Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SOSTENERE CHE IL PASS SANITARIO SIA UNA MISURA DA ANNI ’20 È PURA IDIOZIA (di Matteo Fais)

Provate a immaginare, per un attimo, Mussolini che si affaccia dal balcone di Palazzo Venezia. La mascella è la stessa, pure la divisa militare, così come la postura ostentatamente fiera e volitiva. La folla si leva in un boato spaventoso, simile a quello di un esercito pronto a sferrare il suo attacco mortale.

Figuratevi LVI che si rivolge alla piazza gridando: “ITALIANI, da oggi, qualsiasi attività non necessaria dovrà osservare una categorica chiusura, fino a data da destinarsi, per preservare la salute nazionale messa a dura prova da codesto virus chiamato Covid-19 che miete più vittime di un carrarmato o un cannone tonante. Correte subito a casa, è il vostro Duce che ve lo ordina”… Seriamente, è credibile un discorso simile in bocca a uno come Mussolini?

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Potete pensare quello che volete dell’uomo che dal ’22 guidò le sorti di questa Nazione – e non è mia intenzione farvi cambiare idea –, ma la situazione è oramai troppo ridicola perché si possa fare a meno di parlarne.

È necessario comprendere che da un ragionamento fondato su premesse false non possono che seguire delle conseguenze assurde. Per questo, quando si sentono i manifestanti anti green pass qualificare quella carta straccia sanitaria come nazi-pass è impossibile non inorridire e gridare all’eresia.

Anche per poter combattere il proprio nemico – e i pro-vax sono nostri nemici giurati – bisogna in prima istanza capire con chi si ha a che fare. E, una cosa è certa – ribadisco, a prescindere dall’essere comunisti, progressisti o nostalgici –, non vi è alcuna ragione per assimilare l’odioso green pass con una qualsivoglia misura di stampo fascista.

Similmente, è un ingiuria da fucilazione immediata credere ingenuamente che Mussolini avrebbe fermato una nazione sulla base di quattro poveri vecchi, morti perché un’influenza è andata a gravare sul loro sistema immunitario già ampiamente deficitario. Peggio ancora è ritenere che la Buonanima avrebbe messo un pass intorno al quale far girare tutte le attività dello Stivale.

Lui, con la sua idea di maschio forte, generatore di una prole numerosa da offrire alla causa della rivoluzione, secondo voi, avrebbe mai contemplato l’ipotesi di un vero uomo che se la facesse sotto per due linee di febbre? Ma non diciamo cazzate, per cortesia. Vi avrebbe mandati a combattere a meno venti gradi, anche senza camicia, e fatto passare per le armi chi si fosse dato per malato.

Il green pass, come il lockdown, sono palesemente soluzioni da società tecnologica, fondata sul controllo, non certo da Stato Fascista. Solo un regime che voglia garantirvi una falsa pace, un’esistenza da miserabili borghesi dal ventre molle e la vecchiaia sicura può fare qualcosa di simile. Nessuna rivoluzione nera può essere condotta senza considerare ogni vita sacrificabile per un fine più alto. Unicamente nel mondo liberale e tecnocratico l’individuo viene prima della comunità, per dirla con quella carogna di Margaret Thatcher. Ma, soprattutto, solo in un mondo liberale e tecnocratico, il soggetto può vivere sotto la costante osservazione di un mastodontico sistema che ne traccia i singoli movimenti, con un’app, così come ne inquadra tutte le fasi sanitarie obbligatorie dal primo vaccino fino all’ultima eutanasia.

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Se, poi, voi pensate che questa sia opera di Forza Nuova, palesemente, qualcosa non quadra nella vostra capacità di ragionare. Ciò non stupisce: in fondo, vi hanno insegnato che esiste una sola dittatura possibile. Ogni giorno, ripetono che la Repubblica è antifascista perché noi, in Italia, abbiamo avuto quel regime, come se ciò sollevasse dal problema dei tanti altri tipi di forme violente e psicologicamente coercitive che la società potrebbe assumere.

Se non capite questo, se continuate a dire che il pass è fascio-nazista, come pure stalinista o maoista, è anche inutile che scendiate in piazza ogni settimana. Non potete combattere un nemico se non sapete neppure chi o cosa sia, che faccia abbia, o se confondete un pericolo reale con l’infantile paura per i fantasmi del passato.

Matteo Fais 

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.


4 commenti su “SOSTENERE CHE IL PASS SANITARIO SIA UNA MISURA DA ANNI ’20 È PURA IDIOZIA (di Matteo Fais)

  1. Giusto, fascista sei tu e normalmente saresti un amico in quanto nemico del nemico (il capitale global).
    Peccato che in quanto nullafacente improduttivo nemmeno servi (pun intended) allo sciopero.
    Resta pure a giocare col fez e fare i distinguo tra Gestapo e SS, va’.

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