L’EDITORIALE – LA SCIENZA NON È DEMOCRATICA, MA È IN MANO AGLI UOMINI, QUESTO È IL PROBLEMA (di Matteo Fais)
La domanda ha una risposta meno scontata di quanto si potrebbe pensare. La scienza non è democratica? La boria di tanti virologi, epidemiologi e via elencando non risolve la questione. Spesso e volentieri sono in contraddizione con sé stessi e con i loro colleghi. A quel punto, giustamente, nell’uomo medio – laureato o meno in qualsivoglia disciplina non scientifica non importa – sorge la perplessità. In una società complessa ci si fida del sapere altrui, ma anche in questo caso, come sempre nella vita, fidarsi è bene ma non fidarsi – non del tutto, almeno – è meglio.
Ma scendiamo nel concreto, senza tanti ragionamenti astratti, e torniamo al nostro interrogativo: la scienza è democratica? Se con scienza intendiamo la Verità – lì dove una verità si può stabilire –, no, non è democratica. In un platonico iperuranio, nessuno può discutere che due più due faccia quattro.
Nella quotidianeità del nostro esistere, la scienza continua a non essere democratica, ma diviene strumento nelle mani di uomini – attenzione, non dell’Uomo con la U maiuscola, astrazione inesistente. In sostanza, solo un ingenuo può sinceramente credere che la ricerca della verità sia un percorso lineare e non determinato da interessi e infamie, bassezze e nobiltà, se affidata a un essere soggetto a passioni, suggestioni, ideologie.
Ve lo chiarisco con un esempio. Nessuno dubita che l’ingegnere edile sia formato per edificare costruzioni che stiamo in piedi. Cionondimeno, lo scienziato che è in lui può facilmente capitolare di fronte a una sostanziosa mazzetta, o a qualsiasi altro stimolo che si frapponga tra quella che dovrebbe essere la sua propensione all’onestà scientifica e i suoi interessi di bipede.
Similmente, avviene più genericamente in ambito scientifico. Uno scienziato si può corrompere, comprare, pagare profumatamente per fare propaganda, per dire ciò che sa essere falso. Sostenere che lo schifo diffuso tra la razza umana sia alieno all’uomo che pratica una certa disciplina sarebbe da deficienti. Ciò vale più che mai, quando in gioco ci sono enti che possono muovere milioni come se niente fosse.
La scienza non è un’attività che si svolge in una camera asettica, tra esseri divini avulsi a qualsiasi meschinità umana. In un’università, tendenzialmente, non trionfa il migliore, ma spesso colui che non avversa il docente dominante, ma bensì lo compiace. Chi crede il contrario, palesemente, non è mai entrato in un centro di studi specialistici.
Dunque, sicuramente, l’idea generica di scienza che abbiamo studiato sui manuali scolastici non è democratica, perché fa riferimento a visione teorica di essa, un’idea che esiste unicamente sulle pagine e che funge da principio di massima. Qualunque idea, poi, come insegna anche lo stesso Platone, una volta calata nella realtà, si degrada. Sennonché, certamente noi abbiamo bisogno di scienziati, di medici – che non sono per forza scienziati, come crede qualcuno – e li dobbiamo ascoltare. Ma se un giorno uno dice che il vaccino X fa bene e il giorno dopo che fa male, o se un suo collega altrettanto autorevole solleva dubbi su di esso, non solo è nostro diritto domandare oltre e chiedere delucidazioni, ma diviene addirittura un dovere. La prima cosa da fare, quando qualcuno – chiunque – asserisce con forza qualcosa è chiedersi se sia vero o meno quanto dice. Altrimenti si ha solo fede, una fede cieca e ottusa che non ha niente a che fare con la scienza.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
A parte gli esempi di corruzione che hai fatto esistono anche quelle che noi studiosi di didattica chiamiamo “misconcezioni”.
Sono quelle affermazioni che sembrano vere e sembrano funzionare, perchè applicate in un ristretto campo di applicazioni e con ristretti strumenti di misura, ma poi, a seguito di una ampliamento delle condizioni ambientali, diventano false.
La meccanica classica era precisa e indiscutibile fino a quando non si è trovato quell’errorino nel calcolo dell’orbita di Mercurio che ha costretto ad ampliare la teoria Newtoniana con quella di Einstein.
Quindi è senz’altro vero che nell’ iperuranio esistono frasi vere e frasi false ma, e altrettanto vero che per avere la possibilità di annusare lontanamente queste verità inaccessibili, abbiamo bisogno del dibattito scientifico e del principio di pluralità. I veri assenti di questa dittatura pandemica.
Pensiamo, alla luce di questo, quanto sia assurdo pensare di poter reputare la propria affermazione vera a riguardo di un virus scoperto da pochi mesi…
Consiglio di ascoltare il parere di Richard Feyenman a riguardo: https://www.youtube.com/watch?v=jMiQUStPvNA
Alla fine resteremo sulla terra i NO VAX e la ELITE che ha prodotto tutto questo: i migliori. Con tutti quelli che hanno cpitolato di fronte all’ impostura, francamente, non mi garba coabitare.