Il Detonatore

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LIBERTÀ E PANDEMIA – UNA SCELTA ESTREMA (di Matteo Fais)

Un importantissimo filosofo francese del Settecento, Jean-Jacques Rousseau, disse che “l’uomo nasce libero, ma ovunque è in catene”. Mai fu sostenuta cazzata più colossale nella storia delle idee e del pensiero.

Se interroghi un coglione qualsiasi, quindi, per esempio, l’uomo della strada, questo ti dirà che lui si è vaccinato perché non c’era altra scelta. Palesemente, quest’uomo mente, o cerca di pararsi il culo, perché non ha idea di che cosa sia in concreto la libertà. Non ne ha idea come la maggior parte dei suoi simili.

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Ogni libertà esiste solo come opposizione a delle catene. Quella che loro chiamano libertà non è la libertà che vige nella realtà, ma quella del sogno. In esso, io posso volare, accoppiarmi con la donna che preferisco, salire su una parete liscia e priva di asperità a mani nude.

Nella concretezza, invece, la libertà si dà solo come opposizione a un stato di cose che io mi trovo ad affrontare e che mi oppone la sua resistenza. È perché io voglio andare li dove il mio sguardo si perde che quelle montagne che mi stanno davanti si manifestano come un problema. O, se preferite, è perché io voglio recarmi da Anna che l’automobile guasta mi crea un fastidio. La libertà, insomma, non incontra se non i limiti che si pone e nel porli mette alla prova i nostri reali intenti.

Più prosasticamente: tutti quanti potremmo fare un scelta conformista. Ci chiedono di vaccinarci con una sostanza che evidentemente non è sicura e non immunizza dal covid? Siamo liberi di scegliere il da farsi. Se per noi non è svilente piegarci alla volontà governativa, possiamo semplicemente fare una telefonata e recarci al più vicino hub vaccinale. Dobbiamo solo ricordarci che non siamo costretti, ma bensì soggetti che scelgono volontariamente di cedere a un’imposizione. Non esistono condizionamenti, solo persone che scelgono di lasciarsi condizionare.

Infatti, anche di fronte alla possibilità di perdere il lavoro, finire sul lastrico, spararsi un colpo in testa o sparare contro di loro, ognuno vive l’angosciante fardello della propria responsabilità individuale. Io sono libero di opporre il mio no. Direte voi: ma, nel caso, perderai il posto di lavoro. La libertà non sarà mai gratuita. Insisterete ancora: tuo figlio non potrà andare a scuola. La libertà è sempre estrema e non esiste figlio che non si possa sacrificare sull’altare di questa.

Se si crede realmente in un principio, bisogna capire che questo può richiedere il sacrificio dei sacrifici. C’è gente che per la libertà si è presa un proiettile in faccia. Altri marciscono da decenni in galera. Tutta la storia dell’uomo è storia di migliaia di persone che si sono conformate, mentre sparuti gruppi di individui hanno deciso di essere liberi piuttosto che restare vivi. Da qui l’angoscia e il travaglio della scelta.

Tutto ciò che, però, i paraculi professionisti cercheranno di farvi credere è che voi siate senza scelta. Questa è una menzogna. Voi siete, come è sempre stato qualsiasi uomo in qualsiasi tempo, liberi. Se non deciderete di ribellarvi, liberamente accetterete di essere sottomessi. Se, di fronte all’imposizione più estrema, quella che non lascia scampo, non opterete per l’armarvi e affrontare anche la galera più nera e la violenza, voi non meritate la libertà che chiedete.

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Infatti, hanno ragione coloro che dicono: “I ristoranti che stanno al gioco del green, per quel che mi riguarda, possono pure fallire!”. Mentre ha torto il ristoratore che si difende sostenendo sostanzialmente che lui “tiene famiglia”. Se uno dà maggior valore alla sua famiglia che alla libertà dell’umanità, è un collaborazionista. Condivide la responsabilità con i suoi aguzzini. Morirà come un infame, insomma come ha vissuto.

Ma voi non fatevi turlupinare. Se noi reagiamo tutti insieme, loro non potranno imporci un bel niente. Se ci riusciranno sarà solo colpa nostra. In una guerra, non esistono vittime innocenti. E, anche se rimaneste da soli a difendere il vostro principio, non scordate mai che anche nella cella più buia, o nel gulag più gelido, voi restate liberi: potrete sempre sbattervi la testa contro il muro fino a morire, o gettarvi contro il filo spinato elettrificato. Solo allora dimostrerete quanto tenete alla libertà e quanto alla nuda vita che loro vi vorrebbero offrire in cambio.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

4 commenti su “LIBERTÀ E PANDEMIA – UNA SCELTA ESTREMA (di Matteo Fais)

  1. Per concludere questo articolo voglio far notare ai lettori la differenza tra “freedom” e “liberty” in inglese. Non credo esista tale differenziazione in italiano, o forse sono io a non conoscerla. In ogni caso consiglio a chi non conoscesse la differenza tra le due parole inglesi ad approfondire il tutto.
    In questo articolo si parla di freedom, non di liberty, che sarebbe poi la vera libertà interiore che ognuno di noi, almeno in teoria, possiede.
    Mentre liberty è l’insieme di concessioni donate dal potente di turno: in questo senso anche il green pass è liberty.

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