L’EDITORIALE – MIA MADRE È MORTA E IO SONO STATO SEPPELLITO DALLA BUROCRAZIA (di Andrea Sartori)
Fidatevi dei medici, mi raccomando, e del nostro Stato che prende un pizzo enorme per fornire servizi immaginari. A causa di un recente lutto in famiglia, mi sono scontrato con l’allucinante mondo della burocrazia funebre. Ti rompono i coglioni pure da morto.
Cominciamo da principio. Arriva il medico a constatare il decesso. Una dottoressa che non avrà avuto nemmeno trent’anni e parlava con un linguaggio da teenager. Tormenta la salma dieci minuti per constatare una morte piuttosto evidente. Poi, riguardo un documento dice: questo è un pro forma, non serve.
Quindi, tutto tranquillo. Io procedo a contattare il prete che mi fissa rosario e funerale in tre minuti, dopo la messa. Il mio vicino, che lavora nel settore funerario, è assolutamente impeccabile.
Ma si tratta della Chiesa e di un’impresa privata, non dell’ineffabile Stato italiano e della sua burocrazia mostruosa. Innanzitutto ci dicono che serve un altro medico, sempre per constatare il decesso, oramai evidente. E sostengono vi sia la necessità di “quel” documento che la dottorina non ha fornito. Serve entro mezzogiorno, altrimenti il funerale salta, perché le pompe funebri ne hanno bisogno per legge. L’orario è tassativo perché bisogna portarlo in comune e, in Italia, i comuni chiudono a mezzogiorno. Il medico che deve rilasciarlo non risponde perché è la sua mattina libera. In qualche maniera aggiustiamo tutto, ma per il rotto della cuffia.
Il funerale, insomma, stava per saltare, nonostante fosse già stato fissato e i manifesti stampati. Bisogna ringraziare l’impresaria funebre che, essendo una privata, ha risolto la questione per non perdere possibili futuri clienti.
Questo è lo Stato italiano che ci prende il sessanta per cento di tasse per non dare alcun servizio. Anzi, per complicare anche il semplice. Le nostre tasse vanno ad alimentare una pletora di burocrati idioti che, per poco, mi rimandano sine die un funerale (con tutte anche le macabre conseguenze del caso) per un meccanismo assurdo. Di fatto, per far lavorare un paio di medici incapaci. Tra l’altro, già che c’erano, quanti altri medici dovevano mandare a constatare il decesso, pure un podologo e un otorinolaringoiatra?E sono stato anche fortunato, se penso alla triste sorte delle ceneri di Gigi Proietti che non hanno ancora trovato l’eterno riposo.
Questo triste caso ha mostrato ancora una volta chi sono gli “eroi in camice”.Per carità, qui il paziente era già morto, ma comunque le conseguenze sarebbero state sgradevoli. Molto sgradevoli. Noi abbiamo messo la nostra vita nella mano di questa gente qui. Ma, davvero, voi vi fidate di questi fenomeni che maneggiano farmaci?
Tra l’altro, va aggiunta una cosa: una persona amica della defunta è stata portata a braccio dalla figlia a far visita alla salma, perché, dopo la seconda dose del vaccino, ha praticamente perso l’uso delle gambe.
Ho conosciuto persone che hanno preso il Covid, anche in forma pesante. Uno è proprio il sacerdote che ha seguito la cara estinta dall’unzione degli infermi alle esequie. Lo ha contratto durante una visita agli ammalati, facendo il prete come si usava ai tempi di San Carlo Borromeo. Non conosco però nessuno che sia effettivamente morto di questa malattia. Immaginiamo cosa potrebbe accadere qualora andasse in porto l’ideona di quel tale con più medaglie di Eisenhower e che parla di “campagna vaccinale” quasi fosse la Campagna d’Italia di Napoleone, il generale Figliuolo: vaccinare i giovani all’ingresso delle discoteche, prima che si riempiano di rhum e pasticche. Altro che stragi del sabato sera. Invece, vedo vicino la prima seria menomazione da vaccino.
La verità è che Lo Stato andrebbe trattato come il privato: se non mi dai il servizio, o me lo dai pessimo, io non ti pago; se mi danneggi, pretendo il risarcimento. E, invece, in Italia, abbiamo una tassazione da spavento per mantenere cosa, una burocrazia elefantiaca, ottusa, macchinosa, in grado di ficcarti in situazioni kafkiane. L’eroe di cui abbiamo bisogno dovrà sfoltire drasticamente questa macchina immane e dannosa.
Andrea Sartori
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L’AUTORE
Andrea Sartori è nato a Vigevano il 20 febbraio 1977. Laureato in Lettere Antiche presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha vissuto a Mosca dal 2015 al 2019 insegnando italiano e collaborando con l’Università Sechenov. Attualmente collabora presso il settimanale “L’Informatore Vigevanese”. Ha pubblicato con IBUC i romanzi Dionisie. La prima inchiesta di Timandro il Cane (2016) e L’Oscura Fabbrica del Duomo (2019) e, con Amazon, Maria. L’Eterno Femminino (2020)
Ma come ci siamo ridotti??????
Ormai credo che con le “buone” non si ottenga più niente.