SE I MANESKIN SONO LA BAND ITALIANA PIÙ ASCOLTATA AL MONDO, VIVERE NON HA PIÙ SENSO (di Matteo Fais)
Certamente, non bisogna vivere per gli altri, ma cionondimeno costoro ci sono e incidono, con le loro scelte, sulla nostra esistenza. Faccio un esempio semplice semplice per spiegarmi. Una sera ero fuori con amici per una pizza, o meglio mi trovavo all’esterno del locale con i primi arrivati ad attendere i ritardatari. Non avendo un cazzo di niente da fare, guardavamo le ragazze di passaggio e commentavamo tra noi. Come tutti saprete, oggi, più o meno ogni ragazza è tatuata, infatti io tiravo giù una notazione sul culo di passaggio e una bestemmia per le illustrazioni tribali.
Manco a farlo apposta, uno dei miei amici, si rimbocca le maniche della camicia e scopre così una traccia d’inchiostro sotto la pelle. “E che diamine”, faccio io, “potevi dirmi di essere anche tu un coglione tatuato, avrei evitato tutti quegli insulti”. Tra di noi – tutti decisamente politicamente scorretti -, l’abbiamo ovviamente presa a ridere, ma cosa sarebbe successo in un’altra contingenza, con uno di questi fiocchi di neve che, se gli dici cretino, lo mandi dallo psicologo per trent’anni? Vedete, non è vero il principio del “ma a te cosa ti toglie?”. Adesso, con quelli amici, non potrò più perculare gli inchiostrati, come del resto nella maggior parte dei contesti. E, se avessi un figlio, non gli potrei dire “ma che minchia ti tatui a fare? Che sei scemo?”, perché lui mi risponderebbe “Papi, ma se esci a cena, ogni settimana, con un tatuato”.
Similmente, se è vero quanto sostiene Radio Deejay, ovvero che i Maneskin sono la band italiana più ascoltata nel mondo, potrei atterrare a Londra e sentirmi dire “Italiano? Spaghetti, pizza, mandolino, mafia and Maneskin”. Sarei pertanto costretto a pestare a morte lo stronzo che mi avesse associato a quella band di minchioni. Passi per la mafia, ma i Maneskin no, potrei reagire male. Capirei Battisti, De Gregori, Guccini, Dalla, Patty Pravo, Renato Carosone, I Ribelli, Orietta Berti, ma seghe tipo Fedez o i Maneskin no, grazie.
Un tempo, gli italiani si distinguevano nel mondo per le loro menti eccellenti, da Croce a Gentile, da Lorenzo il Magnifico al Brunelleschi, da Pasolini a Moravia. Io non voglio essere confuso col piscio di vacca e il letame, ho una dignità di nascita da difendere.
Questa passione mondiale per una band simile mi dimostra unicamente che l’Occidente è una terra di perdizione e abominio. L’America degli anni d’oro, con tutto il suo schifo, era molto meglio: Elvis, i Doors, Jimi Hendrix, Little Richard. Preferisco avere sulla coscienza il Vietnam che i Maneskin. Con tutta la musica che c’è, possibile che qualcuno senta il bisogno di ascoltare proprio loro? Veramente, se questo è il futuro, trovare motivi seri per vivere è davvero in salita. Pensate uscire con una che vuole sentire la band italiana più ascoltata al mondo, trasmessa al market e nei bar, alla stazione di Bologna come a quella di New York. Davvero, le scelte altrui sono terribili. Gli altri sono responsabili della maggior parte dei suicidi che avvengono tra le persone dotate di un minimo di cervello e gusto. Andrebbero condannati senza appello.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
I Maneskin sono un prodotto studiato a tavolino come tanti, fra qualche tempo lasceranno il posto ad altri, e’ sempre stato così.
Non credo siano la band più ascoltata al mondo, questa è una cretinata raccontata da chi è coinvolto nel loro business (Radio deejay, gruppo Gedi) e deve montare ad arte una falsità per creare rete e finti consensi, esattamente come già il medesimo gruppo editoriale fa in ambito politico.
I Maneskin non mi dispiacciono, sempre meglio loro che Fedez e la merda rap e trap. E non hanno un nero messo lì a cazzo per il politicamente corretto, questo è già abbastanza per prenderli in considerazione..
Io ascolto solo classica, e già sentir associare i Måneskin alla musica ferisce il mio senso estetico.