VINCE SEMPRE LA MAFIA DEI PARTITI (di Matteo Fais)
Il Leviatano mafioso, quel moloch infiltrato in tutti i gangli del Potere, ovviamente vince ancora e ciò non stupisce. Lo Stato progressista di Fedez e compagniucci non si cambia, si abbatte. Un cancro non lo si vince con le vitamine, ma con i bossoli. È ora di metterselo in testa una volta per tutte.
In Italia, purtroppo, vige un sistema di fronte al quale le famose organizzazioni criminali dello Stivale scompaiono. Le due mafie principali che abbiamo avuto, ovvero la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, sono poi confluite nel Partito peggiore che si sia mai visto.
Esse, dalla fine della Guerra in poi, hanno cominciato a distribuire posti di lavoro su base clientelare, in cambio di voti e sostegno. Non è un azzardo dire che quasi l’80% di coloro che oggi ha un posto di lavoro nel Bel Paese, ce l’ha perché cooptato, messo in mezzo, spedito con una lettera di raccomandazione. Tutti ci conosciamo e, all’occorrenza, nessuno conosce nessuno qui.
È noto che la DC, in ogni sezione, aveva uno schedario con i nomi di tutti coloro che si erano presentati a chiedere un posto per sé o per un parente. Una specie di “Il Signor X è venuto, in data 5/06/1966, a chiedere un posto di lavoro per il cugino, Signor Y. Gli è stato assegnato un’occupazione da bidello presso la Scuola…”. Una roba scandalosa.
La Sinistra non era meglio. Il motivo per cui ogni cantante, cantantoruccolo, attore o attoruccolo sa di dover recitare il copione progressista del “Io sono per i matrimoni tra unicorni”, o “Mimmo Lucano ha peccato di umanità” è dovuto al fatto che chi non si piega a questa messa in scena ha finito di lavorare per il resto dei suoi giorni e, al posto degli arpeggi di chitarra, farà bene a pensare quanto prima ad aprirsi un bar.
Quando guardate i risultati elettorali, dunque, pensate una sola cosa: a Sinistra, come a Destra, oramai, salvo qualche ingenuo, vota solo chi ha un posto garantito per via più o meno diretta da un partito. Naturalmente, in mezzo c’è di tutto, dal manager al laureato in Lettere che non è mai riuscito a insegnare se non Italiano agli stranieri, a 400 euro al mese, in una qualche struttura di accoglienza, tipo quelle di Riace.
Chiunque sia onesto avrà sicuramente abbastanza coscienza da rifiutare di dare il proprio sostegno a questa marmaglia europeista e mondialista. Un vero italiano rifiuta qualsivoglia interferenza estera in casa sua.
Del resto, appoggiare l’uno o l’altro produce il medesimo risultato, l’abbiamo visto bene con il green pass. La Destra è la Sinistra, in fin dei conti, e la Sinistra è la Destra. Sono tutti mafiosi e vaccinasti, venduti e corrotti. Non andare al seggio è la sola resistenza passiva che ancora ci resti, anche se chiaramente non sarà sufficiente.
Vorrei avere tanta speranza nel cuore da dirvi che non moriremo progressisti, ma ne dubito. L’italiano è peggio dei politici che sostiene.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Ho ormai maturato una profonda disistima, e me ne rammarico, per questo popolo. Ho vissuto i tempi della DC e del Partito Comunista e per avere un posto per mia moglie, al tempo ero giovane, fui costretto a recarmi presso una segreteria politica. Concordo, il problema non sono i politici o i loro partiti, il problema senza soluzione siamo noi italiani.
Ottimo articolo! Ho scoperto da poco il blog e menomale che c’è ancora gente come noi, pensavo di essere l’unico in questo mondo strano. Ora però la domanda mi sorge spontanea: chi si dovrebbe votare? È rimasto qualche partito che rappresenta la luce in fondo al tunnel o del tutto inutile? Cari saluti.