L’INTIMO SPIRITO DEL CAPITALISMO E LA SUA FALSA ETICA (di Matteo Fais)
C’è una fantastica scena, in uno dei più bei romanzi di fine Novecento, Estensione del dominio della lotta di Michel Houellebecq, in cui il protagonista entra in un centro commerciale e, per una buona mezz’ora, resta ammaliato al cospetto degli scaffali della birra. Tanta possibilità di scelta, quasi lo lascia in estasi, fino a che non ha un brusco risveglio di coscienza e si rende conto che, in vita sua, non ha mai bevuto se non la dannata e comunissima Tuborg. Dunque, di tante opzioni non sa proprio che cazzo farsene.
È sempre così. Veniamo costantemente ingannati e il capitalismo questi giochi di prestigio, per incantare i fessi, li sa eseguire a meraviglia. Invero, in tal senso, soprattutto l’ultimo capitalismo, sa fare di tutto, è all’avanguardia. Sa persino rendere la povertà meno pesante per il povero. Il prosciutto, per esempio, esiste di tutti i tipi, per il morto di fame come per quello che vuole pagarlo 600 euro al chilo. Mi direte voi che sono prosciutti diversi, ma quando uno ne parla, agli altri come a sé stesso, dice solo “ho mangiato questo”, non specifica mica di aver preso la confezione da un euro.
Sì, c’è proprio tutto, persino i gamberoni per chi non può permettersi i gamberoni: sono surgelati, provengono dall’Atlantico. Ci sono addirittura dolci a 3 euro che, posso testimoniare per averli assaggiati io stesso, non sono per niente scadenti – non saranno da pasticceria, ma sono ben lungi dal provocare il vomito. Il principio è che se tutti devono avere diritto a tutto, noi confezioneremmo un diverso prodotto per ognuno, per il pensionato con 500 euro, come per il benestante con 15 mila. Nessuno si senta escluso – e non deve sentirsi tale, perché quello che non viene invitato alla festa cova solo rancore e a noi i sentimenti negativi non piacciono.
Ma ciò che mi ha colpito maggiormente, in un noto discount – che, ribadisco, non ha per niente prodotti scadenti, anzi quasi sempre ben più che decenti –, è stato vedere quelli che chiamerò i suggerimenti etici. Frutta e verdura provenivano da ogni parte del mondo, ma quelle del luogo erano contrassegnate dalla scritta “fai una spesa intelligente”. Macché intelligente e intelligente, io direi che questa trovata è addirittura geniale – di un genio del male.
Il capitalismo non esclude alcun aspetto dell’Essere dai suoi tentacoli. Volete il biologico? Lui ve lo darà. Non ve ne sbatte un cazzo dell’inquinamento? Vi fornirà i kiwi che arrivano dalla Nuova Zelanda. Se vi serve una parvenza di eticità quando mettete mano al portafogli, comunque, lui è ben felice di fornirvela.
Il capitale ha ben compreso che non deve cercare la contrapposizione, ma l’inclusione, la svolta ecumenica. Dispensa uteri in affitto di donne disagiate e prodotti a impatto inquinante limitato. Ce n’è per tutti, per i belli e per i brutti che comunque troveranno sempre una troia di colore, su strada, a venti euro; per i radical chic del chilometro zero e per quelli che “io me ne fotto che c’ho la pensione ferma da 10 anni”. Il capitale è morale e immorale, di Sinistra o di Destra, è come lo volete, è la mignotta che “se mi paghi, faccio pure finta di amarti, anche se mi disgusti”. Welcome to the Free Market!
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.