IL DISAGIO DELLA SOCIETÀ PORNOGRAFICA: PAGARE PER VEDERE UNA DONNA PARTORIRE (di Matteo Fais)
Un grande scrittore francese, premio Nobel per la letteratura, Albert Camus, sosteneva che la sola domanda filosofica fondamentale sia quella intorno al suicidio. Insomma, perché non ammazzarsi. Come dargli torto.
Ovviamente, intorno a tale quesito, ne ruotano tanti altri che sorgono, di volta in volta, dalle più disparate contingenze. Per esempio, cosa dovrebbe pensare un povero Cristo apprendendo, come hanno scritto anche l’altro giorno tutti i giornali, che l’influencer inglese Carla Bellucci partorirà in diretta sul suo canale OnlyFans, cioè su una piattaforma solitamente usata per contenuti pornografici?
Male, ve lo dico io, deve pensare molto male e sentirsi peggio. Deve essere avvilito, mortificato, abbattuto, devastato e stravolto da un naturale desiderio di farla finita. Alternativamente, uno non può dirsi sano. E, a giudicare da quanto guadagna questa influencer, poco ma sicuro, le persone sane sono in netta minoranza in questo mondo.
Qui è il buonsenso che grida come un uomo torturato. Se può essere comprensibile che un uomo abbia piacere nell’assistere alla nascita del proprio figlio, anche per una questione narcisistica e, dal punto di vista delle femministe, per un deprecabilissimo senso di mascolinità, tirare fuori 12 mila euro per assistere al parto di una sconosciuta tocca vertici di morbosità senza precedenti.
Direte voi che ogni rapporto mercenario è, in un certo qual modo, tale, tanto quanto sordido e triste, essendo fondato sull’interazione con una persona che non ci desidera. Sicuramente, ma i più vi ricorrono per necessità. Non mi pare che la visione di una donna che mette al mondo un figlio sia altrettanto forzata dalla naturale urgenza.
Il fatto, io credo, è che siamo entrati in una dimensione pornografica dell’esistenza. No, non parlo della semplice immagine erotica generalizzata e della possibilità di accesso ai siti a luci rosse. È qualcosa che va oltre, qualcosa di totalizzante che tocca tutta la nostra vita.
Avete mai pensato che ci sono trasmissioni su qualsiasi aspetto possibile della vita? C’è quella di pesca, quella sulla ristrutturazione di immobili datati, sul rifacimento di macchine d’epoca, di cucina, su come fare la spesa. Davvero, su tutto. E noi guardiamo. Contempliamo gli altri vivere sotto la luce che solo i riflettori sanno dare alla realtà, facendo diventare anche la ricerca per necessità della mela più economica come qualcosa di bello ed epurato dai fattori perturbanti e personali che la realtà esercita su ognuno di noi. È un po’ ciò che dice Leopardi dell’arte: anche il nulla, la dimensione più negativa dell’esistere, se trasposto come si deve, guadagna almeno una sua piacevolezza estetica.
Il problema è che noi ci abbiamo fatto l’abitudine, come a una droga. Siamo come uomini che avessero la costante necessità di leggere tutto il giorno, per fuggire dalla realtà. Anche ciò sarebbe malato. Persino la letteratura e tutta la cultura del mondo sono importanti e funzionali finché si coniugano con la vita, mentre non lo sono quando servono ad allontanarla.
Per tutti questi motivi, la nostra esistenza è sempre più virtuale e postumana, pornografica: guardiamo gli altri vivere, per fuggire dalla miseria della nostra esistenza. Il simulacro ci piace più di ciò che realmente è.
E, del resto, tanto disagio non è strano. Nel mondo libero, in cui si possono accumulare fortune e vivere una enormemente appagante vita erotica e sentimentale, molti sono comunque soli o così privi di sostanze anche da potersi permettere una famiglia normale. Non è strano che ricorrano a dei succedanei, dunque. Il punto è capire che OnlyFans, Tinder, Badoo, la pornografia, le trasmissioni di cucina, di ristrutturazione, riammodernamento, pesca, caccia e quant’altro sono unicamente l’oppio dei popoli, il sospiro della creatura oppressa.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.