DONNA BAFFUTA SEMPRE PIACIUTA, PURCHÉ NON AMI IL CATCALLING (di Matteo Fais)
Ci estingueremo. Questo, oramai, è chiaro – e giusto. La sovversione di ogni ordine potrebbe essere la rivoluzione, ma più di frequente si risolve nel tracollo generalizzato.
La morte del maschile è il principio di tale epidemia. L’uomo, umiliato e offeso nella sua natura, porterà al ripiegamento su sé stesso del genere femminile. Se egli tende a femminilizzarsi, loro non avranno più bisogno di noi. Faranno da sole, in ciò realizzando il famoso adagio sessantottino che recita “Col dito, col dito, l’orgasmo è garantito”. Da autonome ad autoerotiche è un attimo.
Il femminismo, del resto, è questo: un diabolico progetto per creare una società di sole donne, in cui il maschio ha un ruolo collaterale. Tale strategia di femminilizzazione di uno e distacco dell’altra si realizza, per esempio, a mezzo della mortificazione di tutto ciò che compiace il desiderio testosteronico.
Prendete il caso di questa influencer Joanna Kenny (https://www.repubblica.it/d/2021/07/16/news/joanna_kenny_influencer_beauty_che_passa_mascara_sui_baffi_accettazione_intervista_poresnotflaws-310336261/) e di tante altre che, negli ultimi anni, hanno fatto di tutto per indurre le donne a rifiutare provocatoriamente canoni di bellezza consolidati. Lei, tanto per dire, vorrebbe normalizzare – anzi sottolineare a mezzo del maschara – baffetti e altre fastidiose imperfezioni, come i peli sotto le ascelle, che puntualmente si manifestano sulla cute femminile. Basta rasature che farebbero il gioco del maschio. Dietro la formula di apparente accettazione di sé, si nasconde in vero la volontà di dare contro all’altro polo sessuale. O ti va bene così, o per noi puoi pure segarti a vita.
L’idea che la donna ti debba piacere sempre e comunque, bassa, grassa, pelosa, alta, magra, e via dicendo sottende una volontà di dominio sul desiderio altrui. Se non si può più dire “quella non mi attira perché c’ha un culo largo come una portaerei” è la fine. Lo sarebbe anche per le donne se, per esempio, non potessero scartare un maschio con le spalle più strette del bacino – cosa che, invece, avviene.
“Secondo me siamo nati per essere umani, non perfetti. Questo tipo di linguaggio innalza gli standard di bellezza irrealistici con cui molti di noi si misurano. Ed è l’inevitabile fallimento nel soddisfare questi modelli a rendere le persone insicure e ansiose riguardo il loro aspetto. Ecco perché è importante normalizzare l’essere normali, appunto”, dice lei. In verità, noi siamo nati umani, ma aspiriamo alla perfezione. In tal senso, l’essere umano è platonico per vocazione. L’idea di perfezione, anzi, ci aiuta a tenere a bada il nostro ego. “L’uomo è un progetto fallito di essere Dio”, scrive Sartre, e ciò è per certi versi un bene. Un uomo – una donna non ne parliamo – convinto di essere perfetto qualunque sia la sua situazione fisica e intellettuale è potenzialmente pericolosissimo. Non tenterà mai di migliorarsi. Infatti, è proprio perché Socrate è più colto di me che io sono indotto a studiare per non fare brutta figura. Similmente, dato che Alcibiade è così bello e attira gli sguardi e le attenzioni altrui, io cerco di curarmi maggiormente e non mi adagio nelle trasandatezza.
L’inferno sono gli altri, certamente, ma noi siamo nel mondo e con gli altri dobbiamo confrontarci. Il femminismo è il rifiuto dello specchio e di ciò che questo comporta, ovvero l’occhio altrui che mi fissa e giudica.
Tale movimento respinge, infatti, con categorica violenza, anche le donne che non vogliono sottostare ai suoi diktat assurdi. Diana Del Bufalo (https://www.adnkronos.com/diana-del-bufalo-mi-piace-il-catcalling_7xdjigjDTssYi7jVhn4Dld), l’attrice che, in una storia Instagram, ha raccontato di essere stata apostrofata al grido di “oh bona” e di aver apprezzato cotanto catcalling, è divenuta vittima di bullismo e attacchi senza precedenti. La mediocrità e lo schifo tendono a voler appiattire il meglio sui loro standard per non ammettere il primo orrore di sé.
È lotta senza precedenti. All’Occidente, in prima istanza. Pensate anche alla volontà di fare la guerra a tutti i filtri che migliorano le foto, come si è visto di recente. L’intento è minare ogni idea di perfezione che da sempre è motivo e spinta psicologica dell’uomo e della sua arte. Noi abbiamo posto un ordine sommo che loro vogliono distruggere secondo una tipica morale dell’essere imperfetto e sbagliato che, sapendo di aver perso, maschera il suo rancore verso la vita per nobile intento.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Gli insulti che si è presa Diana del Bufalo sono vergognosi. I catcalling sono solo dei complimenti che le femministe hanno fatto passare per molestie. Le femministe avranno anche il loro progetto di distruggere quanto di bello la donna aveva, ma le donne che danno retta a queste pazze sono anche peggio.