UNA FAVOLA COMPLOTTISTA PER GENTE NON CRESCIUTA: PURDUE PHARMA (di Clara Carluccio)

All’interno della congrega vaccinista esistono due categorie di adepti: quelli che metterebbero al rogo i no-vax, dopo averli derisi e seviziati, e quelli che aspettano l’apocalisse influenzale per la resa dei conti. 

Questi ultimi, più magnanimi, dopo due anni di diatribe social, hanno scelto la superiore indifferenza e, come saggi profeti dal quieto spirito Confuciano, attendono sulla riva del fiume che il cadavere non vaccinato del loro nemico gli passi davanti, per sputargli comodamente addosso senza sporcarsi le mani. “Lasciateli perdere quei coglioni. La selezione naturale farà il suo corso”. Namastè, fratelli carissimi. Ma siete sicuri che, i vostri monaci della sanità, non si stiano servendo di voi? 

Esiste una bella favola complottista che narra delle vicende di un’azienda farmaceutica, la Purdue Pharma, che avrebbe indotto al sonno eterno circa 500.000 persone negli ultimi vent’anni. Far far away, negli Stati Uniti, nei laboratori della sua inespugnabile fortezza, produceva oppioidi – farmaci per il controllo del dolore – che inducono ad una rapida dipendenza e alla morte per overdose. Come accaduto al cantante Prince. 

L’azienda, che aveva molto a cuore la salute dei poveri, ha ammesso – durante una delle tante cause mosse contro di lei – di aver dato notizie false alle agenzie di controllo per evitare rogne, rendendosi responsabile di illeciti criminali. Grandi finanziamenti sono stati riservati alla propaganda di marketing, particolarmente accanita, per convincere i medici a prescrivere i farmaci. Qui, il link per chi vuole leggere la storiella prima di dormire, per sogni d’oro negazionisti: https://amp.cnn.com/cnn/2021/09/02/politics/what-matters-sackler-opioid-purdue-pharma/index.html

Niente di diverso, nell’era Covid: minimizzazione dei rischi da vaccino, ossessiva campagna pubblicitaria a favore del siero, probabile corruzione di personale sanitario e non solo. Con il surplus di una istigazione all’odio senza precedenti contro chi non vuole consegnarsi alla sperimentazione farmacologica e la privazione di tutti i diritti fondamentali dell’essere umano. Inoltre, l’umiliazione del Dottor Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova – trovato impiccato lo scorso Luglio -, la cui terapia al plasma, violentemente rigettata nel nostro Paese, viene utilizzata in Russia con soddisfazione  (https://www.byoblu.com/2021/12/31/cura-de-donno-la-russia-approva-farmaco-da-siero-iperimmune/).

Niente, all’infuori del vaccino, è consentito. Nessuna cura, nessuna opinione. Tanto che la spregevole Lucarelli non si è fatta scrupoli – nemmeno post mortem – a definire De Donno “una personalità complessa con manie di grandezza”, “il medico dei miracoli”, “il Messia che salvava tutti”.

È vero, ai cosiddetti no-vax, le cose non stanno andando molto bene. Eppure, la strage di oppioidi dovrebbe essere un esempio – per tutti – di come non si debba riporre cieca fiducia nelle case farmaceutiche, e soprattutto, in coloro che se ne fanno servili portavoce. Sarebbe apprezzabile, quanto meno, non fare la guerra a chi sceglie di non arricchirle o presentarsi alla loro porta in qualità di potenziale cavia. 

Possibile che, solo in Italia, a nessuno importi che diversi lotti di vaccini Moderna, Astrazeneca o Jhonson & Jhonson, in altri paesi siano stati ritirati a causa di episodi di trombosi e decesso conclamati? Ma figuriamoci, da queste parti si guarda ancora con disprezzo chi cammina per strada senza mascherina. 

Cari ultra vax, ultra chiusuristi e ultra discriminaristi, sarà anche in corso una selezione ma qui, di naturale, c’è ben poco. 

Clara Carluccio