L’INTERVISTA – DOPO LA “BENEDIZIONE” – UN’ESPERIENZA (di Matteo Fais)
Non mi piace la fede, anche se si tratta di fede nella scienza. Ogni risultato va verificato e discusso. Quando si presentano delle controversie, queste vanno risolte senza richiedere, appunto, atti di fede, o rimettendosi alla grazia di Nostra Signora la Scienza.
Per quel che riguarda il vaccino e le sue ricadute, per esempio, ci sono opinioni discordanti, opinioni di scienziati – non sto mica parlando della casalinga di Voghera che si erge a giudice dei risultati di un Premio Nobel. Ed è altrettanto vero che si è presentato più di un caso sospetto riguardo agli effetti collaterali. Naturalmente, nessuno di noi uomini comuni, privi di qualsivoglia nozione scientifica, può stabilire dei nessi causali certi. Cionondimeno, ripeto, di situazioni che lasciano da pensare ne esistono.
Io per primo conosco una persona che, a seguito dell’inoculazione, ha riscontrato più di uno spiacevole problema fisico, finendo addirittura ricoverato. È il caso del mio amico Guido Frisoli, perugino, sulla trentina, che ha accettato di raccontare la sua esperienza in quest’intervista.
Perché hai deciso di fare il vaccino?
Per svariati motivi. In prima istanza, non sono mai stato un no-vax. In passato, ho già fatto tutti i vaccini necessari. Di conseguenza, per tutelare la mia salute, ho optato anche per l’anti-covid, dopo aver visto che l’avevano fatto mia nonna di 90 anni, mio padre di 70 e mia madre di quasi 60, insieme a tutti i miei familiari, senza che nessuno si andato incontro a effetti collaterali.
La prima dose quando ti è stata somministrata?
Il 4 di giugno, se non erro.
E la seconda?
La seconda qualche giorno fa, quando sono arrivato qui in Sardegna per le vacanze, ad agosto.
Però, ci sono stati degli effetti collaterali, nel tuo caso?
Esatto.
Dopo quanto?
I primi già a giugno, successivamente alla prima dose di Pfizer, e sono stati pressoché immediati. Consistevano in forti dolori al petto.
E ti sei recato in Pronto Soccorso?
Dopo la prima dose, no, perché ho pensato che quei disturbi potessero dipendere dai miei allenamenti di body building, o dallo stress. Non mi sono immediatamente allarmato, anche perché, pian piano, dormendo, andavano affievolendosi. A dirla tutta, al mattino, quando ero ben riposato, quasi sparivano, mentre poi la sera, quando ero più stanco, si ripresentavano.
Per quanto sono andati avanti?
Tutto giugno e tutto luglio, ma c’è stato un graduale attenuarsi. A circa una settimana dalla seconda dose, sono scomparsi.
E hai comunque deciso di fare la seconda inoculazione?
Sì, perché non ho stabilito subito la correlazione dolore al petto vaccino. Credevo si trattasse di un problema muscolare o di somatizzazione dello stress.
Quindi, arrivi qua in Sardegna per fare la tua vacanza e fai la seconda dose. E, a quel punto, cosa succede?
Subito dopo, ritornano questi dolori da poco spariti. Senonché, mi viene in mente che potrebbe esserci un nesso con Pfizer.
Potresti descrivere i dolori nello specifico?
Come delle scosse elettriche che, dal cuore, talvolta, si irradiavano fino a dietro la schiena.
Ed erano dolori simili a quelli presentatisi dopo la prima dose?
Sì, erano simili. Solo che, appunto, in precedenza non li avevo attribuiti al vaccino ma, vedendoli ricomparire dopo la seconda dose, sono andato in allarme. Anche perché su internet avevo letto di casi di miocardite e pericardite riscontrati in altri soggetti, ragazzi giovani, oltre alle morti. Quindi, a quel punto, mi sono convinto a recarmi in ospedale.
Raccontami quest’esperienza.
Sono andato al Brotzu. Dio ce ne scampi e liberi dalla scandalosa Sanità Pubblica: dalle due del pomeriggio, ho dovuto attendere fino alle dieci di sera. Comunque, lì i medici mi hanno detto che, per direttiva del Ministero della Salute, quando un paziente si presenta con dei sintomi post vaccino come i miei, deve essere per forza ricoverato e tenuto in osservazione. Così è stato. Sono rimasto in corsia per due giorni, a fare accertamenti. Ma, dalle analisi, non è emerso alcun problema al cuore. Quindi, a oggi, i dolori avuti dopo la prima e la seconda dose restano un mistero.
Da quanti giorni ti sei vaccinato a occhio e croce?
Una settimana.
E ce li hai ancora questi dolori, dopo il ricovero?
No, dopo il ricovero, no. Ho dormito parecchio e, al momento, sono andati via.
Lo rifaresti il vaccino?
Non so, onestamente. Pur dandomi diritto al Green pass, del quale a breve ci sarà bisogno per qualsiasi spostamento a lunga percorrenza, mi spaventa l’idea di un vaccino che, diversamente da quelli che si fanno una volta e durano per la vita, va ripetuto ogni tot mesi. La trovo una cosa assurda.
E la farai la terza dose, se te la dovessero proporre?
Guarda, ti dirò, dal momento in cui i medici hanno escluso problemi al cuore nel mio caso, come si suol dire, non c’è due senza tre… Però, poi, basta. Tre dosi le farei da qui al prossimo anno, magari nella speranza, da cittadino ignorante quale reputo di essere, di risolvere la questione pandemia. Resto comunque contrario al Green pass.
Consiglieresti agli altri di fare il vaccino?
Io consiglierei agli altri di documentarsi il più possibile e fare di testa propria. Io ho avuto questa esperienza, ma è altrettanto vero che il vaccino l’ha fatto mia nonna di 90 anni e, al momento, sta meglio di me (ride). Quindi, non me la sento né di consigliarlo né di sconsigliarlo.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Edit by Il Detonatore.
Bannato per trollaggio e fake.