’esterno, è divenuto habitat primario bastevole a sé stesso.
È incredibile pensare che ci vorrebbe così poco per rovesciare la situazione vigente, se solo non ci fosse un popolo anestetizzato e beato nella sua nuova dimensione protetta. Purtroppo, però, per fare qualcosa di concreto, abbiamo bisogno di tutti. Per questo, ogni giorno che il buon Dio manda in terra, bisogna ricordare a chi ci sta vicino la sua colpa inemendabile, per cui non ci sarà redenzione di fronte al tribunale della Storia.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Concordiamo con opinione sopra espressa… e garantiamo che cinquant’anni fa un green pass per accedere a facoltà umanistiche avrebbe provocato messa a fuoco di facoltà stesse… ecco tra tutte prepotenze perpetrate da questi necrofori dittatori… vedere studenti universitari accedere a facoltà dietro presentazione lasciapassare è ciò che più ci ha fatto male…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Verissimo. Lo sento puntato anche verso di me quel dito. Ed è frustrante. Nonostante in piazza a Milano qualche volta ci sia andato, nonostante abbia litigato con molti (ex) amici e familiari stretti, nonostante abbia scelto come azienda fin dal primo momento di pagare i tamponi ai collaboratori che avessero legittimamente scelto di non vaccinarsi, nonostante qualcosa abbia fatto…sento che non basta. Forse è la mancanza di un leader, di un organizzazione e di una forte ideologia che accomuni e coinvolga questo grande numero di persone che nonostante siano tante, non contano.
Il problema è che siamo minoranza. A molti questa situazione piace o comunque non dispiace: hanno dato il braccio, hanno il super GP e quindi sono tranquilli.
Se anche facessimo noi una protesta, passeremmo dalla parte del torto.
Le minoranze, dai tempi antichi non da ora, l hanno sempre presa in culo.
Caro Matteo, ho sempre letto i tuoi scritti apprezzandone la capacità di arrivare al punto delle questioni con semplicità. Mi è capitato di leggere e di sobbalzare sulla sedia per la traduzione di un mio pensiero in modo talmente chiaro che nemmeno io, come autore del pensiero, avrei saputo fare meglio. Mi perdonerai dunque la franchezza, visto che si tratta di una dote che non hai mai nascosto di apprezzare. Trovo che questo tuo continuo insistere nell’essere l’ultimo baluardo (insieme a pochi fratelli) della resistenza contro quella che definisci dittatura sanitaria ti stia trasformando in una macchietta. Certo hai le tue idee e fai bene a mostrare coerenza, tuttavia sono parecchi articoli in cui non fai altro che ripetere lo stesso cliché: vi dico perché io faccio bene a fare così e gli altri sono dei pecoroni. Cambia qualche aggettivo e qualche citazione ma il succo è sempre quello. Noia. Vorrei inoltre rivelarti un segreto…Sai che c’è gente che ha deciso di farsi il vaccino semplicemente per salvare la propria pellaccia fottendosene degli altri e altrettanto bellamente se ne fottono di quello che può capitare a chi non si vaccina? Mica per il bene dell’umanità. Sono tra i buoni o i cattivi questi? Alla fine non vanno in giro a convertire nessuno, non vi muoveranno mai nessuna critica e state certi che non alzeranno la mascherina quando incroceranno per strada un irriducibile no Vax. Per me possono tutti vivere e di conseguenza morire liberamente.