DOBBIAMO FARE QUALCOSA… QUALCOSA CONTRO (di Matteo Fais)
Oramai persino Cacciari, su quel rotolo di cartaigienica che è la Stampa, è costretto, se non a riconoscere le nostre ragioni, a non darci del tutto torto. Beh, tante grazie, ma io sono stanco del dibattito.
Le discussioni, in Italia, quasi mai conducono a esiti positivi. Sarò disfattista, ma non so che farmene dell’opinione a favore di un intellettuale. Chi muove le file ne compra altri 600 e fa dire loro l’esatto contrario – sempre che non paghi pure gli sporadici dissidenti per creare una parvenza di democrazia.
Cacciari, o l’Agamben di turno, non cambieranno nulla per via di un articolo di giornale più o meno condiviso su Facebook. Il green pass diventerà norma e noi saremo fregati.
La verità è che niente può mutare se il pensiero non diviene prassi, azione, lotta. Non si domina la storia pesando il numero di pagine a proprio favore o contro, ma assumendone il timone.
La piazza di questi giorni, la gente che vi è scesa senza autorizzazioni né permessi, è stata un banco di prova. La lotta, però, non deve finire così, nel doveroso presenziare per manifestare il proprio antagonismo. Fare guerra a una misura quale il green pass deve divenire questione di vita o di morte. Libertà non è gridare quel no una volta, tanto per fare, ma opporre una costante e ferma opposizione. Se l’avessimo fatto anche per il precariato e altre follie tipo il DDL Zan, oggi non saremmo a questo punto.
Se è pur vero che siamo minoranza, in un’Italia che anela al vaccino come alla panacea di tutti i mali, di ciò non ci deve importare niente. Meglio separarci dagli altri che accettare le loro imposizioni. La nostra comunità ideale non deve cedere ai compromessi di una democrazia sempre più stanca e di facciata. Il principio deve essere uno e inderogabile: o passa la nostra linea, o inizia la guerra civile.
Non possiamo convincerli e non vogliamo – del resto e giustamente, ognuno ha la sua opinione –, ma non dobbiamo accettare neppure, per nessuna ragione al mondo, le loro imposizioni ideologiche. Infine, di questo si sta parlando, di un gioco di potere in cui la salute pubblica è solo il motivo manifesto, mentre quello reale è l’assoggettamento delle masse. Il vaccino in sé è questione del tutto secondaria.
Questo fine settimana, un po’ ovunque, ci saranno diverse manifestazioni. Vi prego, non fermiamoci così, non diamogliela vinta. Insistiamo. Certi no vanno ribaditi fino alla nausea e, se non entrano nella testa dei nostri oppositori, ce li dobbiamo mettere con la forza.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.