FREE BLEEDING: LA NUOVA FOLLIA FEMMINISTA (di Davide Cavaliere)
La nuova estetica promossa dalla Sinistra, ormai lo abbiamo capito, è un carnevale dell’orrido: uomini in lingerie, donne ricoperte di pelo, tute in latex e altre oscenità. Dietro a ognuna di queste rivoltanti trovate, si cela sempre una qualche sfida ai sedicenti «stereotipi» di genere o all’ancor più fantasmatico «patriarcato».
Dell’ultima, ributtante, iniziativa delle tricoteuses in lotta contro il maschio bianco, ci rende conto il «team di Freeda», il sito preferito delle femministe «mozzafallo» nostrane. Dopo averci informato dell’esistenza di un dibattito «sull’utilizzo di tamponi, assorbenti e coppette mestruali», che infiamma la comunità della «persone con le mestruazioni di tutto il mondo», il team di Freeda, con ardore rivoluzionario, annuncia ai lettori la presenza di «una piccola minoranza che ha scelto una soluzione più radicale: non usare alcun prodotto che blocca o raccoglie il sangue mestruale».
Questo movimento si chiama free bleeding o «sanguinamento libero». Vi sono abbastanza elementi per strappare una risata al lettore, ma il team di Freeda non vuole far ridere, è drammaticamente serio. Il breve scritto si conclude così: «Possiamo essere a favore o contrarie al sanguinamento libero ma, prima di ogni cosa, è una decisione personale e non dovrebbe quindi essere giudicata da nessuno se non dalla donna che vuole metterlo in pratica».
Tutto torna. In un mondo in cui «riconosciamo» il diritto di un bambino a cambiare sesso, quello di atleta maschio a competere con le donne, di una madre ad abortire il bambino al sesto mese di gravidanza, perché non riconoscere e rispettare anche il diritto di chi, pacificamente, desidera camminare per strada gocciolando sangue sul marciapiede? Il diritto di quanti gradirebbero non essere ammorbati dalla vista del sangue mestruale non conta?
Insomma, in questo Occidente in totale disfacimento morale ed estetico, è possibile muoversi in pubblico coi pantaloni macchiati di liquido mestruale, in barba a qualunque senso del pudore o buon costume, ma è obbligatorio indossare la mascherina e imbrattarsi le mani di insopportabile gel disinfettante ogni qualvolta si accede a un esercizio commerciale.
Quando si tratta di circolare innaffiando le strade con l’insano e maleodorante sangue mestruale, le femministe dicono: «è una decisione personale». Una frase che non ripetono quando si discute di vaccinazione coatta o indotta col ricatto.
Articoli come quelli di Freeda sono sintomi del più devastante declino intellettivo che l’umanità abbia mai sperimentato. Ecco la società che va prendendo forma sotto i nostri occhi: le donne potranno, liberamente, ridursi a un sanguinaccio ambulante, purché siano provviste di mascherina chirurgica e certificato vaccinale.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.
E quando si siedono sui mezzi pubblici, imbrattano il sedile di sangue, così il prossimo che ci si siede si sporca.
Le stesse femministe attaccano gli uomini per il “manspreading”, ovvero per il fatto che gli uomini tendono a sedersi a gambe larghe sui mezzi pubblici invadendo lo spazio altrui.
L’uomo deve sedersi composto, ma la donna deve essere libera di insozzare il sedile coi suoi liquami.