SCENDERE IN PIAZZA NON BASTA (di Matteo Fais)
Naturalmente, quando ho visto le immagini dalla piazza di Torino piena di coloro che il nemico chiama no vax, ho goduto come un depravato in un bordello. E, quando ha parlato il mio amico Paolo Borgognone, mi sono quasi commosso. Che discorso, cazzo! La sua bravura e immediatezza hanno prevalso sulla innata timidezza. Quel ragazzo ha incendiato la piazza.
Eppure, so che tutto ciò non basta. L’Italia è contro di noi. Burattinai e burattini sono coesi nella loro guerra. Una, cento o mille piazze non cambieranno un accidente e continueranno a portare avanti il loro criminoso piano di sottomissione. La ribellione non è mai abbastanza. Pensate che il precariato esiste ancora, malgrado abbiano ficcato una pallottola in testa a quel maiale che l’ha istituzionalizzato.
La piazza è uno strumento democratico e non serve a una sega con chi della democrazia se ne fotte, governando – ma meglio sarebbe dire spadroneggiando – anche senza aver vinto le elezioni e cercando di imporre un vaccino di cui lo Stato stesso non vuole assumersi la responsabilità.
Qui c’è da essere chiari e pochi cazzi: le regole sono stronzate se non sono a vantaggio, ma a detrimento del popolo. Vanno trasgredite e rovesciate, annichilite con la forza bruta. Lasciate perdere tutti i discorsi dei bravi intellettuali da salotto che predicano pace e non violenza. Non bisogna essere gratuiti ma, se uno ti tira un ceffone per sottometterti e umiliarti, è buona norma non scritta spaccargli il grugno con il crick della macchina, affinché il dentista gli ricordi che certe azioni possono portare a reazioni non preventivate, da parte della vittima.
Cari fratelli, qui, se non arriviamo alle cattive, c’è la ritroviamo nel fondo schiena. Non serve nessun bel discorso. “Qui chi non terrorizza si ammala di terrore”. Quando scendete in piazza, dovete metterli alla prova. Devono decidere da che parte stare. Pulotti o negozianti non importa. La guerra è semplice – non per niente, è la natura di tutte le cose: o siete con noi, o siete contro di noi. Se sono nemici, collaborazionisti, fate piazza pulita. Ci vogliono togliere la libertà, ci stanno mettendo l’uno contro l’altro. Non possiamo permetterci pietà e distinzioni poetiche. Alla morsa del Potere, si replica col pugno duro.
Ovviamente, dovete sapere che ci potrebbero essere conseguenze e molto gravi. Se avete figli, sappiatelo, sono cazzi vostri. Niente è gratis in questo mondo, tanto meno la libertà. Deve essere lotta, sangue e inferno. Chi ha paura della morte e della prigione è meglio che si dedichi al giardinaggio e alla più stomachevole adesione alle norme. Chi combatte veramente non ha paura di niente. Non ci sono figli o nipoti. La libertà là si può ottenere solo se si è disposti a tutto… Costi quel che costi.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Belle parole, tutte da condividere. Spariamo dietro non ci sia il solito ebreuccio. S.H. ✋🏻