L’EDITORIALE – GLI STUDI DI GENERE A SCUOLA NON ESISTONO? IL CASO AMERICANO (di Matteo Fais)
La cosa più bella di questo folle mondo è che tutto può essere sostenuto da chi detiene le fila del discorso. Di fronte a un muro nero, si può dire che è bianco e, statene certi, la maggior parte delle persone ci crederanno.
Ci hanno fatto bere la baggianata che ci siano delle persone, come Carola Rachete, che, per pura filantropia, passano la loro vita in mare a raccattare migranti. Non si capisce bene chi li finanzi – sarà lo spirito santo. Ci hanno detto che questi ragazzi che arrivano sui barconi fuggono dalla fame, anche se il più insignificante è alto uno e settancinque e ha una struttura fisica da palestrato. E ce l’hanno fatto credere dopo decenni di foto con africani ridotti pelle e ossa. Li abbiamo visti girare con smartphone nuovi di pacca e tutti modelli di alta gamma – a nessuno che sia venuto in mente come uno che fugge dalla fame abbia un telefono cellulare.
I punti deboli della discorso dominante sono tanti, eppure la quasi totalità della massa di fronte al muro nero accetta tranquillamente la narrazione secondo cui sarebbe bianco.
Qualcosa di molto simile capita per la questione delle cosiddette minoranze interne perseguitate, tipo la comunità LGBT. Si lamentano neanche fossero ebrei sotto la Germania nazista ma, stranamente, manifestano di continuo per strada in assoluta libertà, riescono a bloccare film e pubblicazioni varie perché avverse. Addirittura, hanno tutte le multinazionali dalla loro, tutte che entusiasticamente, nel giorno contro l’omotransfobia, mettono il simbolino e difendo la lotta per i loro diritti. Persino il noto marchio di assorbenti, la Lines, giocoforza, si è dovuta piegare e dire una immonda falsità, ovvero che le mestruazioni non sono un questione unicamente femminile, per non finire nel tritacarne. Ultimamente, tanto per non farsi mancare niente, la Lego ha fatto le costruzioni con i colori arcobaleno.
Tutte queste presunte minoranze – che sono tali solo di numero, pur avendo la forza di una lobby diffusa a livello mondiale – vogliono chiaramente modificare – o meglio sarebbe dire pervertire – il nostro mondo di normali. La loro strategia, perennemente negata eppure costantemente perpetrata, si chiama gender studies.
Ve la faccio breve: il modo più veloce per impattare su una società è entrare nelle scuole, prendere le piccole menti infinitamente plasmabili e senza difese dei bambini, e portare avanti una propaganda martellante. A sentire Zan e tutte le varie associazioni, ovviamente, questo è complottismo – negare, ricordatevi, negare sempre.
In verità, la cosa avviene eccome. Giorno dopo giorno, si sta tentando di valicare il confine. Naturalmente, non si può fare in modo troppo brusco per non destare sospetti. E, in prima istanza, bisogna partire dall’America per poi approdare in Europa. Infatti, manco a farlo apposta, la senatrice democratica dello stato di New York, Samra Brouk, ha proposto un disegno di legge – una specie di degno seguito del DDL Zan – che persegue l’obiettivo di “un’istruzione completa sulla sessualità per gli studenti delle scuole elementari e medie”. Volete sentire le proposte? Secondo quanto riferisce il New York Post (https://nypost.com/2021/03/06/ny-lawmaker-wants-sex-ed-for-kindergartners/): “insegnare ai bambini di 5 anni ‘l’identità di genere’ e istruire quelli di 8 sugli ormoni che bloccano la pubertà nei pre adolescenti che si identificano come transgender. I ragazzi dagli 11 anni, poi, seguiranno lezioni su sesso vaginale, orale e anale; studieranno di queer, doppio-spirito, asessuali, pansessuali…”. Il tutto, secondo le loro parole, per ovviare a bullismo, violenza diffusa e violenza sessuale…
Beh, sapete una cosa: il tragico è che, dopo questa ennesima prova, qualcuno continuerà a dubitarne. In compenso, potete starne certi, dopo l’approvazione del DDL Zan, una proposta simile arriverà anche in Italia. È già tutto scritto.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
È qua che dovranno intervenire i genitori.
Non c’è bisogno di eserciti per ribaltare queste situazioni, basta qualche Papa’, etero, incazzato a bestia, poi vediamo.