L’EDITORIALE – LA SOCIETÀ DEL TURBAMENTO CREATA DAI PROGRESSISTI (di Matteo Fais)
“Quasi tutti saranno d’accordo sul fatto che noi viviamo in una società profondamente turbata. Una delle più diffuse manifestazioni della pazzia è la sinistra”. Sta scritto così nella prima pagina di uno dei più bei testi di fine Novecento, La società industriale e il suo futuro, del terrorista ecologista Theodore J. Kaczinsky, passato alla storia col nome di Unabomber.
Guardando alla società che i progressisti – perché è a costoro che ci si riferisce con la parola “Sinistra” – ci stanno costruendo intorno, è difficile non tornare subito con la mente a quell’esplosivo pamphlet. Basta soffermarsi su l’ultima copertina di “L’Espresso”, con l’uomo incinto; vedere i cartelli, tanto esaltati da Selvaggia Lucarelli, che definiscono i Navigli, a Milano, come zona anti catcalling; o leggere la Murgia che definisce il maschio bianco etero come un privilegiato.
Kaczinsky, dall’avamposto americano, aveva visto in anticipo la piega che sarebbe andato a prendere l’universo occidentale, tra scellerate follie politicamente corrette e via immaginando. Ma quel che lui aveva avuto modo di vedere oramai nella preistoria dell’informatica, e che tanto lo turbava, legittimamente, è niente rispetto a ciò che si è realizzato successivamente, malgrado la giustezza delle intuizioni teoriche.
Forse neppure lui vagheggiava che ci saremmo trovati in un mondo così trasparente, corretto e senza macchia che, se non si può molestare una ragazza per strada, avvicinandola e dicendole “Ciao bella, ci possiamo conoscere?”, in compenso si può parlare con una, il tempo di vederla fumare una sigaretta, per 500 euro, online. Ebbene sì, perché in un Occidente in cui secondo le femministe si dovrebbe essere penalmente perseguiti per aver gridato “oh bona” a una che passa – essendo roba da zotici anni ’20 –, è lecito che una influencer venda foto della sua gravidanza ai feticisti e addirittura il video del parto su Onlyfans. Questo sì che è moderno, al passo coi tempi e per niente lesivo della dignità altrui.
Ma cosa volete che sia a paragone di tutte le azioni che vengono compiute per spegnere tra i giovani ogni vocazione cameratesca, machista, violenta. I ragazzi non devono picchiarsi nei cortili, neppure uno schiaffetto e non devono fare commenti inopportuni sulle loro compagne di classe. In compenso, qualche tempo fa, un paio di pischelli, tra cui delle femmine, tutti apparentemente tranquilli – casa, studio e videogame – sono stati denunciati dalla madre di uno di loro perché pagavano un’organizzazione criminale che forniva, in diretta da un qualche paese asiatico, mutilazioni e torture a danno di un neonato. Si parla di ragazzi di 17 anni. Gente che dovrebbe vedersi in cricca nella piazza del Paese, 30 persone e 3 birre calde rubate di nascosto a casa, per fare gli spacconi e scambiarsi battute del cazzo tipo “Allora, con la Veronica come va? Te la sei fatta, poi? Dai, dimmi che almeno ti ha fatto una sega”. Ma un discorso del genere, oggi, se postato da una loro compagna e rilanciato dalla Lucarelli o dalla Murgia, farebbe indignare il web e salterebbe su un caso mediatico di cui si parlerebbe per giorni tra psicologi, psichiatri e cazzari vari.
La verità è che il mondo che desiderano e ci stanno costruendo intorno i progressisti genera mostri, mostri ben peggiori di quelli che desidera combattere. Se cerchi di imporre il negro a ogni costo e stigmatizzi qualsivoglia critica che potrebbe venir rivolta verso uno di essi o un popolo dalla pelle scura, ciò che ottieni come naturale risposta è solo un malcelato razzismo sempre pronto a esplodere. Se esiste lo stalking – per di più, oramai, anche femminile – è perché si vuole imbrigliare il naturale dialogo tra i sessi entro assurde logiche burocratico-contrattuali tipo quella del consenso esplicito, per cui in certi paesi, se una non ti ha detto “sì, facciamo sesso”, puoi finire in galera con l’accusa di stupro. Se dei ragazzi a 17 anni godono vedendo un criminale che tortura un neonato è perché hai proibito loro di esplorare e manifestare entro certi limiti il loro lato animale, perché li hai fatti vivere in una realtà falsamente corretta, in un mondo duro come quello degli schiavi, ma in cui lo schiavo lo rispetti non chiamandolo schiavo ma “diversamente libero” e il lavoro non retribuito si muta per magia in formazione professionale…
STOP! Proprio mentre scrivo, mi arriva uno screenshot da parte di un amico residente a Londra.
Si tratta di un tweet di questo ragazzino mascherinato – mascherina arcobaleno, of course – che se la prende con la London North Eastern Railway sostenendo, in quanto persona non binaria, di non sentirsi rappresentato dalla voce che annuncia “Signore e Signori”. La mia risposta di cuore è “qui ci vorrebbe Hitler”. Sì, e non me ne vergogno. Quando mi esasperano con le cazzate, quando vedo che un pirla, magari giovane lavoratore sottopagato in una città di squali, sbarella per l’annuncio di una voce registrata, io ho voglia di soluzione finale. Ed è tutta colpa loro. Poi, chiaro, la mia è un’iperbole e non c’è mica bisogno di massacri e carri piombati, ma un ceffone a mano piena, accompagnato da un “e tirati a casino, coglione”, se l’avesse detto di fronte a me, sicuro glielo avrei dato.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Come non si può essere d accordo? Si, per i giovani sono mancati proprio gli sculaccioni da piccoli, e un po di sacrificio per rendersi conto che la vita non sempre è facile, in quanto alla politica , a una certa politica che sta portando a questi cambiamenti del cavolo, mi auguro che gli si rivolti contro, perché tutto si può dire, ma di sicuro stanno solo strumentalizzando senza convinzione, il guaio grosso sono queste generazioni che abbondano.