L’EDITORIALE – FALSI MITI PANDEMICI: “SE NON FOSSE PER CHI NON RISPETTA LE REGOLE, L’EMERGENZA SAREBBE GIÀ FINITA” (di Matteo Fais)
Certo, la gente è proprio scema. Chiunque abbia frequentato la scuola sa bene che il mondo è pieno di persone capaci di affrontare con profitto il percorso formativo, le quali, poi, quando le si ascolta parlare di un qualsiasi argomento, risultano imbarazzanti. Un popolo di scolarizzati, infatti – purtroppo –, non è necessariamente un popolo più intelligente. Semplicemente, possiede più informazioni, ma le possiede nello stesso modo in cui la cassaforte ha dentro di sé il denaro: lo conserva al suo interno, ma non riesce a farlo fruttare, a investirlo, perché per fare affari non basta avere i soldi, ci voglio anche le idee e la capacità di ragionare.
All’italiano medio, oramai tendenzialmente laureato o diplomato, potete dire più o meno qualsiasi cosa che lui se la berrà. Volete un esempio? “Se non fosse per chi non rispetta le regole, l’emergenza sarebbe già finita e ristoranti e palestre sarebbero nuovamente aperti”.
Chi non capisce che questa frase è un’idiozia, è chiaramente un cretino. E dico cretino perché non bisogna essere medici per afferrare che un virus, una volta in circolazione, non sparisce come per magia solo perché la gente si rinchiude in casa, o rispetta le distanze di sicurezza.
Certo un lockdown, o alcune misure di prevenzione, possono limitarne l’impatto, ma non annullarlo. Infatti, basta che le restrizioni vengano ridotte per vederlo ineluttabilmente ripartire. E no, non sono gli egoisti o gli sconsiderati, con il loro scarso senso civico a dargli nuovamente la carica. Semplicemente, il virus, una volta che si è palesato, non se ne andrà mai.
Ve lo spiego con un altro esempio. Se ipoteticamente nessuno avesse più rapporti sessuali, il virus dell’AIDS, che oramai è in circolazione da più di cinquant’anni, arriverebbe ad avere un impatto più o meno pari a zero. Ma, nel momento in cui le persone riprendessero ad avere una vita sessuale, ovviamente, anche questo ricomincerebbe a diffondersi – a meno di non trovare una cura che immunizzi a vita da esso.
Tornando al covid-19, è chiaro che non avendo noi un vaccino valido per tutte le varianti e capace di immunizzare a vita, tale virus è qualcosa con cui dovremmo fare i conti per il resto della nostra esistenza. Chiaramente, uccisi i più deboli e una volta che il grosso di noi ci sarà entrato in contatto, si raggiungerà ciò che solitamente viene chiamato “immunità di gregge” – cosa che non può capitare con l’AIDS, il cui impatto è decisamente più virulento di un’influenza, per quanto feroce questa possa essere.
Ergo, se per un anno ognuno di noi si fosse ermeticamente chiuso in casa – ammesso che ciò sia possibile –, non sarebbe cambiato assolutamente niente. Una volta riaperte le porte della propria dimora, il virus avrebbe ripreso a circolare e diffondersi.
In sostanza, il gruppetto di amici che si ritrova in piazza per una birra non arreca alcun danno alla società, anzi permette che si attui la normale selezione naturale che tanto, comunque, dovrà avvenire.
Ma la gente non ci arriva. Perché? Perché, pur avendo studiato, o meglio immagazzinato informazioni in gran quantità, non è in grado di costruire tra queste delle connessioni logiche. Il problema dipende dal fatto che a scuola ti insegnano a riferire la voce del padrone nel modo più analitico possibile, ma non a vagliarlo criticamente. Ecco perché siamo circondati da imbecilli da 110 e lode.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Siamo circondati da pensionati rincoglioniti che anche stando un anno chiusi in casa ricevono comunque un reddito e lo usano per pagare il canone della TV che li rimbambisce e il cibo a cani e gatti che li fanno sentire utili in mancanza di nipoti.
Siamo circondati anche da troppi pusillanimi che temono la propria ombra. E da gente che sembra ci goda in questa situazione di “ surrogato di vita”
Anche se noto che c’è sempre più malcontento e insofferenza nei confronti di questa “emergenza”
Non capisco il senso di questo post. Il virus sopravvive solo all’interno del corpo umano. Se non per zoonosi (cosa della quale ancora non sappiamo nulla) al di fuori di esso sopravvive per un tempo massimo di 72 ore (allo stato delle conoscenze attuali). Se non avessimo alcun contatto per 72 ore nel mondo intero il virus sarebbe estinto. Naturalmente sarebbe un’ecatombe ben peggiore della malattia, ma è per dire che covid zero è possibile ed alcuni paesi l’hanno raggiunto.
Dovresti studiare di più, il virus non è stato nemmeno isolato