CI MANCAVA SOLO LA CHIESA CONTRO I “DEMONI” NO-VAX (di Clara Carluccio)
Crisi delle vocazioni. Lo lamentano da anni nell’ambiente clericale. Capirai che perdita. Tanto, oramai, persino gli uomini di Chiesa discriminano a causa del vaccino. Me li vedo i nazi preti dell’era Covid che, dalla loro distanza di sicurezza, cercano di rispedire all’inferno tutte le bestie immonde: “Vade retro, no vax!”.
Oltre ai ristoratori insultanti, le infermiere seviziatrici, i virologi prezzolati, cantanti, influencer e sedicenti giornalisti che maledicono, ora è il turno dei rappresentanti del Signore. Alcuni di loro si sono perfettamente uniformati alle leggi terrene della nuova dittatura, esponendo l’immancabile segnaletica di divieto d’accesso, come accaduto a Casale Monferrato: “chi non è vaccinato costituisce grave pericolo e non è gradito in questa chiesa”. Certo, non pretendiamo che questi abbiano l’audacia di cacciare i commercianti dal tempio, ma almeno potrebbero evitare di infierire su persone informate che vogliono solo tutelare la propria salute e i propri diritti.
Com’era quel passo? “Non si potrà né vendere né comprare senza il marchio della bestia”. Una bella coincidenza, se pensiamo che ai non vaccinati ora è proibito persino lavorare. Le immancabili vessazioni, da parte di quelli che millantano grande senso civico, non hanno risparmiato nemmeno i devoti. Il Professor Galimberti – professione filosofo – propone un tso per chi rifiuta il vaccino e crede a Medjugorje. Giustamente, in mancanza di esorcisti, bisogna pur liberare le anime possedute dal demone del “negazionismo“.
Ci sono monaci ortodossi che si stanno mirabilmente esponendo contro questa disintegrazione sociale e spirituale. Il 24 luglio, data di inizio delle grandiose manifestazioni collettive, un abate del monastero di Esphigmenou, in Grecia, ha tenuto un discorso deciso: “Siamo qui radunati, come pure gli altri milioni di nostri simili che oggi manifestano in oltre cento nazioni in tutto il pianeta, per rivendicare il nostro inalienabile diritto di prendere noi le nostre scelte riguardo alla nostra salute spirituale, psichica e fisica, senza accettare alcuna oppressione né qualsivoglia obbligo. Non può lo Stato obbligarci con la scelta dittatoriale e coercitiva della vaccinazione obbligatoria […] e neppure è possibile che corriamo il rischio di essere classificati come cittadini di seconda categoria, o di essere chiusi fuori dalle varie attività sociali e dalle relazioni interpersonali in caso di nostro disaccordo“.
Pensare che noi, invece, abbiamo don Paolo, l’uomo di Dio autore dell’anticostituzionale cartello, oppure don Biancalani che, l’anno scorso, ha improvvisamente impedito l’accesso ai fedeli della parrocchia perché la sua chiesa è stata trasformata in centro per migranti, alcuni dei quali arrestati per spaccio. Come al solito, il progressista medio che dorme per tutta la lunghezza dell’articolo, alla parola immigrato, balza in piedi sulla sedia gridando “razzista!”. Il problema è che la bontà viene riservata solo alle categorie stabilite dalla propaganda mainstream. I non vaccinati, infatti, sono un pericolo e devono rimanere nelle fogne insieme agli altri sorci, essere privati di stipendio, allontanati da teatri, ristoranti, treni e aerei, ed ora anche dai luoghi di culto.
È facile che queste caricature di preti siano anche fan di quel tale Alessandro, figlio di Gassman che, essendo passato da attore scarso a spia, vantava di aver segnalato una festa nell’appartamento a fianco in tempi “non consentiti”. Fossi in voi, smetterei di andare a confessarmi.
Clara Carluccio
E pensare che Gesù abbracciava i lebbrosi…