L’EDITORIALE – SE SEI CONTRO I PROGRESSISTI, FINISCI DALLO PSICHIATRA (di Matteo Fais)
È successo – ed era inevitabile che accadesse. Se in una democrazia lasci che la parte avversa faccia come cazzo gli pare, senza mai opporti, riempire piazze in risposta, il risultato naturale – e per certi versi giusto – è che loro rovescino presto la situazione in dittatura. In un regime sano, come in un corpo sano, gli elementi si autobilanciano affinché niente prenda il sopravvento.
Da noi non è così, questo è palese. E, infatti, a Fano, nelle Marche, un ragazzo di diciotto anni che, a scuola, si è rifiutato di indossare la mascherina è stato preso e portato via dalla polizia, per poi finire in un ospedale psichiatrico e ricevere un TSO. La stampa vocifera che il ragazzo sia stato sobillato da un oscuro personaggio, che lui pare chiamasse “Il Costituzionalista”, a fare ciò e poi ad ammanettarsi al banco. Questa narrazione sembra proprio frutto di un pessimo romanziere, ma non è questo il punto.
Il vero problema qui è che quanto successo, come segnale, non è da sottovalutare, anzi dovrebbe proprio far venire la pelle d’oca. Lo Stato progressista, questo cancro in seno al Paese, può prendere e sottoporre a trattamento forzato chiunque si opponga alle sue folli norme. Un tempo, chi si ribellava alla volontà dell’insegnante veniva sospeso e poi si beccava le conseguenze del suo gesto. Ma quelli erano metodi leggeri a quanto pare e i fautori della dittatura sanitaria non vanno così per il sottile. Ti mandano polizia e ambulanza, in puro stile sovietico.
Pensate adesso, per un secondo, a cosa potrebbe accadere se dovesse essere approvato il tanto temuto DDL Zan. Cominciate a capire? Immaginiamo che in un pubblico dibattito, durante l’ora di lezione – mettiamo quella di religione, ma potrebbe essere qualsiasi altra la materia –, uno studente prenda la parola e sostenga che l’omosessualità è contronatura, o un’aberrazione delle tendenze naturali. Non voglio discutere se ciò sia vero, falso o meno. Ipotizziamo che lo faccia e un suo compagno gay si senta offeso da tale affermazione. Data l’ambiguità del DDL in questione, potremmo dire che tale posizione costituisce un istigazione all’odio? Non è dato saperlo ma, a giudicare dal delirio politicamente corretto in circolazione, non lo escluderei a priori. Immaginate, poi, se anche il docente dovesse pensarla diversamente da lui. Credete che il povero giovane si salverebbe dalla generale smania rieducativa? Anche in questo caso, è facile dubitare.
Non è un segreto che tutta la delirante umanità progressista auspica la correzione forzata di coloro che – dal loro punto di vista malato – sono considerati omofobi, razzisti, negazionisti, terrapiattisti, misogini. In due parole, questa gente, senza neanche nasconderlo – e nascondersi –, non tollera la democrazia, a meno che non sia la loro interna.
Dobbiamo prepararci a tempi bui, anche perché loro non hanno alcuna intenzione di arrestarsi. Bibbiano sta lì a dimostralo. Con la scusa che l’educazione impartita non è consona, come dicono loro, al nuovo evolutissimo millennio, vedrete di quali nefandezze si macchieranno. Quanto capitato allo studente di Fano e ai poveri bambini di cui abbiamo saputo è solo l’inizio.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.