IL DELIRIO ATTORNO AD ASTRAZENECA (di Franco Marino)
Il Covid-19, mi si conceda il turpiloquio, ha rotto i coglioni. In sé, è soltanto la causa di una malattia che, salvo eccezioni, i più prudenti superano senza grossi problemi. Io stesso me lo sono preso e, dopo il primo giorno con la febbre a 39 e 4 e qualche noia respiratoria, già dal secondo in poi stavo molto meglio. Domani farò il tampone, il cui esito, dato che sono otto giorni che non ho più sintomi, si può considerare scontato. E potrò raccontare questa esperienza da malato “gravissimo” per quel che è davvero stato: la classica influenza stagionale.
Fosse così il cancro gli darei un bacione. Ammesso che si possa baciare il cancro.
Di tutta la faccenda relativa ai vaccini, da Sputnik ad Astrazeneca ho evitato di parlare per non annoiare gli amici e perché, essendo io incompetente, non ne so più degli altri. Anche perchè la questione del vaccino si presta ad un inquadramento politico-economico che, in buona misura, esula dalla medicina e attiene alla fiducia nelle istituzioni.
Non tutti lo sanno ma il primo imperativo di un medicinale non è quello di essere utile ma quello di non far male. Mai. Neanche se è scaduto. E nondimeno, dal momento che può provocare qualche effetto collaterale, ogni trattamento sanitario viene valutato in base al dare/avere tra benefici e conseguenze.
Il malato di Parkinson che assume il Madopar (la levodopa che sostituisce quella dopamina che il corpo umano non produce più da solo) va incontro ad effetti collaterali molto pesanti che sono tuttavia da preferirsi al peggioramento della malattia. Il sieropositivo assume farmaci non privi di conseguenze che sono tuttavia da preferirsi allo sputtanamento irreversibile del sistema immunitario che poi fa sfociare la malattia in AIDS conclamato con tutto ciò che ne consegue. Il malato di cancro si sottopone a chemioterapie devastanti la cui alternativa è semplicemente la metastatizzazione del tumore con esiti fatali.
Ma senza arrivare a questi estremi, anche chi ha banalissimi problemi di circolazione, se sospende all’improvviso la cardioaspirina, rischia alcune serie conseguenze. E tuttavia quella cardioaspirina gli serve per fluidificare il sangue.
Non a caso, tutti i prodotti medici sono afflitti da foglietti in cui si enumerano le più impensate ed imprevedibili controindicazioni. Se uno le prendesse sul serio, non manderebbe giù nemmeno una tachipirina. E infatti tutti i medici raccomandano: “Segua le mie indicazioni e lasci perdere il bugiardino”. Che un tempo si chiamava così perché, mentendo per la gola, prometteva mari e monti. Mentre oggi il foglietto meriterebbe di essere chiamato “Lo schiattamuorto”.
Quando una casa farmaceutica scopre un principio attivo da cui può ricavare un medicinale (e dunque una legittima fonte di guadagno) non può limitarsi a produrlo e a mandarlo alle farmacie. Deve ottenere l’autorizzazione delle autorità sanitarie nazionali, e soprattutto, per mesi e per anni, deve effettuare dei test su migliaia di volontari, fino a dimostrare che i vantaggi dell’assunzione sono largamente superiori agli eventuali svantaggi.
Del resto, il principio del vaccino, come lo scoprì Pasteur, è abbastanza semplice: si inocula una versione del virus attenuata o morta, al fine di ingannare il sistema immunitario e stimolare una risposta.
Ma in un mondo in cui la gente ha paura dell’elettrosmog (che non esiste), degli ogm (teoricamente dunque anche dei bassotti e degli alani) e dell’olio di palma (chissà perché) non ha il minimo senso non pretendere che il vaccino sia sicuro al 100%.
Dunque è inutile dire: “Abbiamo scoperto il vaccino”. Sarebbe un po’ come se, dovendo andare a fare la tesi di laurea, qualcuno dicesse: “Sono pronto, ho studiato”. Mentre è anche necessario essere iscritti all’università.
Ecco perché il dibattito sui vaccini è ridicolo. Non perché sia impossibile che questo vaccino esista. Il punto è che non si può “saltare” la fase dei controlli su larga scala – cosa che richiede molto tempo – e dunque parlare del vaccino come disponibile già oggi sul mercato e soprattutto andare a farselo senza garanzie, è da idioti. Specialmente in un’epoca in cui tutti si preoccupano che negli alimenti non ci sia questo o quel principio attivo, di volta in volta finito sotto accusa.
Amava raccontare mia nonna che quando le diagnosticarono il diabete, il suo medico diabetologo prima di prescriverle un farmaco all’epoca sperimentale (il famoso Bidiabe) le disse “Non glielo posso prescrivere fin quando non ho la certezza matematica che non sia nocivo”. E questo aveva un senso. Non appena il Bidiabe divenne di uso comune, il medico glielo prescrisse, nonna abbandonò la precedente terapia, non priva di fastidi. E morì nel suo letto serenamente e in piena efficienza psicofisica alla veneranda età di novantacinque anni e mezzo.
Oggi invece si pretende – sotto l’arma di ricatto del sequestro di massa di diritti sociali e civili – che interi popoli si inoculino un vaccino di cui non è sicura non soltanto l’efficacia ma finanche l’assenza di conseguenze rilevanti. E per giustificare la cosa, ogni volta che qualcuno muore o patisce sintomi molto pesanti, si usa la nuova formuletta magica: “Nessuna correlazione”.
Dov’è la logica?
FRANCO MARINO
Analisi perfetta e chiarissima! Ma,se la voce che si sente,è quella che sulla terra di sia in troppi,mi sorgono bui pensieri!!!!
Ormai il progetto della riduzione demografica mondiale è partito, il “Grande Reset” è in atto, naturalmente solo per la plebe, la Élite è i suoi servi si fanno inoculare soluzioni fisiologiche innocue. L’unico problema è che i vaccinati sono pericolosi per i sani che possono essere infettati dalla proteina Spike, la responsabile della devastazione che produce a tutto il sistema cardiovascolare 🥵