FOLLIA PANDEMICA: ALL’UNIVERSITÀ NON MI VOGLIONO, AL CORTEO PER IL CLIMA SÌ (di Davide Cavaliere)
Don Ferrante, memorabile personaggio dei Promessi sposi, formula strane ipotesi astrologiche e filosofiche per negare l’esistenza della peste. Al momento, in Italia, innumerevoli Don Ferrante in camice bianco o senza enunciano tesi altrettanto strampalate pur di sostenere la presenza di un virus mortale. Non sufficientemente soddisfatti dai loro sofismi, si sono inventati anche strumenti autoritari e ricattatori per tormentare il prossimo, con la scusa di “ripartire in sicurezza” o “proteggere i più fragili”.
A volte, però, basta una piccola distrazione e tutte le ragioni sanitarie utilizzate per legittimare i suddetti strumenti crollano. È il caso del rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna.
L’ateneo torinese richiede il Green pass per accedere ai locali di studio e ha adottato un sistema per programmare le presenze in aula, con tanto di prenotazione del posto. A Torino hanno davvero a cuore la salute degli studenti, come recita una email inviata alla totalità di questi, in data 20/09/21: «Grazie all’obbligo del possesso del Green Pass (Certificazione Verde Covid-19) – e con controlli a campione all’ingresso – è infatti possibile partecipare a lezioni e attività curriculari anche negli ambienti chiusi con una maggiore tranquillità, ferma restando l’importanza di salvaguardare le fondamentali regole di igiene e sicurezza a cui la pandemia ci ha abituato. In particolare, indossare in modo corretto la mascherina e igienizzare le mani con frequenza: comportamenti sui quali si chiede a tutte e tutti una forte responsabilizzazione individuale».
Come sono responsabili e attenti alla salute pubblica. Manca solo l’appello agli angeli in delle corsie e una bella reprimenda contro il sedicente movimento novax, pericolosa minaccia che attentata alle basi stesse della repubblica sanitaria fondata sui protocolli del Comitato tecnico-scientifico.
Due giorni dopo l’invio della sopraccitata email, agli studenti è giunto il seguente messaggio del rettore dell’Università di Torino: “Il prossimo 24 settembre si svolgerà il quinto Global Climate Strike. A Torino il corteo partirà alle 09.30 da Piazza Statuto. In continuità con le edizioni precedenti, rinnovo l’invito a tutti gli studenti e le studentesse dell’Ateneo, e all’intera comunità du unito, a sostenere l’iniziativa per continuare a tenere alta l’attenzione di tutti nei confronti della climatica”.
Con tanto di refuso, il messaggio invita studenti e professori ad assembrarsi a un corteo in favore del clima. Insomma, per esercitare il proprio diritto allo studio bisogna avere il Green pass, ma per attraversare le vie del capoluogo piemontese, a migliaia, stretti uno contro l’altro, no.
Il Rettore, in tutta la sua magnificenza, non ha pensato al fatto che, in molti, potrebbero contagiarsi e poi trasmettere il virus? O magari portarlo, poi, dentro le mura dell’ateneo? Dopotutto, come si va ripetendo da mesi, il vaccino non garantisce una protezione assoluta.
In Italia, senza Certificazione vaccinale non si può né lavorare né studiare, in barba alla società dei diritti per tutti esaltata fino a ieri, però è possibile affollare le strade di una metropoli per l’ennesimo, inutile, «Fridays For Future».
A causa della pandemia, anzi, con la scusa di quest’ultima, abbiamo dovuto dire addio alla nostra libertà, alla nostra privacy, alle nostre relazioni… ma non possiamo fare altrettanto con la ridicola iniziativa di Greta Thunberg e del circo ambientalista che la ritiene una santa.
Dunque, tutti in strada per il clima, stretti l’un l’altro, marciamo a braccetto contro la plastica, per le pale eoliche e la transizione ecologica. E lunedì tutti in aula, ancora insieme, a farci i complimenti per la nostra buona coscienza moderna, civile, «green» come il nostro pass. Dopotutto, si sa, ai cortei per il clima nessuno contrae il Coronavirus, solo quelli dei presunti novax sono pericolosi, lo ha detto Mentana.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.
Il business del clima pare essere più inclusivo (che bella parolina) di quello del covid…