L’EDITORIALE – UN MONDO ALLA ROVESCIA – RASSEGNA STAMPA DELL’IRRAGIONEVOLEZZA (di Matteo Fais)
Ogni giorno ha la sua croce, o forse è una croce. Il mondo sta cambiando e noi stiamo subendo il suo tracollo. Basta un carrellata tra le principali news per farsi venire la pelle d’oca.
Ma forse hanno ragione loro, forse noi siamo medievali, apparteniamo a un tempo che ha prodotto Dante e San Tommaso, il Monologio e il Proslogio, e la nostra peste era almeno nera, mentre quella attuale produce solo zone rosse.
Oggi non abbiamo Meister Eckhart, preferiamo leggere l’intervista a Madame condotta da Teresa Ciabatti (https://www.corriere.it/sette/incontri/7-web-rep-madame-ciabatti/index.shtml). “Sarà che io sono tutto. Certe mattine mi sveglio più maschio, altre più femmina”, sbandiera lei, forse inconsapevole che il Tutto e il Nulla sono due estremi coincidenti e si confondono, come nella notte in cui tutte le vacche sono nere.
“Chi è Madame?”, le domanda la scrittrice. “Per farle capire: non ho mai avuto una calligrafia mia, copiavo quella del compagno di banco, e siccome i compagni di banco cambiavano di continuo, i miei quaderni sembrano scritti da trenta persone diverse”. Uno nessuno e centomila? Magari! Qui più che problematicità e messa in discussione dell’io, inquietudine esistenziale, ci sono solo grossi problemi. La differenza tra Pirandello e un reparto di psichiatria è abissale. Ma non siamo neppure a livello delle simpatiche idiosincrasie woodyalleniane. Non c’è gioco, ironia – meno che mai autoironia. La serietà del Nulla è spaventosa. Allen ride della tragedia, questa trasforma in tragedia la banalità (“Ci sono volte che ha ancora cinque anni?”, “Quando entro in una stanza buia. Inizio a correre, cerco l’interruttore, non so stare al buio”). E anche il caro vecchio disagio del reietto, lo spleen, l’orrore di esistere lasciano spazio al disagio fine a sé stesso, lì dove l’intervista si confonde con una sconclusionata seduta dall’analista (“Non si lavava?”, “A quattordici anni hai altro a cui pensare”).
Ma, insomma, se tutto si fermasse a simili farneticazioni, sarebbe niente. Poi, ci sono le notizie salutate con grande giubilo da tutto il fronte progressista e che dovrebbero far riflettere in merito alla sua natura mortifera. In Spagna, è stato dato il via libera all’eutanasia e al suicidio assistito (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/18/spagna-si-alla-legge-su-eutanasia-e-suicidio-medicalmente-assistito-il-parlamento-lo-approva-con-202-favorevoli-e-141-contrari/6137897/). In teoria, è difficile essere contro l’idea che un poveretto, riverso su un letto e in fin di vita, non possa trovare pace il prima possibile. Nel concreto, sappiamo che gli stati si adopereranno in ogni modo per far fuori il prima possibile tutti i sacrificabili, per sgravarsi, al costo di una pasticca, del peso economico di tante vite umane. Naturalmente, notate bene, nessuno di Sinistra affianca, a una misura che di per sé potrebbe anche avere una sua ratio, la difesa della vita umana, per esempio garantendo sostegno economico alle famiglia in difficoltà. Insomma, la morte a gratis, ma la vita te la paghi. C’è poco da aggiungere in merito, limitandosi a sperare di crepare con un colpo secco, senza possibilità di replica.
Ma, in compenso, in mezzo a tutto ciò, spicca una info che stranamente, in questi giorni, è comparsa sponsorizzata su un numero esorbitante di pagine Facebook – chissà perché. La giocatrice della Juventus Women, Lina Hurtig, e la moglie Lisa Lantz sono in dolce attesa (https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Calcio-Juventus-women-Lina-Hurtig-e-la-moglie-Lisa-aspettano-un-figlio-gioia-grande-96ff4336-a4d7-4782-b088-80ed0cb7ec79.html#foto-1). Due donne, un feto prodotto per magia e milioni di commentatori che insultavano coloro che si sono permessi di far notare come un bambino nasca da un padre e da una madre. Niente, tutti coloro che lo pensano così sono fermi all’anno 1000, almeno a loro avviso. Molto meglio adesso, in effetti. Chi non vorrebbe essere nato da un’anonima sborrata di un donatore di seme che, in una camera asettica, guardando un porno, si è segato e poi ci ha passati a un inserviente per farci conservare in freezer. Come potremmo perdonare ai nostri padri di essersi sposati e aver seguito la via canonica?
Madonna Santa, ma come è possibile tollerare tutto questo orrore! Il fatto che per la maggioranza ciò sia il massimo dovrebbe spingerci a tifare, con tutta la nostra anima, per la catastrofe.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Concordo Fais. C’è solo da sperare in una catastrofe, ogni nuovo giorno è un nuovo delirio e non se ne può veramente più.
Già, com’è possibile? Hai già dato la risposta nel tuo eccellente articolo su Orwell e il Mein Kampf. Il vero orrore è questa società senza più volto, senza più nome, senza più nulla.
Io non la vedrei come un fenomeno di costume, la vicenda del feto comperato: è pura eugenetica (il donatore non era un tizio passato per strada ma un 20-30enne aitante e in perfetta forma fisica – possibilmente dall’iride chiara e sopra il metro e 85).
Considerando che ai nazisti la guerra non si è fatta per via dei campi di concentramento e delle idee razziste bensì per ragioni geopolitiche, direi che si tratta della prima propaggine di un trend (classista) in espansione.
Devo rettificare: ho peccato di ottimismo.
Segnalo l’agghiacciante pezzo pubblicato ieri da Donna di Repubblica intitolato “Meijer e suoi 300 figli (circa)”.
Assolutamente da diffondere, commentare e pubblicizzare perchè va bene l’orrore turboedonista ma pure le tare genetiche come deriva dell’ipergamia femminile sarebbe opportuno evitarle.