L’EDITORIALE – IL CONSENSO: LA DEMOLIZIONE DEL MASCHIO ETERO (di Matteo Fais)
È palese. È in atto una guerra psicologica volta a fiaccare sul piano morale il maschio eterosessuale. Egli deve arrivare a sentirsi sbagliato – direi ontologicamente deviato nella sua essenza – e ad avere il terrore di prendere qualsivoglia iniziativa nei confronti di una creatura del sesso opposto.
L’abbiamo visto nel caso del figlio di Grillo: il ragazzo è stato condannato senza appello dal tribunale social. Lui è colpevole, lei è vittima e il padre ha fatto victim blaming (colpevolizzazione della vittima). In generale, però, questo è un atteggiamento che caratterizza ormai tutta la nostra società. Si chiama giustizialismo sessuale. Esso, esattamente come il giustizialismo in sé, è un’arma pericolosissima, una spada di Damocle che pende sulla testa di ognuno di noi, nella consapevolezza che, se accusati, saremo automaticamente inseriti nella schiera dei colpevoli senza possibilità di difenderci. Il punto è chiaro: metterci l’incubo di finire sotto torchio, perché chi vive nella paura non agisce per timore delle conseguenze.
Tutto il femminismo, compatto come un blocco di granito, batte sulla grancassa di una questione capitale, quando si parla di sesso, il consenso. Lo fa, com’è ovvio, volutamente, poiché questa è faccenda aleatoria, sfuggente, ambigua.
Quando una donna dà il proprio consenso? Se nessuno me lo chiede lo so ma, messo di fronte all’interrogativo, mi rendo conto che circostanziare è difficile. Se ci siamo fatti una bottiglia di vino e siamo entrambi alticci, lei può dare il suo consapevole assenso? Se una ragazza è volontariamente venuta a casa mia, dopo un fortuito incontro in un locale, e io, aperta la porta, le do un bacio sul collo, si tratta di una molestia o di un gesto adeguato alla situazione? Se con una andiamo a letto e la vedo poco partecipe, non sarà che il suo è una forma di dissenso silenzioso? Ancora: se un docente incontra una sua ex allieva e finiscono per fare sesso, pur essendo lei coinvolta, non sarà che, tra di loro, regna ancora, seppur solo a livello psicologico, una forma di subordinazione gerarchica?
Come si può facilmente capire, la materia è complessa e praticamente impossibile da dirimere in modo univoco. Persino un uomo, per così dire moralmente ricattato dalla sua compagna, che lo costringe a un rapporto come prova d’amore, anche quando lui non ne avrebbe alcuna voglia, non potrebbe forse dirsi violato? Gli esempi sarebbero infiniti e potrebbero riguardare entrambi i sessi. Se una mi dovesse dire “se mi dai un figlio, ti sposo” e poi contravvenisse all’accordo, quella promessa con cui mi ha circuito sarebbe o meno una forma di abuso?
La confusione, in merito, regna sovrana. Sta di fatto che il femminismo ci ritorna sempre perché l’argomento è funzionale al processo di demonizzazione in atto contro i maschi etero. Se passa l’idea che il consenso è eternamente revocabile, anche dopo averlo dato, praticamente ogni atto sessuale può tramutarsi come per magia – e a distanza di lungo tempo – in violenza. Se non si stabilisce un confine netto – tipo che è stupro quando tu prendi una sconosciuta con la forza, in mezzo alla strada –, lasciando spazio anche a sentimenti non espressi e segnali non chiari, finiremo molto male. Persino il marito che accarezza il culo alla moglie, mentre questa ancora dorme, potrà passare per molestatore. Ma così è la morte della seduzione e della trasgressione.
La passione non può divenire contratto. Non posso andare da una che frequento con un consenso informato prestampato e chiederle di firmarlo. Eppure, è questo ciò che sembrano domandare a gran voce, cioè qualcosa di impossibile, qualcosa che ha letteralmente ucciso la libido dell’uomo occidentale.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.