L’EDITORIALE – COME FREGANO UN AVVERSARIO IN POLITICA (di Matteo Fais)
Partiamo da un dato: la gente, palesemente, di politica non capisce nulla. Quello che possono fare Berlusconi, Grillo, Draghi, Letta e chi più ne ha più ne metta, tocca tutti, ma quasi nessuno è in grado di comprenderlo nei suoi risvolti reconditi e oltre la patina propagandistica. Che ne sa la sciura Gina Brambilla del recovery fund? Niente. Dunque, se si vuole modificare il sentimento della signora nei confronti di un politico, per renderglielo ostile, l’ultima cosa di cui bisogna parlarle è dell’azione politica messa in atto da questo.
L’uomo medio arriva ad afferrare solo ciò che è inerente al suo orizzonte privato. Esempio: lei non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, mentre il Ministro X si fa ogni giorno antipasto, primo, secondo, frutta e dolce. Se voglio screditarlo agli occhi di questa, dunque, non mi resta che battere sul tasto che lui è ricco e mangia a quattro ganasce.
Altro esempio: voglio gettare una cattiva luce su Andrea Scanzi. Inutile che parli alla zia Brambilla del suo stile – che, tra parentesi, non è per niente malvagio – o contesti certe sue affermazioni supercazzolanti. La signora, però, attende con ansia di essere vaccinata, dunque, ecco la strategia da seguire: faccio saltare la fila per l’iniezione al noto giornalista, lui come un pirla ci casca e rende pubblica la cosa per fare quello importante e io gli lancio contro una shitstorm. Boom, e anche Scanzi è fottuto, delegittimato, fatto passare per uno della casta, quello contro il popolo.
Il gioco è semplice ed è sempre lo stesso. Qualcosa di simile credo sia capitato anche a Beppe Grillo. Naturalmente, non posso provare niente in modo stringente. Chi ti deve fregare, di solito, non lascia evidenze, ti incula e basta. Dunque, che succede? Semplice. Tutti tengono famiglia e Grillo di figli ne ha tanti. Si prende una ragazzina di quelle che hanno già ampiamente visto il mondo – mutatis mutandis, qualche anno fa, la ragazzina, in un altro processo, si chiamava Ruby. Quanto ci vuole? Trentamila, cinquanta mila euro? Posso anche immaginare il discorso: “Tu vai lì, nel locale in cui il figlio sta passando la serata. Lo abbordi. Gli uomini ci cascano sempre, perché si sentono o vogliono sentirsi tutti dei gran maschioni. Due moine, tre carezze. Fai capire che ci stai. Ci vai pure a casa insieme e lì lasci che capiti ciò che capiterebbe normalmente. Ricordati di bere un po’ perché l’alcol è sempre un’aggravante e potrai dire che ti hanno fatta sbronzare. Mentre lo fai, chiudi gli occhi, fingiti inerte. Tanto, anche lui sarà alticcio e continuerà fino alla fine. Dopo, vai a casa e lasci passare qualche giorno. A quel punto, denunci”.
Troppo complicato e complottaro? Evidentemente, non avete granché coscienza di come va il mondo. Se vuoi prendere nel sacco un uomo, è sempre lì che devi andare a parare, sulla sua più grande debolezza, la vanità del suo uccello. Quanta gente di potere c’è cascata?
La ciliegina sulla torta, però, arriva quando persino la Destra – tendenzialmente incazzata nera con Grillo – coglie la palla al balzo e inizia ad attaccarlo a sua volta, senza capire neppure di fare il gioco della Sinistra, ovvero demolire un politico non sul piano dell’azione ma su quello della morale più spicciola. Dire che uno ha parcheggiato in doppia fila funziona sempre meglio del far presente che ha svenduto un’azienda di Stato, o affamato il ceto medio. E così, i progressisti prendono due piccioni con una fava. Nel mentre, loro tengono il comico per i coglioni e, se lui fa un passo falso, lo castrano.
È tutto pulito, perfetto, senza spargimento di sangue. Chi doveva prendere i soldi li ha presi e sta al gioco, qualcuno passerà un brutto quarto d’ora in Questura, ma se tutto andrà come previsto, se l’interessato starà al suo posto, nessuno finirà dentro. Nuove maggioranze si formeranno a piacimento di chi comanda in modo sotterraneo.
Naturalmente, ribadisco, loro hanno una gran fortuna: per il piano attuato non si possono fornire prove. Purtroppo, poi, la gente non ha il benché minimo intuito.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Grillo nel sacco ci si è messo con le sue stesse mani, facendo un video di una risonanza tale da aver messo il fatto sotto gli occhi degli Italiani tutti, compreso quelli della sciura Brambilla che niente sapeva della vicenda del figlio.
Ma chi glielo ha fatto fare? Cercava un qualche tipo di appoggio in una vicenda così seria e oggetto di indagine?
Tra parentesi, a quanto mi risulta ( e sono certa che mi risulta bene) la ragazza in questione è una normale ragazza milanese in vacanza dopo l’esame di maturità figlia di una normale famiglia italiana come tante, non una squallida avventuriera.
Il ragionamento vale per Strauss-Kahn, ma quello stava per diventare il Presidente della Francia e successivamente dell’FMI, mica uno sfigato rubastipendio evasore fiscale qualunque.
Come dice Marcella, Grillo è un personaggio dello spessore di un Fabriano2.
Finchè si occupava di ambientalismo e antipolitica aveva la sua rispettabile credibilità. Da quando i 5Stelle sono arrivati in parlamento non ne ha fatta nè detta UNA giusta (e ce ne vuole): si trovano leader migliori negli Speaker’s Corner ammeregani.
Ad ogni modo se gli avvocati della ragazza coinvolta nel Cirogate leggono il pezzo diffica o querela partono.