OPPORSI ALLA NUOVA NORMALITÀ (di Davide Cavaliere)
In un suo recente libro, Teoria della dittatura, il filosofo ateo Michel Onfray, recentemente convertitosi in difensore della civiltà giudaico-cristiana, individua sette fasi per l’istituzione della tirannia. La quinta consiste nel negare la natura. La mente corre subito alla lotta contro la biologia condotta dal pensiero transgenderista e transumanista, ma non si tratta solo di questo.
Da oltre un anno, i sostenitori del covidismo – il COVID-19 è ormai un’ideologia politica a tutti gli effetti, con i suoi teorici e i suoi martiri – conducono una guerra senza quartiere contro la socialità, ossia contro la natura umana.
I lockdown fatti rispettare con durezza, le mascherine all’aperto imposte mediaticamente, il coprifuoco, il territorio nazionale diviso, la minaccia costante di passare alla temuta zona rossa, i divieti irrazionali, il terrorismo giornalistico, le umilianti autocertificazioni, sono state o sono armi impiegate contro i naturali istinti sociali umani, la libertà, la piazza, insomma contro quella che i Romani chiamavano civitas, ovvero vita in comune.
L’ultima norma illiberale adottata dallo Stato terapeutico, ossia il cosiddetto Green Pass, incarna l’apoteosi del giustizialismo sanitario e della volontà totalitaria che anima le istituzioni italiane. Infatti, discriminare un non vaccinato, cioè una persona sana, solo perché potrebbe, in via del tutto teorica, infettarsi e che per questo potrebbe, in via altrettanto ipotetica, infettare qualcun altro – proprio come possono infettare anche i vaccinati – è un atto profondamente autoritario.
Stiamo assistendo a una progressiva involuzione dittatoriale dello Stato, che sempre più assume i contorni inquietanti di un Leviatano paternalistico, pervasivo, etico, igienista, presuntuoso e liberticida, il cui obiettivo è quello di disintegrare ogni senso della socialità e della libertà negli individui, al fine di imporre un inedito modello di comunità umana.
Il nuovo paradigma è quello proposto da Beppe Grillo, l’utopia terribile di una realtà totalmente assorbita dal virtuale, che prima fu “Gaia”, il sogno di Casaleggio, il regno delle macchine e della coscienza mediata dalla tecnica, in cui all’uomo non rimarrebbe altro che prendere decisioni sulla piattaforma Rousseau e ingrassare davanti al computer.
Si tratta dell’esistenza ridotta a premere tasti, fermi in una stanza, chiusi in un preservativo, a cui anelano tanti potenti ambientalisti: dal Club di Roma alla Bill e Melinda Gates Foundation, passando per Greta e i paladini del già richiamato transumanesimo, con la loro volontà, mascherata da filantropia, di rendere gli uomini robot ad altissima produttività e scarso impatto ambientale.
Inutile nasconderlo, in tanti stanno pensando di sfruttare l’emergenza per imporre strutturalmente misure come il Green Pass o anche solo un nuovo modo di pensare la salute, trasformata in divinità laica insieme alla scienza.
È necessario non abituarsi a quella che, minacciosamente, viene chiamata “nuova normalità”. Bisogna opporsi, strenuamente, a questo regime illiberale e panoptico, che avanza con il pretesto della salute pubblica.
Davide Cavaliere
Io penso che ormai le anime più sensibili e attente l’abbiano compreso.
Lo sapete perché discriminano i non vaccinati, vero?
Perché sono sani in un società che hanno deciso essere composta da persone malate, sia nel corpo che, ovviamente, nello spirito.