QUALI SONO I NUMERI DEL PRESUNTO DISASTRO SANITARIO (di Davide Cavaliere)
A sentire i principali mass media, in Italia, da venti mesi a questa parte, si muore solo di COVID-19. Tutte la altre malattie sembrano scomparse, per permettere al virus cinese di mietere indisturbato vittime. Ma quanti italiani sono morti, davvero, per il “terribile” bacillo?
Stando a un recente rapporto ISTAT, nel 2020, ci sono stati circa 746mila morti in tutta Italia, una cifra che supera di ben 112mila unità quella dell’anno precedente. Di questi 112mila, circa 75mila sono attribuibili in maniera diretta a COVID-19 e così registrati dalle autorità sanitarie. Per quanto riguarda i restanti decessi in esubero, circa 36mila, gli autori del documento scrivono: “è anche concreta l’ipotesi che una parte ulteriore di questi sia stata causata da altre patologie letali che, nell’ambito di un Sistema sanitario nazionale in piena emergenza, non è stato possibile trattare nei tempi e nei modi richiesti”.
Se dividiamo le morti dirette e indirette per COVID-19 per tutto l’anno, scopriamo che i decessi giornalieri sono all’incirca 300, e perlopiù si tratta di anziani o soggetti con almeno una patologia preesistente.
Sbirciando i dati sui decessi per altre malattie, si scoprono numeri drammatici. Sempre secondo l’ISTAT, nel 2014, i defunti annuali per malattie ischemiche del cuore sono stati 69.653, poco meno di 200 al giorno. Mentre quelli per malattie cerebrovascolari, in un anno, sono 57.230, circa 150 in ventiquattro ore. Nel 2016, stando al Ministero della Sanità, le persone morte di tumore sono state 179.502, dunque quasi 500 al giorno.
Il COVID-19, dunque, non è più fatale di altre patologie, ma presenta un altro problema, quello del sovraffollamento delle terapie intensive e subintensive. Grattacapo al quale si sarebbe potuto rispondere attraverso un ampliamento delle strutture ospedaliere, cosa che non è stata fatta e si è cercato di ovviare a tale mancanza con norme assurde e irrazionali: mascherine all’aperto, confinamenti, passaporto vaccinale…
Inoltre, è piuttosto chiaro che sono gli anziani e i malati i più esposti a complicazioni fatali, com’è facilmente intuibile, dunque dovrebbero essere loro i destinatari di una profilassi più stringente. Se è corretto che un ottuagenario indossi la mascherina in un supermercato, appare illogico farla mettere a un ventenne.
Al contrario, si è preferito trattare tutti come potenziali malati, additando come “untori” o “assassini” quelli che non si sono sottomessi a norme demenziali e inutili.
Il COVID-19 è un virus non letale, contenibile attraverso protocolli sanitari più rigorosi presso le strutture sanitarie, rafforzando i reparti di terapia intensiva e invitando la parte della popolazione più a rischio ad adottare una condotta più vigile. Bisognava reagire con razionalità, invece si è sprofondati nell’isteria di massa, nel delirio normativo di uno Stato che si è fatto via via più invadente e nell’adozione di misure folli e meramente simboliche.
La paura primordiale del contagio ha causato il collasso della logica. Il pensiero razionale è stato sostituito dal pensiero magico. Il diritto è stato calpestato dai poteri pubblici. Stiamo marciando incontro al peggio.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.