IL PARA-CUCULO PANDEMICO (di Matteo Fais)
Benvenuti a questa puntata di SuperQuark dedicata all’ornitologia pandemica, in cui ci occuperemo della figura del para-cuculo, o paraculo per i non addetti ai lavori.
Come saprete, nella giungla del covid-19, due fazioni nemiche si affrontano quotidianamente a suon di fact-checking mentaniani e più prosastiche prese d’atto della follia vaccinista, secondo la quale il siero magico garantirebbe l’immortalità. Gli animali pro-vax, in pieno delirio da salvatori della Patria, chiamano tutti alle armi e insultano chiunque avanzi dubbi sulla panacea di tutti i mali. Addirittura, propugnano una linea rigorista, da far invidia a Stalin, secondo cui i non vaccinati dovrebbero essere costretti all’inoculazione manu militari, se non si presentano di loro spontanea volontà all’hub più vicina.
Ma, come preannunciato, non è di queste due figure che tratteremo oggi, bensì di un personaggio terzo, il para-cuculo pandemico. Tutti quanti ne avete sicuramente almeno uno tra i vostri contatti Facebook. Il para-cuculo pandemico, infatti, vive e prospera in mezzo a noi. Prima della sua recente svolta evolutiva che l’ha fatto divenire pandemico, il para-cuculo era solitamente un animale mollemente politico, sempre appartenente al regno animale degli “infimi”.
Egli non è mai stato un estremista, ma è bensì da sempre un moderato. Tra fascisti e comunisti, lui ha scelto bene di situarsi al centro. Può avere indifferentemente simpatie di Destra o di Sinistra – non per niente è un para-cuculo –, ma comunque la sua posizione è di mediazione. Non alza mai la voce, non grida, sostiene che gli opposti estremismi gli mettano un’ansia che gli rode lo stomaco e gli procurino una diarrea quasi permanente. Lui deve restare calmo ed evitare di scomporsi. Non ama che si battagli per la dittatura del proletariato o per sventolare la bandiera nera. Lui queste cose le considera superate. Infatti, se si situa a Sinistra, il suo orientamento è progressista, ma senza tutte le esagerazioni del politicamente corretto, ed è convinto che l’affossamento del DDL Zan sia la prova della non esistenza di una lobby LGBT. Quando è di Destra, invece, gli piace la moderazione alla Filippo Rossi, l’atteggiamento molto british alla Monti, il tono pacato di Draghi.
Con la svolta evolutiva portata dal virus, però, egli ha tirato fuori il meglio di sé. Di fronte ai lockdown, ha invitato tutti a non prendersela a male per le restrizioni: le chiusure sono state solo una vacanza in cui si è stati costretti a restare in albergo. Non era necessario, dunque, fare manifestazioni di protesta, quando ci si poteva limitare a rilassarsi qualche giorno, starsene calmi e sereni a casa, fare colazione tardi.
Attualmente, il para-cuculo è ovviamente vaccinato, ma non ama il clima da caccia alle streghe. Per carità, lui è strenuo sostenitore della vaccinazione, ma non sopporta il green pass perché divisivo. Questi costanti litigi tra fazioni non fanno per lui e poi non conciliano il sonno. La sua tesi è che alla fine quasi tutti si sono inoculati spontaneamente, quindi non è il caso di stare tutto il tempo a far guerra ai no-vax. Lui persegue la tranquillità e le situazioni più leggere. La guerra civile non è per tutti e meno che mai per lui. Infatti, ha amici di entrambe le posizioni e rispetta le idee di chiunque fintanto che questo non cerca di coinvolgerlo. Lui in piazza non ci vuole andare, né con chi è pro né con chi è contro. Preferisce il placido tepore della sua dimora.
Insomma, il para-cuculo spera che vada tutto bene e che questa situazione finisca presto, perché è stancante sentire costanti lamentele dell’uno o dell’altro. Non ditegli niente di una presunta dittatura sanitaria e biopolitica, perché queste sono tesi complottistiche e lui non sopporta il pensiero che il male possa realmente avere corso in questo mondo a livello sotterraneo. Lui vuole solo la pace e la fine dello stress, perché non sa più come barcamenarsi nel non dare ragione né torto a nessuno.
Il para-cuculo, poco ma sicuro, ci seppellirà tutti.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.