UNA NUOVA COMUNITÀ TRA LE ROVINE (di Davide Cavaliere)
A partire dal 1 febbraio, l’oscena Repubblica Italiana diventerà, in modo definitivo, uno Stato di apartheid, un regime segregazionista alla pizzaiola. Mentre tutto il mondo, salvo rare eccezioni come l’Australia, procede verso la normalità pre pandemica, l’Italia introduce nuove restrizioni e istituzionalizza la discriminazione di una minoranza, quella dei non vaccinati.
Si tratta di misure prive di qualunque fondamento scientifico, immorali e antisociali, che hanno come unico scopo quello di perseguitare un gruppo di cittadini, uomini e donne trasformati in capri espiatori al solo fine di occultare gli obiettivi a lungo termine del Governo.
La repubblichina della ruota di acciaio dentata e dell’ipocondria elevata a stile di vita sprofonda nel ridicolo e nel sadismo, come certe autocrazie del terzo mondo. Persino la setta filantropica Amnesty International si è accorta della stomachevole violazione dei diritti umani perpetrata in questa mesta penisola.
Gli italiani, popolo notoriamente abituato a chinare il capo e a prostituirsi al padrone di turno, in lockdown etico e mentale da marzo 2020, accettano con bovina tranquillità che milioni di persone siano sottoposte a divieti e controlli da dittatura maoista. A questi invertebrati gonfi di «senso di responsabilità» andrebbe ricordato che non sono «liberi», che la loro libertà è temporanea, subordinata alla vaccinazione e al buon funzionamento dell’app «Verifica C19».
Gli imbecilli con la tessera verda deridono i non vaccinati, si pascono delle loro difficoltà, e continuano a non capire di essere loro le prossime vittime. Il sistema che supportano, quello del «green pass», non è temporaneo, bensì permanente e la Cina è lì a mostrarci cosa diventeremo. I pluri-vaccinati non prenderanno mai atto della mostruosità di tale sistema, per il semplice fatto che non hanno problemi a conformarsi alle direttive del potere.
Siamo dentro a una guerra civile a bassa intensità, vaccinati contro non vaccinati e inoculati col ricatto. È più che mai necessario, come suggerisce il filosofo Giorgio Agamben, «creare qualcosa come una società nella società, una comunità degli amici e dei vicini dentro la società dell’inimicizia e della distanza. Le forme di questa nuova clandestinità, che dovrà rendersi il più possibile autonoma dalle istituzioni, andranno di volta in volta meditate e sperimentate». Opporsi alla violenza organizzata dello Stato è un imperativo.
Con decisione dobbiamo rifiutare il fanatismo della «nuda vita», la cancellazione del volto e la religione aberrante della salute con i suoi sogni di vita igienizzata. Non attendiamo né un dio né un leader carismatico, cerchiamo piuttosto qui e ora, fra le rovine morali e presto materiali che ci circondano, come sopravvissuti di un’epoca svanita, di boicottare il potere e di coltivare una forma di vita pienamente umana, perché ne abbiamo memoria e possiamo ancora farne esperienza, anche se le forze dell’alienazione tentano di impedircelo.
Lo scontro in atto non è tra pro vax e no vax ma tra umani e post-umani o dis-umani; tra quanti credono che la vita sia un intreccio di relazioni e quanti un mero funzionamento di organi. Mentre fuori caracollano non-viventi in mascherina, aprite le vostre case ai resistenti. «Restiamo umani» non è più il motto consunto di una Sinistra ipocrita, ma una pressante necessità.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.