SANTORO SCOPRE L’ACQUA CALDA (DI CUI ANCHE LUI E’COLPEVOLE) (Di Franco Marino)
Ovviamente non succederà mai ma se domani Burioni rilasciasse un’intervista nella quale lamentasse troppo conformismo sui vaccini, molti sobbalzerebbero sulle proprie sedie.
E pur tuttavia, le conversioni possono capitare. I nomi di coloro che furono ferventi sostenitori del comunismo e poi divennero filoamericani e in qualche caso persino filoberlusconiani, non si contano perchè sono troppi. Ferrara, Adornato, Colletti, Bondi, sono solo alcuni dei nomi e sicuramente ne dimentico tantissimi altri. Poi giornalisti come Pansa, scuola Repubblica e successivamente noto sbufalatore della retorica partigiana.
Quando la conversione è reale, una presa di coscienza che squassa profondamente l’anima del convertito, merita il massimo rispetto. In un paese che non ha una vera cultura liberale, con i partiti che si tramutano in chiese laiche, ogni cambiamento in tal senso non è mai indolore. Poi ci sono le conversioni interessate, quelle che nascono dal desiderio di trarne un interesse di qualsivoglia natura. In quel caso, parliamo di voltagabbana.
A tal proposito, hanno fatto scalpore alcune dichiarazioni di Santoro sul conformismo televisivo e già qualche non allineato alla ricerca di qualche volto noto che gli dia il contentino, è andato in sollucchero. “Persino Santoro la pensa come noi!” si illude il sovranista antisistema.
Il popolare anchor-man è dunque un pentito o un voltagabbana? O tutte e due le cose?
Premessa. Santoro è due cose: format e contenuto. Il format potrà non piacere, Santoro potrà essere odioso, arrogante, aggressivo quanto volete ma nel suo mestiere è un fuoriclasse. Certi programmi che lo hanno reso noto poteva farli solamente lui. Il talk-show politico moderno come lo abbiamo conosciuto, deve tutto a due istrioni: la buonanima di Funari e lui.
Tutti quelli che, da Giletti a Porro, passando per Del Debbio, Paragone e Formigli, hanno creato arene televisive di attualità e politica, li hanno più o meno copiati.
Poi c’è la considerazione sul suo giornalismo. E mi stupisce come a molti sia bastato che Santoro accarezzasse il pelo agli anticonformismi del covidismo sostenendo che in TV per un anno e mezzo è andato in onda solo un conformismo terroristico (ma va?) per dimenticarsi del male che questo signore ha provocato al dibattito pubblico italiano. Senza neanche chiedersi che interesse potrebbe avere un Santoro, da anni fuori dal dibattito pubblico, nel porsi come capofila dell’anticonformismo sanitario.
Personalmente, non so quale sarà l’evoluzione di questa nuova declinazione del santorismo. Io non mi fido. Sotto questo punto di vista, io sono di bocca buona. Non mi basta che ammetta l’ovvietà che, da un anno e mezzo, le truppe cammellate televisive martellano col terrorismo mediatico su sessanta milioni di persone instaurando un conformismo che non ha precedenti storici, almeno in Italia. La sua conversione avrebbe senso solamente se avesse il coraggio di ammettere che il suo giornalismo – ripetiamo, efficacissimo – ha fatto il male di questo paese, coltivando l’odio antipolitico e l’onnipotenza della magistratura che tanti guai ha provocato a questo paese e se avesse gli attributi di dire che è stato un male battersi per far cadere Craxi, accanirsi in continui reportage contro Berlusconi e di pentirsi per aver tracciato la strada su cui si è incamminato il grillismo. Ma soprattutto, se si rammaricasse di aver tenuto a battesimo Marco Travaglio, che del conformismo pandemicamente corretto è uno dei capisaldi.
Nulla di tutto questo. Per Santoro, anzi, Travaglio dovrebbe diventare (cito testualmente) direttore del TG1. E’ lo stesso Santoro che dice testualmente che l’omicidio di Salvo Lima è stato fatto per impedire che Andreotti diventasse Presidente della Repubblica (verissimo) e poi esalta Travaglio che sulla similitudine tra mafia e Andreotti ha scritto interi libri.
E allora tutte le premesse e le promesse vanno a farsi benedire.
Ci vuole altro per farsi perdonare. Non basta riconoscere che la TV è sprofondata in un conformismo che, peraltro, lui ha contribuito a creare. Anche perchè, per rendersene conto, certamente non avevamo bisogno di Santoro.
FRANCO MARINO
È il vizietto che connota l’indole italiana. Trasformarsi per non morire nell’oblio. La bravura del giornalista viene soffocata dalla sua ipocrisia , e gli esiti di questo andamento fasullo li abbiamo sotto gli occhi
Bravo giornalista sicuramente. Non l’ho mai sopportato, mi infastidisce
Non mi è mai piaciuto… Arrogante e il più delle volte in malafede..
Oltre che antipatico.. Lui e la sua imitatrice odierna in rai 3..