L’EDITORIALE – BONUS BABYSITTER – PRESE IN GIRO ALL’ITALIANA (di Matteo Fais)
Noi italiani siamo vittime di un potere palesemente truffaldino che dovrebbe finire di fronte al plotone di… Non fatemelo dire.
Eppure, è proprio così. La stampa tutta è connivente. Non vi aiuta a riflettere, ma vi prende per il culo. Attenzione: non è che loro non dicano la verità, ma la dicono in modo tale da nascondere ciò che di quella verità dovrebbe emergere.
Provate a pensare di essere un giornalista, oggigiorno, il che non è molto diverso dall’esserlo ottant’anni fa o sotto un qualsiasi regime comunista. Vi sono delle veline – non quelle di Striscia – contenenti le informazioni da trasmettere al pubblico. Lo dovrete fare in modo entusiastico, così da confondere le acque e far sì che i più non capiscano. In sostanza, sarete chiamati a essere non i guardiani del potere, ma i suoi megafoni.
Facciamo un esempio, tanto per intenderci. Quante volte avrete sentito usare formule quali “Il Governo ha stanziato per l’emergenza X o Y ben…” e li viene sparata una cifra che quasi nessuno tra noi ha mai visto. È chiaro che il Signor Gino, da casa, modesto impiegato delle Poste in pensione, con 1200 euro al mese, penserà “Caspita, quanti soldi”. A lui, che palesemente non è uno in grado di trattare con i numeri e meno che mai quando viene bombardato con cinquanta notizie una dietro l’altra, passando dall’economia a un femminicidio, risulterà difficile fare una serie di calcoli che lo portino a capire come, data la platea immensa tra cui va redistribuita la pecunia prevista, fondamentalmente, nelle tasche di quella gente, arriverà sì e no un euro a testa.
È il caso, tanto per intenderci, del bonus babysitter per chi vive in zona rossa e ha i figli minorenni in DAD. Tutti sappiamo, o dovremmo sapere, che questo ammonta a 100 euro settimanali – naturalmente, che sia settimanale, viene precisato solo tra le righe. A ogni modo, ciò che resta in testa ai più, e soprattutto a chi non ne ha bisogno, sono “babysitter” e “100 euro”. Nessuno o quasi andrà oltre nel ragionamento.
Premesso che bisognerebbe capire a quale fascia di reddito si deve appartenere per poterne usufruire, facciamo un piccolo calcolo. Se lavorate otto ore al giorno, per cinque giorni, fate 40 ore settimanali. 100 euro divisi per 40 ore fanno 2,5 euro l’ora. Molto bene, se vivessimo in una piantagione della Louisiana, nell’800, e avessimo degli schiavi negri. Accade però che siamo in Italia e pagare una persona (magari con partita IVA, se non si tratta per lei di un lavoro occasionale) la bellezza di 2,5 euro è sfruttamento. A parte che quasi nessuno andrebbe a farsi due palle così per quattro soldi – sarebbe più dignitoso chiedere l’elemosina –, mi è oscuro come la si possa retribuire in modo regolare con una simile cifra irrisoria. D’accordo che si tratta di un bonus – che, quindi, non copre tutti i costi –, ma una ragazza da me appena contattata mi ha riferito che, al nero, lei vuole 8 euro l’ora. Traete voi le conclusioni sull’efficacia di tale gentile elargizione.
Tutto ciò per spiegarvi la differenza che intercorre tra dire la verità fuori dai denti – come dovrebbe essere – e perculare il popolo italiano – come, invece, avviene. Adesso, guardiamoci tutti allo specchio e diciamoci che siamo dei grandissimi lessi.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.