L’EDITORIALE – LE LORO VITTIME SONO PRINCIPALMENTE LE DONNE (di Davide Cavaliere)
Nella campagna veneta, la ventiseienne Marta Novello, è stata fatta a brandelli da venti coltellate sferrate da un adolescente nordafricano. La giovane donna, con un polmone perforato, giace nel letto di un ospedale tra la vita e la morte. Il brutale responsabile è uno straniero di seconda generazione, presumibilmente musulmano, con alle spalle un buon numero di precedenti penali. Si tratta di uno di quei giovani immigrati ai quali si vorrebbe far dono della cittadinanza italiana.
Siamo in presenza dell’ennesimo fatto di cronaca nera che, ancora una volta, mette in luce il fallimento della società multiculturale, ovvero della cloaca razziale prodotta dall’immigrazione di massa. Il sedicenne che ha pugnalato Marta Novello è uno dei figli dei tanti immigrati che, giunti in territorio italiano più o meno regolarmente, si sono ammassati nelle periferie delle grandi città o nei paesi di provincia.
Come migliaia di altri suoi coetanei ha introiettato l’odio islamico verso l’Occidente o il revanscismo nei confronti dei bianchi, ai quali si è sommata la brutalità e la volgarità della subcultura del ghetto. Una miscela esplosiva generatrice di una violenza feroce che, quasi sempre, colpisce il sesso femminile.
Non ci stiamo rendendo conto di quello che sta accadendo al nostro tessuto sociale. Gli immigrati sono i nuovi barbari a Roma. Dai loro padri poveri e tradizionalisti hanno ereditato una spietata volontà di vendetta nei confronti di “Mamma Italia” che, per decenni, li ha cullati nell’assistenzialismo. Al rigetto islamico dei valori occidentali hanno fuso il narcisismo, i cappelli da gangster di Harlem, la gestualità dei rapper, un linguaggio basico simile a quello dei Neanderthal e la musica Trap, dove la donna viene ignobilmente definita “puttana” o “bitch”.
Sono individui anteriori alla civiltà, votati alla sopraffazione, alla delinquenza e alla violenza sessuale. La loro mente conosce solo pochi concetti binari: “musulmani” e “infedeli”, “rispetto” e “disprezzo”, “forza” e “debolezza”. Si tratta di conquistatori liberi di scorrazzare in una società tollerante.
I giovani immigrati, maghrebini e africani subsahariani in primis, sono gli unici maschi in Occidente che possono appropriarsi dell’iconografia machista. I “blacks” – coccolati da una Sinistra timorosa di apparire razzista – danno libero sfogo alla loro mentalità clanica e tribale.
Questi figli di padri malamente integrati, che trovano stabilità e sicurezza nella banda, nell’ostentazione della forza o della ricchezza, nella brutalità dei cantanti rap, invece di essere respinti ed espulsi, vengono invitati a integrarsi. A pagare il prezzo di questa debolezza sono, soprattutto, i più deboli: donne, anziani, ragazzi indifesi.
Stiamo vivendo una vera e propria invasione. I giovani immigrati vogliono “prendersi tutto” e come truppe di un esercito nemico vincitore aggrediscono le donne autoctone; odiano i poliziotti, coloro che intralciano la loro vorace conquista. Lo scontro etnico non è lontano.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.