Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CHISSENEFREGA DI CONTE E GRILLO (di Franco Marino)

Recentemente in famiglia è nata una lite tra due miei parenti, tra loro fratelli, per il possesso dell’appartamento che fu di mio – e del loro – nonno. Nel quale, quando erano ancora vivi i miei, ho passato tutte le festività natalizie. A quel luogo sono legati tantissimi ricordi ed è naturale provare un po’ di nostalgia. E tuttavia, quando recentemente sono andato a vedere quella casa, di ciò che era non è rimasto assolutamente nulla. E’ stata cambiata tutta la disposizione. Oltre al fatto, non banale, che tante persone che la frequentavano, non ci sono più.
Quando un altro parente mi ha chiesto un parere su tutta la faccenda, ho risposto plasticamente: “Non mi interessa, tanto non è più la casa che ho conosciuto”. Per me sarebbe come discutere di una casa di estranei e su una vicenda nella quale non ho il minimo interesse. Tantopiù che, alla morte del nonno, mia madre fece rapidamente la rinuncia all’eredità perchè oltre a quella casa c’era una marea di debiti. Che i suoi fratelli invece decisero di pagare. E dunque a me non spetta niente.

Analogamente, del Movimento 5 Stelle, non avendo avuto mai neanche la minima tentazione di votarlo, non solo non riconosco più il movimento che ho visto sia pure di fuori ma non ho neanche alcun ricordo piacevole da associarvi. Non è come Forza Italia di cui sono stato orgoglioso elettore per tanti anni. Non è Casapound, nel quale ho militato per qualche mese. Il Movimento 5 Stelle è un partito di estranei, fatto da gente che non stimo, per cui non provo il minimo tipo di interesse o di sentimento.
E pur tuttavia, si tratta di una vicenda che domina il dibattito pubblico e tutti si chiedono chi vincerà, chi ha ragione e chi ha torto.
Mi spiace deludere i tanti grillini ma questa è una semplice, banale, sporca guerra di eredità. Grillo e Conte si contendono le spoglie di un partito che sta rovinando su se stesso, sia perchè la spinta propulsiva, nazionale e internazionale, del Movimento è terminata, sia perchè entrambi sono completamente inadeguati a gestire il partito che verrà.
Nessuno dei due ha un futuro. Non lo ha Conte che sta soltanto cercando di appropriarsi di un capitale che non sarebbe mai in grado di conquistare da solo – perchè altrimenti non farsi un partito per fatti propri? – e non lo ha Grillo che certamente sarebbe improponibile come presidente del consiglio.
Non si sa quali armi abbiano entrambi, non si sa quali agende apparenti o nascoste posseggano e soprattutto il partito ha perduto completamente la propria anima, la propria planimetria originale. Al punto che se oggi mi chiedessero di definire con esattezza la linea politica del Movimento, non saprei rispondere. Se non che Berlusconi è sempre un ladro e un mafioso. Che Salvini deve restituire quarantanove milioni di euro. Che i magistrati hanno sempre ragione, tranne quando accusano il figlio di Grillo. E che hanno abolito la povertà. Insomma le solite sciocchezze con cui questi signori hanno alluvionato il dibattito pubblico italiano per oltre dieci anni.

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Ma poi, discutere di quale Movimento 5 Stelle? Quello del 2013 o quello del 2018? O quello di oggi? E che senso ha.
Oggi sono andato a rivedere su youtube i comizi di alcuni maggiorenti del partito e li ho confrontati con le loro posizioni di oggi. Non li riconosco più. Non riesco a capire come è fatto oggi il loro “appartamento”.
E’ una guerra inutile, basata sul niente, sulle ambizioni di due leader che si sono presi così tanto sul serio in questi anni che nessuno riesce più a prenderli sul serio.
E in fin dei conti non sono neanche affari miei.

FRANCO MARINO

3 commenti su “CHISSENEFREGA DI CONTE E GRILLO (di Franco Marino)

  1. È la rappresentazione perfetta di quello che non sono più e quello che non sono mai stati. Cioè il nulla . Bravo, mi trovi d’accordo

  2. Considerato che non si vota fino al 2023 (minimo) e fino ad allora comandano in mandanti di Draghi chiunque stia in parlamento, la vicenda interessa solo i parenti degli attuali deputati grilloidi.
    Agli altri 60 milioni non può fottere di meno.
    Occupa i media perchè le notizie importanti vanno raccontate, semmai, a fatto compiuto.

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